«FACCIA DA IBRA TESTA DA MILAN»
Il tecnico chiede concentrazione: «Costruiamo il futuro» Pioli: Sappiamo essere squadra e stare attenti Non voglio fare un finale anonimo
Quindici partite alla fine del campionato, 45 i punti in palio, una semifinale di ritorno di Coppa Italia che da sola vale un’intera stagione perché si tratta di capovolgere il pronostico che vede la Juventus favorita dopo il polemico 1-1 della gara d’andata di San Siro. Da qui a fine campionato (24 maggio) il Milan di Pioli dovrà fare di tutto, di più per tentare di smentire una classifica che, alla vigilia della sfida di questa sera (ore 20,45) contro il Torino, lo vede attardato di ben 13 punti dal quarto posto saldamente nelle mani dell’Atalanta. In realtà anche il quinto (-7 dalla Roma) non è proprio a portata di mano. Il sesto o il settimo (-3 dal Verona e dal Parma) sono quanto mai scomodi: dopo Euro 2020 il triplo turno preliminare appare decisamente complicato da affrontare a inizio stagione per accedere al girone di qualificazione di Europa League.
NO ANONIMO. Stefano Pioli non abbassa la guardia. Di questo Milan non c’è da fidarsi. Il suo futuro sulla panchina rossonera dipende dai risultati, ma il tecnico è già pronto a sventare eventuali cali di tensione dei suoi giocatori. «Bisogna mantenere altissima l'attenzione, non possiamo permetterci di fare un finale di campionato anonimo - ha puntualizzato -. Quindici partite sono tante ma non dobbiamo più perdere tempo, né avere cali di concentrazione. Dobbiamo costruire qualcosa di importante per quest'anno e per il futuro».
Questa sera contro il Torino il Milan avrà, come è accaduto nel derby e contro la Juve, una faccia da... Ibra? «La faccia è quella, ma sono bastati 3 minuti per cambiare la partita, è bastato mollare la presa solo per 3' - ha ricordato ancora ieri sconsolato -. Da quella situazione abbiamo imparato molto, disputando una gara completamente diversa e totalmente intensa contro la Juventus. Solo se giochiamo in questo modo otteniamo risultati importanti. Sappiamo essere squadra e l’abbiamo dimostrato con due delle tre squadre più forti del campionato».
FUTURO. Stefano Pioli è abituato alle bufere di mercato che spesso si scatenano anche quando le sessioni estiva e invernale si sono appena concluse. «Conosco benissimo qual è il mio ruolo, siamo stati tutti bravi a non farci portare via dalle voci di mercato, dobbiamo fare così fino alla fine - ha ammonito -. Siamo in un grande club, è normale che ci siano “voci”, dobbiamo essere molto concentrati sul nostro lavoro, 45 punti a disposizione sono tantissimi. Non sono preoccupato sul mio futuro e non ci sto neanche pensando, voglio cercare insieme alla squadra di sfruttare questa situazione. Ho sempre sentito l'appoggio della società, fa piacere, so anche qual è il mio ruolo, c'è sempre da dimostrare. Sarà il lavoro sommato ai risultati a determinare le situazioni future».
NO VAR. Il tecnico rossonero rispedito al mittente la proposta del Var a chiamata. «Non sono d'accordo, non mi piace. L'allenatore fa l'allenatore, l'arbitro fa l'arbitro. La tecnologia deve consentire al direttore di gara di arbitrare con più serenità. Non l'ho visto fare nelle ultime situazioni».