Sarri cede all’evidenza «Meglio lasciarli liberi»
La Juve riparte. Senza incantare, anzi, ma si rimette in moto e resta in vetta. «Abbiamo fatto quello che dovevamo fare» riassume Maurizio Sarri in capo a una partita in cui di buono ci sono soltanto i tre punti e poco altro. Vale a dire Dybala ancora sopra le righe: con la decima perla su punizione in A è salito a quota 90 gol in bianconero («Ogni volta un’emozione diversa e la stessa gioia» il suo messaggio sui social), Cuadrado sempre più in palla nel suo ruolo naturale di attaccante esterno e Chiellini di nuovo in campo.
«Siamo in evoluzione, possiamo migliorare in tutto - rileva il tecnico -. Negli ultimi quindici giorni avevamo fatto passi indietro, speriamo che questo sia l’inizio di una nuova progressione. Stiamo cercando di far giocare in maniera diversa una squadra che per anni ha praticato un altro calcio». La transizione è ancora in atto, quindi. «Mi aspettavo che fossimo più avanti? Dipende rispetto a che cosa. La Juve non giocherà mai come le mie squadre del passato, ha altre caratteristiche e io sto cercando di adattarmi. Mai avrei dato tanta libertà a Dybala; invece questi sono giocatori individualisti, fortissimi, che esprimono il loro meglio in questo modo. Se si cerca un’organizzazione collettiva come in altre mie squadre, qui non la si vedrà mai».
VERIFICHE. Per adesso l’importante è allontanare i sintomi di una crisi strisciante: «A livello di energia e aggressività ho visto qualcosa in più rispetto alle ultime partite; ora aspettiamo verifiche più importanti». Che sono in arrivo: dopo la Spal, sabato prossimo, ecco il trittico Lione-Inter-Milan. «Abbiamo sbagliato due partite in due settimane, non è che sono mancati i risultati per tre mesi consecutivi. La squadra era abituata, in questo momento del campionato, ad avere più punti di vantaggio e quindi l’ambiente va in fibrillazione. Io invece, vivo tutto in maniera normale; bisogna trasmettere serenità alla squadra e avere equilibrio». Lo Stadium, invece, qualche volta ha rumoreggiato. Il Comandante fa il pompiere: «E’ uno stadio abituato bene e quindi diventa esigente. Anche il Bernabeu viene giù al primo passaggio sbagliato… E poi tutta questa freddezza io non l’ho vissuta».
Senza Ronaldo, Sarri si è affidato ad un inedito tridente Cuadrado-Higuain-Dybala: «Adesso l’orientamento è giocare con i tre davanti, anche se non ho una preferenza ben distinta rispetto al trequartista, e hanno fatto piuttosto bene. Paulo aveva molta più libertà di movimento sul fronte offensivo e in fase di ripiegamento e Juan si doveva adeguare alla sua posizione». Per questo, presto il colombiano si è spostato a sinistra, da dove poi ha trovato il gol. Higuain, invece, ha rimandato ancora l’appuntamento con la rete: «A volte gli attaccanti segnano sempre, altre non sono fortunati, sono momenti. Gonzalo nel primo tempo ci ha messo del suo attaccando poco la porta; nella ripresa ha avuto un pizzico di sfortuna perché poteva segnare in un paio di occasioni. Lui deve vivere senza ansie; il gol deve essere conseguenza della prestazione». E Ronaldo? «Era giusto che riposasse, non può fare 75 partite all’anno».
«Non vedrete mai in questa Juventus l’organizzazione di altre mie squadre»
La Joya contro i fischi dei tifosi
Paulo Dybala, 26 anni, esulta dopo aver segnato il suo
90º gol con la Juventus e rimprovera ai tifosi la contestazione precedente: “Non fischiate, non ce lo meritiamo”, è il messaggio di quell’indice agitato in aria
PARLA RABIOT. L'ultima parola infine spetta ad Adrien Rabiot, finalmente in grado di avere la continuità inseguita fin dal suo arrivo alla Continassa: «Le difficoltà iniziali sono state soprattutto di natura atletica, dalla condizione fisica poi dipende tutto il resto e quando l'ho trovata ho cominciato a provare sempre più confidenza». Ancora la partita con la Spal, poi si torna in Champions: «Continuo a seguire il campionato francese e il Lione per vari motivi sta trovando qualche difficoltà, ma è un'ottima squadra con giocatori importanti. E giocare da loro sarà durissimo, a Lione troveremo un ambiente caldissimo».