«La C è il calcio che fa bene»
Il convegno a Roma Il presidente Ghirelli: Generiamo ogni anno un valore di 580 milioni
“Il calcio che fa bene al Paese”. E' il nome del primo studio di impatto di Lega Pro, realizzato con ItaliaCamp e presentato ieri, a Roma. Un progetto atto a misurare il ritorno sociale, educativo e culturale, oltre che economico, generato dalle attività della Serie C e dei 60 club che la compongono sparsi per l'Italia. Insomma, una vera e propria valutazione generale di quello che la terza serie del calcio tricolore rappresenta per il territorio: basti pensare che, oltre a produrre un valore economico e sociale di 580 milioni, ogni euro distribuito o investito dalla Lega Pro ne genera tre per l'intero sistema.
CIFREDACAPOGIRO. Folto il “parterre de roi” presente ieri per la proiezione di questi dati: dal presidente FIGC Gravina al numero uno di Lega Pro Francesco Ghirelli, dal Ministro per la Gioventù e lo Sport, Vincenzo Spadafora, alla presidentessa del Siena, Anna Durio, ed al Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Gian Paolo Manzella. «Dobbiamo guardare al futuro riducendo i costi e lavorando su nuovi asset che facciano incontrare club e giovani, innovando sempre e facendolo per primi - ha spiegato il Ghirelli - bisogna lavorare per far diventare i club imprese sostenibili e abbiamo chiesto il sostegno del Governo per un'azione di sistema. Tra cui credito di imposta per reinvestire nei centri sportivi giovanili, differenti criteri di ripartizione della legge Melandri, l'1% di introiti dalle scommesse sportive e la ridiscussione dell'imposizione IRAP sui contratti dei calciatori. Lo sciopero di dicembre (che bloccò la 20ª giornata di campionato alla vigilia dello scorso natale, ndc) è servito a far capire la nostra necessità di risposte».
Che arriveranno presto come ha spiegato il Ministro Spadafora: «Con la Lega Pro abbiamo avviato un tavolo di confronto importante. Serve aiutare le realtà locali a sviluppare il proprio lavoro, e prendo l'impegno di fare in modo che il tutto avvenga all'interno di una cornice data dallo Stato. A tal proposito stamattina (ieri mattina, ndc) ho indicato in Vito Cozzoli il nuovo presidente di Sport & Salute». Dulcis in fundo l'intervento del numero uno della FIGC, Gravina: «Non chiediamo soldi allo Stato, ma attenzione da parte delle istutizioni. Apprendistato e semiprofessionismo sono temi su cui vorremmo confrontarci, visto che sono anacronisticamente regolati da una legge che risale al 1981. Europei 2020? Un evento straordinario per il calcio italiano, Roma e l'Italia. A luglio - ha concluso Gravina - vorrei salire su un bellissimo aereo per Londra (sede della finale, ndc)».
Il Ministro Spadafora «Mano tesa da noi» E Gravina applaude «Istituzioni attente»