Corriere dello Sport

Il Bologna fa felice Mihajlovic

Bani ribalta il risultato all’89’: 2-1 al Brescia con Sinisa in panchina Venerdì sfida all’Olimpico

- Di Italo Cucci di Claudio Beneforti

Inumeri che raccontano le imprese piratesche di questo Bologna, pur motivo d’entusiasmo per statistici e fedeli, non potranno mai valere le espression­i del cuore di una squadra che molto ha dato e molto ricevuto sul fronte dei sentimenti, fino a vivere una stagione che col tempo diventerà racconto. Poi favola. La favola del Bologna che un giorno diventò come il suo tecnico, insaziabil­e, inarrestab­ile, audace fino in fondo. Mi direte: come la Lazio che le vittorie in Zona Inzaghi (qualche anno fa si diceva Zona Mazzarri, quando il Napoli dei Tre Tenori furoreggia­va) hanno portato sull’altare. Questa, se permettete, è un’altra storia: è la storia di Sinisa che ha cambiato non solo la classifica di una squadra che solo un anno fa tremava - e ancor prima soffriva di totale mancanza di personalit­à - ma la faccia di uno stadio, riempiendo­lo di risate, di gioia, quando in passato era già un lusso sorridere. È bello vedere un Bologna che come il mister non ci sta ad accontenta­rsi del pareggiott­o che può portarti al decimo posto, vietando tuttavia il viaggio sulle nuvole dell’Europa. Certe speranze sono nella gente che si sbraccia e s’abbraccia dopo avere subito eppoi messo sotto l’onesto Brescia; è la gente che compulsa il calendario e si permette d’immaginare un confronto con la Roma, venerdì, da rovesciare rispetto all’andata, quando Dzeko rovinò la festa. E fatemi dire che il Bologna sta trovando anche il giusto peso di due condottier­i messi insieme, Mihajlovic e Sabatini. Non è stato clamoroso come altri, il mercato invernale del Bologna, ma ho l’impression­e che il tecnico e il dirigente abbiano trovato con Dominguez e Barrow la giusta misura per rinforzars­i. Anzi: dippiù. Basta sentire Walter: «Facciamo un calcio prepotente, sfacciato, come Sinisa .... La sua arroganza benevola la trasferisc­e alla squadra. Il calcio che esprimiamo è arrogante e sfacciato. Già è una grande stagione...non mi importa di finire in Europa League o decimo, ma che lui sia sempre con noi».

Forse non s’è detto abbastanza dell’affare che ha fatto il Bologna conquistan­do Walter Sabatini. Uno vero del calcio vero. Uno di questi giorni lo chiamo per fare un viaggio nel futuro. Il passato è oggi, se n’è andato Luciano Gaucci, amico/nemico di tanti e di se stesso. Walter ne sa qualcosa. Io l’ho sentito anni fa, quand’era giá a Santo Domingo e la domenica, sulla spiaggia, s’era messo un bel televisore per seguire “la Giostra dei gol” di Rai Internatio­nal. Era scappato, saperlo fedele e speciale telespetta­tore mi fece venire l’idea di chiamarlo al telefono. E lui rispose dalla spiaggia: «Il cielo, il mare e il campionato: cosa volere dippiù». Era un protagonis­ta anche lui, vero Walter?

Trenta punti in classifica, fate conto che il mondo del Bologna si sia capovolto da un anno a questa parte, proprio in questi giorni. Il Bologna è a quota 14 e ha un piede e trequarti in serie B, non solo, (come se fosse oggi) deve giocare a San Siro contro l’Inter nella prima di Sinisa Mihajlovic. Che trionfa con un gol di testa firmato da Federico Santander. Sì, la Grande Rincorsa firmata Miha è cominciata proprio quella sera a Milano e si fermerà solo a metà maggio. Ieri, davanti a Sinisa che all’ultimo tuffo ce l’ha fatta a convincere i sanitari a dargli un permesso di qualche ora, il Bologna ha battuto il Brescia, regalandos­i tre punti che possono cambiargli la vita. Se a questo punto la squadra di Mihajlovic è legittimo che possa sognare addirittur­a uno sbarco in Europa? Detto che servirà assolutame­nte un’impresa affinché possa coltivare fino al termine del campionato questa speranza, soprattutt­o per quelli che sono i valori tecnici delle squadre che la precedono, è lecito aggiungere che il Bologna dovrà crescere in tutte e due le fasi del gioco e dovrà essere anche più concreto in zona gol. Perché ieri ha preso gol per la diciassett­esima volta di fila e ha sbagliato con Palacio gol che sembravano fatti. Dove vogliamo arrivare? Facile: se questo andazzo continuerà, lasciamoli ad altri i sogni di grandezza.

IL SOLITO ABBAGLIO. Su questi errori del suo campione il Brescia ha potuto continuare a vedere una luce in fondo al tunnel fino agli ultimi attimi della partita. Perché dopo essere stata aggredita e dominata dal Bologna per una bella fetta del primo tempo, la squadra di Corini è passata in vantaggio per un clamoroso abbaglio preso da Mbaye che ha atterrato Dessena in area di rigore. Ma poi è accaduto che gli uomini di Mihajlovic hanno ripreso da subito a comandare le operazioni, riuscendo ad agguantare il pari con un gol di destro di Riccardo Orsolini. Il che gli ha consentito di ripartire a mille all’ora nella seconda parte, con il Brescia che ha fatto fatica a fabbricare contrattac­chi, assaltato com’era sia sui sentieri laterali che su quelli centrali. Perché è vero che Torregross­a ha evidenziat­o ancora una volta le sue qualità, ma è altrettant­o vero che il Brescia non lo ha mai accompagna­to, consentend­o alla difesa del Bologna di non vivere di affanni. Dopo che nel primo tempo era stato costretto a impiegare Barrow al posto dell’infortunat­o Sansone, Sinisa ha forzato la situazione, con Santander che ha rilevato Mbaye.

ANCORA BANI. Il Bologna ha attaccato con continuità ma gli è mancato sempre un centesimo per fare un euro, perché a volte è stato bravo Joronen, a volte sono stati poco lucidi e concreti gli attaccanti rossoblù, che altre volte ancora hanno sbagliato l’ultimo passaggio. Va sottolinea­to come a un certo punto, soffrendo il cambio gioco del Bologna, Corini si sia messo a 5 dietro, ma se su questa giocata il Brescia ha trovato benefici, su altre ha continuato a soffrire. E su uno dei tanti cross finiti in mezzo dai lati, questa volta di Barrow, è stato ancora una volta Mattia Bani, al suo quarto gol dell’anno, a far scoppiare di gioia il Dall’Ara. Corini ha protestato per un eventuale fuorigioco di Denswil, dimentican­do come Cistana abbia svirgolato il pallone.

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