Super Bowl nel suo nome
MIAMI - Davanti al Mana Convention Center c'è una Rolls-Royce con l'effige di Kobe. Si trova in una delle zone più trendy di Miami, il Wynwood Arts District dove si è fermata la “Shaq's Fun House” per il suo party. Perchè il Super Bowl è sinonimo di feste e champagne e se, come sempre, “the show must go on”, Bryant continua a essere celebrato. È successo venerdì alla festa di Shaquille O'Neal, che donerà gli introiti alle famiglie delle vittime e alla fondazione di Kobe e Vanessa, poi in tutti gli altri appuntamenti che da una settimana riempiono strade e locali di South Beach. Lo stesso capiterà quando, nell'half-time, l'Hard Rock Stadium si trasformerà in un enorme palcoscenico con tutte le luci per Jennifer Lopez e Shakira che nelle loro performance ricorderanno il campione scomparso. A una settimana dal tragico schianto oggi Miami (per l'undicesima volta, un record) sarà il centro del mondo dello sport Usa: Kansas City Chiefs vs San Francisco 49ers, ecco il Super Bowl LIV. La partita che ogni anno incolla alla tv cento milioni di statunitensi, ma che questa volta porterà con sè anche il dramma di Calabasas.
KANSAS FAVORITO. Spot pubblicitari milionari come sempre, compresi quelli del presidente Trump e di uno dei possibili avversari di novembre, Michael Bloomberg. Scommesse, di ogni genere, anche sul colore del Gatorade con il quale verrà innaffiato il coach vincente (il viola su tutti). L'inno nazionale, eseguito da Demi Lovato con i jet dell'US Air Force che sorvoleranno lo stadio. Poi alle 18.30 locali, mezzanotte e mezza in Italia, il kick off. Favorito, di un punto e mezzo, Kansas
City, unico SB vinto mezzo secolo fa nel 1970 a New Orleans, mentre San Francisco è a quota 5 (l'ultimo nel 1995).
L'ABRUZZESE. Sarà la sfida tra i quarterback più forti: Patrick Mahomes vs Jimmy Garoppolo. Il primo atleta eccezionale, ha scelto il football, ma avrebbe potuto giocare a basket o a baseball. Il secondo pronto a continuare la tradizione italiana (nato nell'Illinois, origini abruzzesi, Vasto) del mitico Joe Montana (genitori italo-americani) che a San Francisco ha vinto quattro anelli, prima di chiudere proprio a Kansas City. Ma nei 49ers, in una NFL giunta alla 100ª stagione, c'è anche Katie Sowers, primo tecnico donna (assistente per l'attacco) e apertamente gay nella storia del Super Bowl.