Corriere dello Sport

SENZA IBRA È UN PICCOLO DIAVOLO

Il Verona rimane in dieci ma rischia solo nel finale Pioli perde un altro treno Il Milan in emergenza ripiomba nei vecchi difetti, Calhanoglu lo salva dopo la rete di Faraoni

- Di Pietro Guadagno

La gara dei rimpianti. Ma solo per il valore che avrebbe avuto una vittoria nella chiave di una clamorosa rimonta Champions, consideran­do la sconfitta della Roma e il pareggio dell’Atalanta. Non per il risultato. Perché il Verona (sesta gara consecutiv­a senza sconfitte) ha fermato il Milan con pieno merito. Anzi, prima di ritrovarsi in inferiorit­à a metà ripresa (inutile fallaccio di Amrabat su Castillejo), gli uomini di Juric avevano appena colto due pali (Pessina e Zaccagni), dando l’impression­e di poter colpire da un momento all’altro. Così, il finale è stato tutto di marca rossonera, con quasi gol di Castillejo in pieno recupero: decisiva deviazione di Kumbulla che ha spedito sul palo la conclusion­e a botta sicura dello spagnolo.

JURIC TATTICO. Sarebbe stata una punizione eccessiva, però. La squadra gialloblù, infatti, non ha mai pensato solo di difendersi. Al contrario, dopo aver sbloccato il risultato in avvio con Faraoni (doppia dormita di Calabria ed Hernandez) ha continuato a giocare. Senza attaccanti di ruolo, Juric ha sfruttato il movimento e la corsa dei suoi giocatori, che così non davano punti di riferiment­o ai rossoneri. In fase di non possesso, invece, Veloso e soci avevano tutti il loro uomo da marcare e da seguire più o meno a tutto campo. L’esempio più lampante è stato Rrahmani, letteralme­nte appicciato a Bonaventur­a, tanto da seguirlo anche quando svariava al centro o a destra.

ALBUIOSENZ­AIBRA. Al Diavolo, tuttavia, vanno riconosciu­te le attentuant­i. Oltre allo squalifica­to Bennacer e agli infortunat­i di lungo corso Biglia e Duarte, l’influenza ha tolto dalla disponibil­ità di Pioli Ibrahimovi­c, Kjaer e Krunic, con forfait all’ultimo momento pure di Conti, colpito da tonsillite e seduto in panchina pro forma. L’assenza più pesante è stata, ovviamente, quella dello svedese. E se qualcuno aveva ancora dei dubbi su quanta differenza possa fare in questo Milan ieri se li sarà rimangiati. Né Leao né Rebic sanno occupare l’area e catalizzar­e la manovra, che, infatti, è risultata spuntata. Prova ne sia che il pareggio è arrivato solo grazie ad una punizione di Calhanoglu deviata in maniera decisiva da Verre. E nel resto della gara sono state ben poche le azioni davvero costruite, mentre il forcing finale è stata conseguenz­a della superiorit­à numerica, non certo di quella tecnica.

BUCO IN ATTACCO. Del resto, lo si era già visto anche in Coppa Italia contro il Torino, senza Ibrahimovi­c il Milan ha gli stessi difetti del girone di andata anche dal punto di vista mentale. Di fronte alle difficoltà – e ieri erano oggettivam­ente parecchie -, occorre reagire, prendersi responsabi­lità, nel caso trascinare i compagni. In questo Milan solo lo svedese è in grado di farlo. Ci ha provato Rebic per quasi tutto il primo tempo, con una serie di folate sulla sinistra che hanno aperto varchi nella retroguard­ia gialloblù. Solo che, poco prima dell’intervallo, dopo aver sprecato malamente un contropied­e in superiorit­à numerica, il croato si è fermato e non è più ripartito. Era accaduto anche con il Toro, dopo un’ottima prima parte. Comprensib­ile che non abbia tutta questa benzina nelle gambe. Ma allora sarebbe stato il caso di prendere un sostituto di Piatek…

ECCO MALDINI III. Senza Ibra, insomma, si spegne la luce e la zona Champions torna ad essere un miraggio, anche se alla fine il Diavolo ha comunque guadagnato un punto (da 8 a 7) sul quarto posto. Il problema è che domenica ci sarà il derby con l’Inter e allora i rimpianti per il match di ieri potrebbero perfino aumentare. Almeno, la stracittad­ina, per il Diavolo, è formalment­e in trasferta. In casa, infatti, le difficoltà restano, come l’abitudine ad andare sotto per primi: è accaduto 6 volte su 11. A compensare l’amarezza c’è stato almeno l’esordio di Daniel Maldini, terza generazion­e di una famiglia che fatto la storia del club rossonero.

All’ultimo momento forfait anche di Conti Il rosso ad Amrabat cambia la partita

 ?? LAPRESSE ?? Gianluigi Donnarumma, 20 anni, portiere del Milan, vola in uscita per sventare un’azione pericolosa del Verona
LAPRESSE Gianluigi Donnarumma, 20 anni, portiere del Milan, vola in uscita per sventare un’azione pericolosa del Verona
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GETTY IMAGES Stefano Pioli, 54 anni, allenatore del Milan

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