Corriere dello Sport

Sarri cede all’evidenza «Meglio lasciarli liberi»

- Di Filippo Bonsignore

La Juve riparte. Senza incantare, anzi, ma si rimette in moto e resta in vetta. «Abbiamo fatto quello che dovevamo fare» riassume Maurizio Sarri in capo a una partita in cui di buono ci sono soltanto i tre punti e poco altro. Vale a dire Dybala ancora sopra le righe: con la decima perla su punizione in A è salito a quota 90 gol in bianconero («Ogni volta un’emozione diversa e la stessa gioia» il suo messaggio sui social), Cuadrado sempre più in palla nel suo ruolo naturale di attaccante esterno e Chiellini di nuovo in campo.

«Siamo in evoluzione, possiamo migliorare in tutto - rileva il tecnico -. Negli ultimi quindici giorni avevamo fatto passi indietro, speriamo che questo sia l’inizio di una nuova progressio­ne. Stiamo cercando di far giocare in maniera diversa una squadra che per anni ha praticato un altro calcio». La transizion­e è ancora in atto, quindi. «Mi aspettavo che fossimo più avanti? Dipende rispetto a che cosa. La Juve non giocherà mai come le mie squadre del passato, ha altre caratteris­tiche e io sto cercando di adattarmi. Mai avrei dato tanta libertà a Dybala; invece questi sono giocatori individual­isti, fortissimi, che esprimono il loro meglio in questo modo. Se si cerca un’organizzaz­ione collettiva come in altre mie squadre, qui non la si vedrà mai».

VERIFICHE. Per adesso l’importante è allontanar­e i sintomi di una crisi strisciant­e: «A livello di energia e aggressivi­tà ho visto qualcosa in più rispetto alle ultime partite; ora aspettiamo verifiche più importanti». Che sono in arrivo: dopo la Spal, sabato prossimo, ecco il trittico Lione-Inter-Milan. «Abbiamo sbagliato due partite in due settimane, non è che sono mancati i risultati per tre mesi consecutiv­i. La squadra era abituata, in questo momento del campionato, ad avere più punti di vantaggio e quindi l’ambiente va in fibrillazi­one. Io invece, vivo tutto in maniera normale; bisogna trasmetter­e serenità alla squadra e avere equilibrio». Lo Stadium, invece, qualche volta ha rumoreggia­to. Il Comandante fa il pompiere: «E’ uno stadio abituato bene e quindi diventa esigente. Anche il Bernabeu viene giù al primo passaggio sbagliato… E poi tutta questa freddezza io non l’ho vissuta».

Senza Ronaldo, Sarri si è affidato ad un inedito tridente Cuadrado-Higuain-Dybala: «Adesso l’orientamen­to è giocare con i tre davanti, anche se non ho una preferenza ben distinta rispetto al trequartis­ta, e hanno fatto piuttosto bene. Paulo aveva molta più libertà di movimento sul fronte offensivo e in fase di ripiegamen­to e Juan si doveva adeguare alla sua posizione». Per questo, presto il colombiano si è spostato a sinistra, da dove poi ha trovato il gol. Higuain, invece, ha rimandato ancora l’appuntamen­to con la rete: «A volte gli attaccanti segnano sempre, altre non sono fortunati, sono momenti. Gonzalo nel primo tempo ci ha messo del suo attaccando poco la porta; nella ripresa ha avuto un pizzico di sfortuna perché poteva segnare in un paio di occasioni. Lui deve vivere senza ansie; il gol deve essere conseguenz­a della prestazion­e». E Ronaldo? «Era giusto che riposasse, non può fare 75 partite all’anno».

«Non vedrete mai in questa Juventus l’organizzaz­ione di altre mie squadre»

La Joya contro i fischi dei tifosi

Paulo Dybala, 26 anni, esulta dopo aver segnato il suo

90º gol con la Juventus e rimprovera ai tifosi la contestazi­one precedente: “Non fischiate, non ce lo meritiamo”, è il messaggio di quell’indice agitato in aria

PARLA RABIOT. L'ultima parola infine spetta ad Adrien Rabiot, finalmente in grado di avere la continuità inseguita fin dal suo arrivo alla Continassa: «Le difficoltà iniziali sono state soprattutt­o di natura atletica, dalla condizione fisica poi dipende tutto il resto e quando l'ho trovata ho cominciato a provare sempre più confidenza». Ancora la partita con la Spal, poi si torna in Champions: «Continuo a seguire il campionato francese e il Lione per vari motivi sta trovando qualche difficoltà, ma è un'ottima squadra con giocatori importanti. E giocare da loro sarà durissimo, a Lione troveremo un ambiente caldissimo».

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