LAZIO, OCCHIO AL 12 VALE LO SCUDETTO
L’Inter di Mancio, la Juve di Conte e Allegri, quattro precedenti: chi infila 12 successi poi vince il titolo
Un dolce pensiero scandisce il lento avvicinarsi del derby. Nessuno a Formello pronuncia la parola scudetto, come la classifica autorizzerebbe a sognare. Il ds Tare ha scansato con prudenza l’argomento. Solo a cinque-sei giornate dal traguardo, con le stesse distanze, sarebbe logico pensarci. Domani la Lazio dovrà solo consolidare e aggiungere un altro mattone alla qualificazione Champions. Sette punti di vantaggio sulla Roma, dieci sull’Atalanta. Inzaghi deve evitare che Fonseca si riporti a meno 4. Può conservare lo stesso margine o allargare la forbice, volando a +10 con una partita da recuperare (il 5 febbraio all’Olimpico contro il Verona) e sarebbe un passo decisivo in chiave Champions, considerando il vantaggio nei confronti diretti. Ecco perché, almeno sino a domani sera, la Lazio dovrà ragionare solo sulle distanze dal quarto e dal quinto posto. Nella serie delle undici vittorie consecutive, avviata il 27 ottobre al Franchi, ci sono stati almeno tre o quattro passaggi chiave, anticipati dalla rimonta sull’Atalanta. Inzaghi, battendo Pioli, ha allungato sul Milan esattamente come aveva spento le ambizioni della Fiorentina di Montella e la voglia di risalire del Toro di Mazzarri. Nello stesso modo, dopo aver piegato due volte (compresa finale di Supercoppa) la Juve di Sarri, ha archiviato i sogni Champions del Cagliari e ha respinto il tentativo di rimonta del Napoli appena consegnato a Gattuso.
BIVIO. Ora deve replicare l’impresa con la Roma, allungando la serie e toccando quota 12. A quel punto,
sarebbe lecito cominciare a ragionare in modo diverso. Perché così raccontano i numeri e i precedenti svelati da Opta in relazione alla storia recente del campionato di Serie A. Nei quattro casi precedenti le squadre che hanno ottenuto 12 vittorie di fila hanno poi vinto lo scudetto. Ci sono riuscite l’Inter di Mancini nel 2006/07, la Juve di Conte nel 2013/14, la Juve di Allegri nel 2015/16 e nel 2016/17. Perché si dovrebbero negare chances alla Lazio? L’interrogativo resta in sospeso e andrebbe proiettato ai prossimi impegni. La Spal e il Verona all’Olimpico, la trasferta di Parma e il big match con l’Inter di Conte in casa. La Lazio, entro metà febbraio, può davvero costruire un sogno e mettersi nella scia della Juve, da ritrovare il 26 aprile all’Allianz Stadium. Partita scudetto come nel Duemila? Chissà. Le difficoltà si nascondono nella continuità di rendimento e nei numeri.
SOGLIA. Nelle ultime quattro stagioni sono serviti più di 90 punti per vincere il campionato. La Juve di Conte nel 2014 chiuse a quota 102. Al Napoli di Sarri, due anni fa, non ne bastarono 91. La quota scudetto non scende a 87 punti dal 2015. Nel 2012 Conte riuscì con 84 a precedere il Milan di Allegri: è stato anche l’ultimo anno in cui la Lazio (timonata da Reja) si classificò davanti alla Roma. Nelle successive sette stagioni i biancocelesti si sono sempre piazzati dietro. Per il miraggio scudetto servirebbero numeri impensabili (13-14 vittorie nelle prossime 19 partite) o il crollo contestuale di Juve e Inter, impegnate in Europa. Inzaghi si potrà concentrare solo sul campionato e preparerà una partita a settimana. Decisive la condizione atletica, gli infortuni e magari l’aiuto di Lotito e Tare per mettersi al sicuro allungando la panchina con un paio di colpi last minute entro il 31 gennaio. Poi forse la Champions potrebbe distrarre la Juve. Discorsi prematuri. Inzaghi ora deve centrare la dodicesima per blindare la Champions.
A Formello parlano solo di Champions ma questo è un vero bivio della stagione