Corriere dello Sport

Palacio e gli attimi fuggenti «Giocherò un altro anno»

«Il gol non mi interessa, il Bologna sì. Grande partita, facciamo calcio merito di Mihajlovic. Ora la Roma»

- Di Giorgio Burreddu

Il calcio è fatto di attimi. Quello giusto per fare un gol lo ha mancato di tanto così Rodrigo Palacio, uomo del fare, ma non uomo del gol. Non sempre, almeno. «Quale occasione sbagliata mi rimprovero? La seconda sono arrivato in corsa, Poli l’ha toccata prima. Nella prima azione dovevo calciare prima, ma non importa. Io guardo la vittoria, il gol non mi interessa». Alla sua età don Rodrigo ha imparato che qualche volta si può anche abbozzare, se un gol non arriva non è una tragedia. «Se segno e perdiamo non serve a niente. L’importante è la vittoria del Bologna». E’ sincero, fiero, come solo Palacio sa essere. «Continuerò un altro anno va avanti -, ma non so se ancora qui a Bologna». I dirigenti con lui parleranno, le intenzioni per andare avanti ci sono. «Speriamo», sorride Palacio che in settimana compir 38 anni. Anche per questo arriverà l’attimo giusto.

IDEE. L’attimo in cui Palacio ha partorito questo successo, in fondo, c’è: tocca il pallone per Bani, la traiettori­a scivola sui piedi del difensore che deve solo metterla dentro. Anche quello è un attimo decisivo. «È una vittoria molto importante, era una partita difficile quella contro il

Brescia e lo sapevamo davvero. La squadra c’era, si è visto subito, eravamo messi bene in campo e abbiamo giocato un bel calcio palla a terra, abbiamo fatto una gran gara». Questo è anche il suo Bologna, quello che stringe i denti, che non molla mai, che cerca sempre di arrivare alla meta. L’attimo giusto prima o poi arriva. «Manca ancora qualcosa - va avanti l’attaccante rossoblù -, ma giochiamo lo stesso calcio sempre e facciamo sempre la nostra partita. Dopo il gol abbiamo continuato a giocare. L’idea del gioco è sempre la stessa».

GRUPPO. Non è ancora il momento giusto per parlare di Europa, «quella è difficile, ma noi possiamo vincere tante partite. Ora abbiamo la Roma, ma pensiamo sempre a vincere». Vincere, sempre vincere: Palacio è uno che pensa in grande. E poi è lui quello che in campo dà le direttive, parla a tutti, va a parlare con Mihajlovic. Lo ha fatto anche ieri Palacio, è andato a discutere con il suo allenatore prima di riportare le indicazion­i a tutti gli altri. «Il gruppo è buono, siamo uniti. Lavoriamo molto. Quello con Mihajlovic è un buon rapporto, sappiamo quello che significa per lui questo momento. Siamo contenti di averlo come allenatore». Assicura Palacio che «ha cambiato la mentalità di gioco. E’ stato bravo in questi mesi, i compliment­i vanno anche allo staff».

KOBE. La stagione di Palacio è fatta di momenti gloriosi, e non sono sempre stati i gol a illuminarl­i. Più spesso gli attimi in cui ha dato palloni importanti, trascinato la squadra verso successi fondamenta­li. «E’ stata una gara quasi perfetta, a Roma adesso faremo la nostra partita. Mentalment­e da questa gara contro il Brescia esco forte: abbiamo vinto. Il problema sarebbe stato se avessimo perso o pareggiato». Va di corsa, Palacio. Verso questa seconda parte di stagione. Ma anche verso il PalaDozza, per andare a vedere il basket come fa sempre quando può. «Voglio ricordare anche Kobe. E’ stato un grande campione e quello che è successo è stato un grande dispiacere per tutti».

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LAPRESSE Il rigore di Torregross­a
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GETTY Palacio, l’occasione mancata
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GETTY IMAGES L’1-1 segnato da Orsolini

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