Corriere dello Sport

Leggenda Nole ora è il numero 1

Dominic spreca una palla break nel quarto set, il serbo si salva con un serve&volley d’altri tempi

- Di Stefano Semeraro

Open d’Australia: Djokovic batte Thiem e sorpassa Nadal

Il dito punta in alto, a indicare un pensiero per Kobe Bryant, l’amico scomparso, il consiglier­e eccellente che gli spiegava come risalire dagli scantinati della delusione quando gli Slam sembravano un sogno lontano. Ma anche a segnare che in cima, al numero 1 del mondo, adesso, c’è di nuovo lui. Novak Djokovic , il “Re d’Australia” come lo chiama Dominic Thiem, che proprio contro lo sfidante austriaco si è presa l’ottava finale sul Centrale di Melbourne Park, scavalcand­o Nadal e issandosi a quota 17 Slam: due meno di Rafa, a tre dal record di 20 che il 38enne Federer custodisce ormai con inquietudi­ne crescente.

Stavolta è stata durissima. Quattro ore e 3 minuti di lotta totale contro i top spin palestrati di Thiem, che dopo aver perso il primo set lo ha messo sotto, di brutto, nel secondo e nel terzo. E nel quarto ha avuto una palla break per chiudere i conti, con la partita e con il passato, e diventare il 150º vincitore di Slam. Il primo di una nuova era.

IL SALVATAGGI­O. Novak però l’ha salvata con un serve&volley che nel 2008, al tempo del suo primo successo australian­o, probabilme­nte non avrebbe neanche immaginato. Per due set ha patito, ha litigato con l’arbitro («bravo, adesso sei diventato famoso!») è sembrato cotto, sul punto di crollare. E anche uscito dal campo per farsi trattare dal medico, irritando chi considera certe sue pause un mindgame, un tranello mentale per far rosolare gli avversari. Poi è rinato, come sanno fare i grandi, e nel quinto si è seduto sulla sponda del fiume, aspettando che Thiem si soffocasse con la tensione, gli errori, la fretta di chiudere. Con la paura di non essere ancora all’altezza. Quando l’ultimo diritto dell’austriaco è finito largo qualcuno lo ha fischiato come capita spesso al Fuoriclass­e Che Non Riesce A Farsi Amare - ma il centrale degli Australian Open è casa sua, e Melbourne è piena di serbi che lo hanno incoraggia­to, applaudito, osannato. Lanciato nelle corsa a tre con Federer e Nadal verso il record finale di Slam.

«La Serbia contro il mondo», c’è scritto sulla maglietta di uno dei suoi fan, e la voglia di rivincita è anche la benzina che muove il Djoker. Oggi, come quando ha iniziato a colpire palline da ragazzino, nel mezzo della Guerra dei Balcani. «Io vengo letteralme­nte dal niente», ha detto. «Da condizioni di vita molto difficili per la mia famiglia, per tutto il mio popolo. Per questo sono capace di trovarmi dentro una marcia in più. Durante la guerra dovevamo fare la fila per tutto, per il pane, l’acqua, il latte. Sono cose che ti rendono più forte, affamato di successo qualsiasi cosa decidi di fare».

GRANDESLAM­2020. Vuole diventare il più grande: se non per la maggioranz­a del popolo del tennis, che stravede per l’eleganza Federer e lo considera un usurpatore, almeno per le statistich­e. Il 17º Slam lo ha vinto a 32 anni e 7 mesi, in ritardo di sette mesi su Nadal e di quasi di due anni su Federer, ma ora vede il traguardo prima della curva, teoricamen­te può raggiunger­lo nel 2020 completand­o il Grande Slam.

Gli inseguitor­i restano lontanissi­mi. Thiem è alla sua terza finale persa dopo le ultime due a Parigi contro Rafa, qui ha giocato un torneo fenomenale, come Medvedev a New York, ma come il russo non è riuscito a muovere l’ultimo passo. «Adesso sento solo un senso di vuoto», dice The Dominator, che nei quarti si era già sfinito per battere Nadal. «Penso che vincere uno Slam sia una questione di dettagli, se avessi trasformat­o quella palla break nel quarto set ora sarei io con la coppa in mano. Il fatto che i tre più grandi di sempre giochino nella stessa epoca però rende tutto più difficile per gli altri. Ma devo lavorare, e darmi un’altra possibilit­à: il mio primo Slam vorrei vincerlo con loro tre ancora in circolazio­ne, perché varrebbe di più». Come ha ragione.

«La Guerra nei Balcani mi ha reso inarrendev­ole» Dedicata a Kobe

 ??  ??
 ?? GETTY ?? Novak Djokovic, 32 anni, ha vinto tutte e otto le finali disputate a Melbourne. E ieri ha dedicato il successo all’amico Kobe
GETTY Novak Djokovic, 32 anni, ha vinto tutte e otto le finali disputate a Melbourne. E ieri ha dedicato il successo all’amico Kobe

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy