IACHINI CARICA A TESTA BASSA
Il tecnico chiede ai suoi una prestazione maiuscola per rilanciarsi in classifica «Abbiamo giocato mercoledì, non mi torna... la Juve ha potuto godere dell’organizzazione tipo. Non cerco alibi, è solamente un dato di fatto»
Grazie al presidente Commisso per il mercato, ma adesso: «Abbiamo giocato mercoledì, non mi torna .... Veniamo da 6 gare in 20 giorni e in questa settimana abbiamo avuto la Coppa Italia mentre la Juve ha potuto godere dell’organizzazione tipo. Non cerco alibi, è semplicemente un dato di fatto, penso che sarebbe stato meglio giocare tutti insieme questa competizione. Quando si indossa questa maglia non bisogna mollare di un centimetro. Testa bassa, petto in fuori e verso l’impresa». Beppe Iachini sa che questa è una partita maiuscola. E chiede alla squadra una prestazione immensa.
GRAZIE. «Con la società avevamo parlato su come e dove intervenire, si è agito per l'immediato e per il futuro, secondo le strategie stabilite. Va detto che la società avrebbe voluto fare anche qualcosa in più, ma purtroppo non ci è riuscita, ci sono state delle difficoltà, dei rifiuti, delle situazioni particolari riguardo a giocatori che avrebbero potuto essere utili. Si è lavorato seguendo una certa logica per poter disputare un girone di ritorno migliore e tutti quelli che sono arrivati hanno il gradimento dell’allenatore».
SFIDA ALLA JUVE. Ecco la super-partita, contro la Juventus. «E’ una gara importante per Firenze, per i tifosi, per il club. Dispiace però doverla affrontare in emergenza, anzi dire emergenza forse è poco. Ma siamo consapevoli che andremo a giocarci la nostra partita con coraggio, intensità, personalità, organizzazione, questo serve per fare la partita perfetta. Ricordi da giocatore delle gare con la Juve? Ne ho giocate tante, con Baggio e marcandolo, ma erano altre epoche. Certo è sempre una sfida molto sentita per Firenze. Dovremo raccogliere tutte le energie che abbiamo. Contro la Juve da allenatore non ho mai vinto? E’ una bestia nera un po’ per tutti (sorride, ndr). Vorrebbe dire una grande impresa, guai essere timidi. Andremo a Torino a petto in fuori e testa alta, è questo che ho detto ai ragazzi».
NON SONO CATTIVO. «Dragowski ha detto che faccio paura, che urlo molto? Può essere che sia un po’ duro, ma visto che cerco di dare tanto pretendo anche tanto. Non sono un mostro (sorride, ndr), però pretendo, perché bisogna sempre cercare il gol, reagire sempre, essere squadra. Bisogna giocare con intensità, migliorare nel palleggio, sbagliare meno possibile i passaggi. La squadra ci sta provando, ci sono segnali di crescita, ma è solo un mese che lavoriamo assieme».
I NUOVI. «Igor è un difensore giovane e di buona personalità, mancino, può giocare centrale, ma anche laterale di sinistra come alternativa a Dalbert. Ha un buon piede, corsa e margini di miglioramento. In campo contro la Juve? Lo sto valutando anche se è appena arrivato, però avendo due squalificati in difesa può essere. Duncan? E’ un centrocampista dinamico, con buona tecnica, mancino e dunque nel nostro centrocampo dove tutti sono destri può essere importante. E sa anche fare gol. Non sarà però subito disponibile per un problema fisico».
IL MIO DYBALA. «E’ uno dei più forti attaccanti al mondo, l’ho allenato quando aveva 18 anni, c’è chi lo considerava un esterno, chi un trequartista, io gli dissi che per me era una prima punta al di là del fisico e infatti, lì davanti, è divenuto devastante come raccontano i suoi numeri. Inoltre è un ragazzo d'oro a livello umano, era sempre desideroso di imparare e a fine allenamento si fermava sempre con me per lavorare e migliora
«Andremo a Torino a petto in fuori è questo quello che ho detto ai ragazzi»
«Ho allenato Dybala a Palermo: è una punta devastante e un ragazzo d’oro»