Il Bologna fa felice Mihajlovic
Bani ribalta il risultato all’89’: 2-1 al Brescia con Sinisa in panchina Venerdì sfida all’Olimpico
Inumeri che raccontano le imprese piratesche di questo Bologna, pur motivo d’entusiasmo per statistici e fedeli, non potranno mai valere le espressioni del cuore di una squadra che molto ha dato e molto ricevuto sul fronte dei sentimenti, fino a vivere una stagione che col tempo diventerà racconto. Poi favola. La favola del Bologna che un giorno diventò come il suo tecnico, insaziabile, inarrestabile, audace fino in fondo. Mi direte: come la Lazio che le vittorie in Zona Inzaghi (qualche anno fa si diceva Zona Mazzarri, quando il Napoli dei Tre Tenori furoreggiava) hanno portato sull’altare. Questa, se permettete, è un’altra storia: è la storia di Sinisa che ha cambiato non solo la classifica di una squadra che solo un anno fa tremava - e ancor prima soffriva di totale mancanza di personalità - ma la faccia di uno stadio, riempiendolo di risate, di gioia, quando in passato era già un lusso sorridere. È bello vedere un Bologna che come il mister non ci sta ad accontentarsi del pareggiotto che può portarti al decimo posto, vietando tuttavia il viaggio sulle nuvole dell’Europa. Certe speranze sono nella gente che si sbraccia e s’abbraccia dopo avere subito eppoi messo sotto l’onesto Brescia; è la gente che compulsa il calendario e si permette d’immaginare un confronto con la Roma, venerdì, da rovesciare rispetto all’andata, quando Dzeko rovinò la festa. E fatemi dire che il Bologna sta trovando anche il giusto peso di due condottieri messi insieme, Mihajlovic e Sabatini. Non è stato clamoroso come altri, il mercato invernale del Bologna, ma ho l’impressione che il tecnico e il dirigente abbiano trovato con Dominguez e Barrow la giusta misura per rinforzarsi. Anzi: dippiù. Basta sentire Walter: «Facciamo un calcio prepotente, sfacciato, come Sinisa .... La sua arroganza benevola la trasferisce alla squadra. Il calcio che esprimiamo è arrogante e sfacciato. Già è una grande stagione...non mi importa di finire in Europa League o decimo, ma che lui sia sempre con noi».
Forse non s’è detto abbastanza dell’affare che ha fatto il Bologna conquistando Walter Sabatini. Uno vero del calcio vero. Uno di questi giorni lo chiamo per fare un viaggio nel futuro. Il passato è oggi, se n’è andato Luciano Gaucci, amico/nemico di tanti e di se stesso. Walter ne sa qualcosa. Io l’ho sentito anni fa, quand’era giá a Santo Domingo e la domenica, sulla spiaggia, s’era messo un bel televisore per seguire “la Giostra dei gol” di Rai International. Era scappato, saperlo fedele e speciale telespettatore mi fece venire l’idea di chiamarlo al telefono. E lui rispose dalla spiaggia: «Il cielo, il mare e il campionato: cosa volere dippiù». Era un protagonista anche lui, vero Walter?
Trenta punti in classifica, fate conto che il mondo del Bologna si sia capovolto da un anno a questa parte, proprio in questi giorni. Il Bologna è a quota 14 e ha un piede e trequarti in serie B, non solo, (come se fosse oggi) deve giocare a San Siro contro l’Inter nella prima di Sinisa Mihajlovic. Che trionfa con un gol di testa firmato da Federico Santander. Sì, la Grande Rincorsa firmata Miha è cominciata proprio quella sera a Milano e si fermerà solo a metà maggio. Ieri, davanti a Sinisa che all’ultimo tuffo ce l’ha fatta a convincere i sanitari a dargli un permesso di qualche ora, il Bologna ha battuto il Brescia, regalandosi tre punti che possono cambiargli la vita. Se a questo punto la squadra di Mihajlovic è legittimo che possa sognare addirittura uno sbarco in Europa? Detto che servirà assolutamente un’impresa affinché possa coltivare fino al termine del campionato questa speranza, soprattutto per quelli che sono i valori tecnici delle squadre che la precedono, è lecito aggiungere che il Bologna dovrà crescere in tutte e due le fasi del gioco e dovrà essere anche più concreto in zona gol. Perché ieri ha preso gol per la diciassettesima volta di fila e ha sbagliato con Palacio gol che sembravano fatti. Dove vogliamo arrivare? Facile: se questo andazzo continuerà, lasciamoli ad altri i sogni di grandezza.
IL SOLITO ABBAGLIO. Su questi errori del suo campione il Brescia ha potuto continuare a vedere una luce in fondo al tunnel fino agli ultimi attimi della partita. Perché dopo essere stata aggredita e dominata dal Bologna per una bella fetta del primo tempo, la squadra di Corini è passata in vantaggio per un clamoroso abbaglio preso da Mbaye che ha atterrato Dessena in area di rigore. Ma poi è accaduto che gli uomini di Mihajlovic hanno ripreso da subito a comandare le operazioni, riuscendo ad agguantare il pari con un gol di destro di Riccardo Orsolini. Il che gli ha consentito di ripartire a mille all’ora nella seconda parte, con il Brescia che ha fatto fatica a fabbricare contrattacchi, assaltato com’era sia sui sentieri laterali che su quelli centrali. Perché è vero che Torregrossa ha evidenziato ancora una volta le sue qualità, ma è altrettanto vero che il Brescia non lo ha mai accompagnato, consentendo alla difesa del Bologna di non vivere di affanni. Dopo che nel primo tempo era stato costretto a impiegare Barrow al posto dell’infortunato Sansone, Sinisa ha forzato la situazione, con Santander che ha rilevato Mbaye.
ANCORA BANI. Il Bologna ha attaccato con continuità ma gli è mancato sempre un centesimo per fare un euro, perché a volte è stato bravo Joronen, a volte sono stati poco lucidi e concreti gli attaccanti rossoblù, che altre volte ancora hanno sbagliato l’ultimo passaggio. Va sottolineato come a un certo punto, soffrendo il cambio gioco del Bologna, Corini si sia messo a 5 dietro, ma se su questa giocata il Brescia ha trovato benefici, su altre ha continuato a soffrire. E su uno dei tanti cross finiti in mezzo dai lati, questa volta di Barrow, è stato ancora una volta Mattia Bani, al suo quarto gol dell’anno, a far scoppiare di gioia il Dall’Ara. Corini ha protestato per un eventuale fuorigioco di Denswil, dimenticando come Cistana abbia svirgolato il pallone.