Ad Avellino noia sbadigli e fischi
Undici ammoniti in una partita di una noia mortale. Agonismo e poche emozioni, una traversa per parte colpite nella ripresa (Micovschi al 21’ e il nuovo entrato De Luca allo scadere) dopo un primo tempo scialbo e privo di azioni di rilievo. I tifosi che hanno disertato gli spalti, in segno di protesta per la confusa e preoccupante situazione societaria, non hanno perso chissà quale spettacolo. Sono stati loro, invece, a organizzarlo, con cori, slogan e fumogeni dietro la tribuna centrale dove non si sono visti i dirigenti di un Avellino la cui vera partita si giocherà in settimana, con la verifica dei pagamenti nei confronti del tesserati e dell’erario.
Tante le incombenze da sistemare, dopo gli ultimatum che i nuovi soci si sono rimpallati insieme a un deprimente scambio di invettive, con pesanti accuse e querele annunciate, su cui sarà fatta piena luce dalla giustizia sportiva e penale. Intanto è stato licenziato il ds Carlo Musa e altri dipendenti rischiano lo stesso destino, in una faida creatasi tra le opposte fazioni dei numerosi soci di un Avellino dal futuro nebuloso.
PARTITA SENZA SPUNTI. Il calcio passa purtroppo in secondo piano: Avellino e Cavese hanno fatto poco per divertire i pochi tifosi presenti in un “Partenio” dalla capienza limitata per non avere ottemperato alle disposizioni federali. Attiva e sfrontata la squadra di Campilongo che ha messo in difficoltà un Avellino senza vittorie negli ultimi 7 turni. Gioco prevedibile degli irpini privi di elementi capaci di finalizzare la manovra nonostante le sostituzioni e il passaggio a un 4-2-4 che non ha portato benefici concreti, per la scarsa abilità di mettere la palla dentro da parte di elementi inefficaci.