Ragazze da urlo lo sci siamo noi
Brignone e Goggia ai primi due posti nel superG di Sochi
Le nostre ragazze non tradiscono mai. La Valanga Rosa si abbatte anche sulle montagne che ospitarono l’Olimpiade invernale del 2014 e che in questi giorni sembravano non volerne sapere di lasciare spazio alla Coppa del Mondo femminile, a causa delle fitte nevicate. Già in molti mormoravano che avevano fatto bene le assenti Mikaela Shiffrin e Petra Vlhova a rinunciare alla trasferta russa e, invece, Federica Brignone e Sofia Goggia han dimostrato che le presenti hanno sempre ragione, catapultandosi sui primi due gradini nel superG.
ABITUDINE. Ormai è un’abitudine per l’Italsci piazzare almeno due atlete sul podio, visto che è la quinta volta che accade in questa stagione, la quarta ai primi due posti (compresa la tripletta nella tappa precedente di Bansko). A Rosa Khutor, Fede ha inanellato la quarta vittoria della sua incredibile stagione, regalando alla squadra azzurra femminile la settima meraviglia per un totale di 20 podi complessivi. Non è un caso che la nostra nazionale domini la classifica generale per nazioni. «Dopo il superG di Bansko, in cui sono caduta quando era veramente a un passo dalla vittoria, volevo riprendermi ciò che avevo perduto - ha spiegato la carabiniera valdostana, ricostruendo poi la sua cavalcata vittoriosa - Era una pista molle, senza particolari pendenze, che non si adattava troppo alle mie caratteristiche e in cui la velocità era relativamente bassa, ma ho provato ugualmente a spingere. Ho commesso un grossissimo errore a metà del percorso, guardando i tempi mi sono resa conto di avere lasciato per strada oltre mezzo secondo, tuttavia l'obiettivo era affrontare ogni curva al 100% ed è stato quello che ha fatto la differenza».
Un trionfo che le ha permesso di balzare al comando della terza classifica di specialità: dopo i pettorali rossi in gigante e combinata, ora la carabiniera valdostana indosserà anche quello di superG. Ha tre sfere di cristallo nel mirino, che diventano quattro quella di parallelo in cui attualmente occupa la terza posizione. La scelta di rischiare e di presentarsi al cancelletto di partenza di Rosa Khutor per prendersi la leadership del superG, dunque, ha pagato: «Sono felice che siamo riuscite a correre dopo tutte le cancellazioni di questi giorni, sono due anni che gli organizzatori si impegnano per riuscire a farci partire. Sono contenta di essere venuta in Russia perché sono stata a lungo indecisa e ho sciolto le riserve soltanto all’ultimo».
GOGGIA AL BUIO. A rendere la campagna russa trionfale per l’Italsci è stata Sofia Goggia che, pur di esserci, si è fatta preparare una speciale protezione alla tibia della gamba destra in seguito alla caduta nella prima discesa di Bansko. Come al solito, non si è limitata alla pura presenza, ma ha sfrecciato fino al secondo posto. «Sono rimasta un po' sorpresa al traguardo perché sono stati giorni confusi, dove l'indecisione è stata massima fra prove fissate e mai disputate, così come la discesa - ha dichiarato la finanziera bergamasca - Per me è stato difficile dal punto di vista psicologico, non facevo velocità da una settimana e da un certo punto di vista correvo al buio perché non avevo mai sperimentato la protezione alla tibia dolorante, posizionata fra la calza e la scarpetta. Diciamo che ho fatto un "come back" alla Goggia: tiro fuori il meglio di me quando sono con le spalle al muro».
E ora Sofi rilancia: «Quando si conquista un podio in una gara dove non sai nemmeno se sarai in partenza, è sempre un aspetto positivo, oltretutto in un periodo difficile per me e tutto ciò mi dà molta fiducia. In realtà, quest'anno vado forte in allenamento, mi è mancata la costanza in gara. Adesso andiamo a Garmisch, dove l'anno scorso arrivai due volte seconda al rientro dopo l'infortunio al malleolo. Credo proprio che ci divertiremo». E la buona notizia è che oggi arriverà l’ufficialità del recupero (venerdì) nella località tedesca della discesa saltata sabato scorso a Rosa Khutor: un’altra grande occasione per le donne jet azzurre.
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Goggia: «Che caos, ma quando sono in difficoltà tiro fuori il meglio di me»