Favola Wierer è oro mondiale
Biathlon, inseguimento: Dorothea trionfa in casa un solo errore dopo il testa a testa con la Hermann
La beniamina di casa, di giallo vestita, entra per prima al poligono finale. È la leader di Coppa del Mondo, la donna copertina di questo Mondiale nella valle in cui è nata: Dorothea Wierer vuole chiudere in bellezza l’inseguimento aureo che l’ha vista scattare per settima dopo la sprint di venerdì. Le avversarie che la precedevano le ha piano piano messe in fila, con tre sessioni di tiro perfette, due a terra e una in piedi e ora non resta che coprire quegli ultimi cinque bersagli in piedi.
DUELLO. Affianco a lei c’è la norvegese Marte Olsbu Roeiseland (oro nella sprint), l’ultimo baluardo. Più di ventitremila spettatori trattengono il fiato. Quegli attimi sembrano eterni e Doro, qualche minuto più tardi, li rivivrà così, rammentando la vittoria dello scorso anno in Coppa del Mondo, proprio nell’inseguimento qui ad Anterselva: «Durante la gara, ho pensato a quel poligono e ho cercato di non forzare troppo sugli sci perché vedevo che la Roeiseland andava poco più forte. Ho cercato di frenare un attimo, perché sapevo che l’ultimo era il poligono decisivo, sapendo anche che il tiro in piedi è molto difficile qua».
INSIDIE. I 1600 metri d’altitudine, infatti, rendono ancora più insidioso dosare il respiro per sparare i colpi giusti. Doro manca il primo. «In quel momento ho pensato: adesso concentrati solo sul lavoro che hai fatto e non pensare al risultato». La finanziera altoatesina prende fiato, rientra nel suo micromondo e colpisce gli ultimi quattro, affrettandosi a coprire il giro di penalità, mentre alla Roeiseland ne toccano due quanti gli errori. «E dire che nell’azzeramento al poligono del riscaldamento, non ero stata perfetta. Meglio così, perché così ho curato ogni singolo colpo in gara», ha ammesso con un sorriso l’azzurra.
LEADER. Al poligono, a osservare ammirato c’è anche lo sciatore Christof Innerhofer, che per la prima volta può godersi questo spettacolo dal vivo, mentre poco più in là c’è un habitué come Valentina Turisini, argento nel tiro a segno ad Atene 2004. Doro s’invola e prende il largo, alle sue spalle la norvegese è raggiunta dalla tedesca Denise Herrmann, ma il temibile tandem è troppo lontano per intimorire la stella azzurra.
DOROMANIA. Sugli spalti, impazza la Doro mania. Mercoledì scorso, Fabrizio Marini e Matteo Mongardini sono partiti da Roma in treno e si sono sciroppati sette ore di viaggio per assistere dal vivo al loro primo Mondiale di biathlon. Piccolo particolare: Fabrizio è cieco dalla nascita e i suoi occhi sono la voce di Matteo. «L’atmosfera è stata magica, mi sono lasciato trasportare dalle emozioni e quando Matteo è rimasto senza voce, ho capito che avremmo vinto l’oro». Un momento così magico, al punto che nemmeno chi è in pista se lo vuole perdere. «Ho smesso di pensare alla mia gara e mi sono lasciata distrarre dal maxischermo per vedere l’arrivo trionfale di Doro», ha rivelato Federica Sanfilippo, amica fraterna della regina azzurra e ieri 33ª al traguardo.
EMOZIONE. Quegli ultimi metri, Doro non li scorderà mai: «Ero molto emozionata perché c’erano tutti i tecnici e gli skimen ad aspettarmi vicino al traguardo e vedevo dalle loro facce quanto erano felici per me. Poi c’era tutta la mia famiglia a fare il tifo con mio marito Stefano: è stata la giornata perfetta». L’Italia festeggia la seconda medaglia casalinga dopo l’argento di giovedì nella staffetta mista e manca ancora una settimana alla fine del Mondiale che ha già contorni trionfali: sabato, come ha confermato ieri con un tweet, arriverà anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a fare il tifo per Doro e compagni. Il biathlon si gode la sua epoca d’oro.
Straordinaria impresa di Dorothea Wierer: vince il titolo nella sua Anterselva all’ultimo colpo 23mila tifosi in delirio
«Ho pensato a quel poligono per tutta la gara e non ho forzato sugli sci»