MISCHIA SCUDETTO
Sarri sfida la Viola e tace sul mercato Conte va a Udine e lancia Eriksen Inzaghi con la Spal sogna il sorpasso
2-5 e 13
Stavolta il colpo non è rimasto in canna, l'Inter riparte da un Eriksen in più e una maglia da titolare contro l'Udinese che non è soltanto logica conseguenza di un centrocampo malconcio. C'è tutta la voglia di toccarlo con mano, il salto di qualità. Se l'ingresso del danese mercoledì in Coppa Italia ha avuto l'effetto di produrre un gol nel giro di un minuto, stasera a Udine dall'inizio ci saranno idee e geometrie del nuovo acquisto. «Eriksen era nelle condizioni di decidere e ha scelto l'Inter: questo deve riempirci di soddisfazione e orgoglio - ha ricordato ieri Conte, solennizzando a dovere l'arrivo del centrocampista - Significa che questo club all'esterno viene visto nella maniera giusta, con il lustro che merita. Non era scontato che Eriksen venisse qui. Abbiamo parlato molto col ragazzo per fargli capire cosa vogliamo da lui all'Inter, è un giocatore che sicuramente recepisce subito».
ORGOGLIO CONTE. I lineamenti tattici di Eriksen sono quelli che mancavano all'Inter. «Ha qualità, visione di gioco e può fare gol: le attitudini di un rifinitore. Sta entrando nell'idea di calcio che vogliamo proporre. L'ho trovato in condizioni discrete, anche se nel Tottenham ultimamente faceva solo spezzoni di partita. Siamo contenti di averlo con noi, aggiungendolo a un centrocampo che ha già buone caratteristiche. Come Inter abbiamo cominciato un percorso e bisogna avere pazienza». Antonio Conte tratteggia così l'ennesimo rinforzo - dopo Lukaku, Young, Moses e Sanchez - sbarcato in Italia dalla Premier League. Ausilio e Marotta li hanno pescati oltre Manica, i nuovi. Senza contare i tentativi per arrivare a Giroud del Chelsea. Nulla di casuale, per certi versi. L'appeal è lo stesso che si porta dietro il tecnico, tanto più che «al primo anno in Premier League ho vinto il campionato col Chelsea, e la stagione dopo la Fa Cup. Mentre Klopp non ha ancora vinto niente in Inghilterra e Guardiola non c’è riuscito al primo tentativo».
MERCATO LINEARE. Il post-mercato è quella finestra su un mese da esami a innesco rapido. L'Inter ha maneggiato con cura il mese di campagna acquisti, Conte può eliminare il concetto di emergenza già dalla tappa friulana ma alla Dacia Arena va per forza di cose ripreso il passo.
«L’Udinese ci ha già messi in difficoltà Il danese capisce tutto rapidamente»
Tre partite di campionato senza vincere rievocano tremendi fantasmi del recente passato, da caduta libera. Eppure l'Inter è lì, agganciata più che mai al treno-scudetto. «Finalmente il mercato è finito, ma per me era già tutto chiaro: ho spiegato che in caso di cessione avremmo potuto prendere altri giocatori. Così è stato, uscito Politano c'è stato l'ingresso di Eriksen, ad esempio».
ROTAZIONI. Il trappolone non è solo l'Udinese, ma pure la pressione che possono mettere addosso all'Inter
eventuali vittorie di Juve e Lazio oggi, aspettando il posticipo. «Affrontiamo una squadra che all'andata ci ha messo in difficoltà a livello di fisico e qualità - conclude Conte - Il tempo dirà se siamo attrezzati per tutte e tre le competizioni. Ora dobbiamo incrociare le dita affinché non ci siano altri infortuni: spero di poter essere più sereno nel fare rotazioni (Brozovic ieri è partito con la squadra; in compenso si è bloccato Handanovic, ndr) e lasciare qualcuno a riposo, cosa che in passato non è capitata».