Corriere dello Sport

Gattuso: Ho detto no al giorno libero Non mi fido, serve avere continuità

«Il Napoli ha tenuto bene il campo come con l’Inter ma con un gioco sviluppato venti metri più avanti»

- Di Giuseppe Amisani

La squadra cresce, migliora settimana dopo settimane e se nelle ultime sei partite, tra coppa e campionato, ha colleziona­to ben cinque vittorie e una sola sconfitta, grandi meriti vanno dato a Rino Gattuso che sta plasmando la squadra a sua immagine e somiglianz­a. Un gruppo di campioni dalle grandi qualità che, però, non riuscivano a trovare la serenità e la grinta giusta per esprimersi al meglio. Niente bacchetta magica ma alternando bastone e carota, il tecnico azzurro è riuscito a regalare la svolta ai tifosi che ora possono riprendere a esultare.

VITTORIA DI CARATTERE - «Il Napoli a mia somiglianz­a? Non credo ci debba essere una squadra di Gattuso, ma deve venire fuori un Napoli che riesce a fare bene le due fasi». Piedi per terre e nessuna esaltazion­e sono parte del credo calcistico dell’allenatore partenopeo che non vuole certo modificare il suo modo di essere. «Quando sono arrivato, non facevamo benissimo la fase difensiva e io non sono un tecnico che vuole che sia fatta bene solo una delle due fasi. Mi piace che i ragazzi facciano tutto come io chiedo, voglio un pressing organizzat­o e un modo di giocare che metta tutti nelle condizioni di rendere al massimo. Inizialmen­te la squadra si esprimeva con una pressione super offensiva ma per il momento non possiamo permetterc­i di farla». E allora meglio rimboccars­i le maniche e cercare, a piccoli passi, quei progressi che a fine stagione potranno regalare qualche piacevole sorpresa. «Siamo sulla strada giusta anche perché non è mai facile venire qui e riuscire a fare risultato. Il Cagliari è vero che sta avendo grandissim­e difficoltà nei risultati nell’ultimo periodo, ma in uno stadio come questo non è mai facile giocare. E loro avevano dei giocatori davanti che ci potevano creare delle difficoltà in qualsiasi momento». Soddisfazi­one doppia, quindi, per Gattuso che vede crescere e migliorare il suo meraviglio­so giocattolo. «Abbiamo fatto bene come in casa dell’Inter ma con un gioco che si è sviluppato venti metri più avanti. E sono contento per come siamo riusciti a tenere il campo».

VERSO IL FUTURO. Ma qualcosa che è andato storto c’è stata e per questo il tecnico del Napoli non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia. «I ragazzi mi hanno chiesto un giorno libero ma ho detto di no perché, come ho detto, ancora non mi fido. Non appena abbiamo abbassato la guardia, abbiamo rischiato e invece ora abbiamo solo bisogno di fare una serie di partite come le ultime due. E fondamenta­le sarà la compattezz­a, sia nostra che di tutto l’ambiente». La piena maturità, però, si avvicina e anche se con qualche rammarico («dovevamo chiuderla negli ultimi quindici minuti perché non averlo fatto ci ha portato a correre qualche rischio») ma il bicchiere è sempre più pieno. «Mi è piaciuta, però, la voglia di stare in campo e di aiutarsi a vicenda». La rincorsa è partita e per capire dove potrà arrivare, sarà necessario attendere ancora qualche turno, ma intanto Rino Gattuso si gode un Mertens di nuovo decisivo. «Se ha fatto 120 gol con la maglia del Napoli, non lo scopro certo io. Lui fa sembrare tutto facile e ormai non mi stupisce più perché abbina grandissim­a qualità alla furbizia nelle giocate. Peccato solo abbia 33 anni. Il contratto in scadenza? Io faccio l’allenatore e il club sa quello che penso di ogni singolo giocatore, ma poi a fare le scelte è la società che fa tante valutazion­i perché è un’azienda».

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