Catania e Reggina si pungono per 96’ ma i due attacchi non trovano varchi
In avvio meglio i rossazzurri che ci provano con Vicente Nella ripresa solo una insidia amaranto con Garufo
CATANIA (4-2-3-1): Furlan 6,5; Calapai 6 Mbende 6,5 Silvestri 6,5 Pinto 6; Vicente 6 (29' st Rizzo 6) Salandria 6,5 (29' st Welbeck 6); Biondi 6,5 (22' st' Capanni 6), Mazzarani 5,5 (13' st Curcio 5,5) Di Molfetta 6 (13' st Barisic 6); Beleck 6. A disp.: Martinez, Esposito, Marchese, Biagianti, Di Grazia, Manneh. All.: Lucarelli 6,5.
REGGINA (3-4-1-2): Guarna 7; Loiacono 6 Gasparetto 6 Rossi 6; Blondett 6 (13' st Garufo 6,5) Bianchi 6 (36' st De Francesco sv) Nielsen 6 (26' st Bellomo 5,5) Liotti 6,5; Sounas 6; Denis 5,5 (13' st Reginaldo 6,5) Corazza 5,5 (36' st Sarao sv). A disp.: Farroni, Geria, Bertoncini, Marchi, Rubin, Paolucci, Rivas. All.: Toscano 6.
ARBITRO: Feliciani di Teramo 4,5 Guardalinee: Nuzzi-Garzelli. ESPULSI: 43' st Rizzo (C) e Gasparetto (R) per reciproche scorrettezze.
AMMONITI: Bianchi, Liotti (R), Calapai, Welbeck (C).
NOTE: ammonito il tecnico Lucarelli (C). Spettatori 5.426 (1.813 biglietti venduti, ospiti presenti 145) per un incasso di 13.030 euro. Angoli 5-4 per il Catania. Recupero: 2' pt e 4' st.
Un tempo per parte e il pareggio è bello e confezionato. Al termine di una partita intensa, come si sarebbe detta un tempo anche "maschia", ma in cui né i padroni di casa, in evidente ripresa, né i lanciati ospiti sono riusciti a spuntarla. E forse è giusto così, anche se ai punti il Catania avrebbe meritato qualcosa in più. Rispetto alla vigilia non ci sono particolari sorprese, ma in campo la vera capolista sembra il Catania. Parte fortissimo e dopo neanche 2' va a un soffio dal gol: Vicente controlla sui venti metri e lascia partire una rasoiata velenosa su cui Guarna compie il miracolo toccando quanto basta per mandare la sfera prima sulla traversa e poi in corner. Fuoco di paglia? Neanche per idea, perché al 9' è Silvestri, questa volta sugli sviluppi di un calcio d'angolo a costringere il portiere calabrese all'intervento. E Guarna dovrà stare sulle corde ancora e ancora, perché il Catania è sempre nella metà campo avversaria e la sensazione, che nel primo tempo resta tale, è che possa passare da un momento all'altro.
LA CAPOLISTA. La squadra di Toscano? Tenace, scorbutica, ma a parte qualche verticalizzazione ben controllata dalla retroguardia etnea, non riesce a far affiorare concretamente la differenza di classifica e i motivi di tale gap fra catanesi e reggini. Ciò fino alla ripresa, quando il Catania, che appena giovedì si era dovuto sobbarcare la dura semifinale di Coppa con la Ternana, non ha cominciato a girare a ritmi più bassi: la Reggina ha preso così in mano il comando delle operazioni, ma di pericoli veri e propri per la porta di Furlan praticamente non ne sono mai arrivati. Eccezion fatta per una botta dell'ex Garufo dalla distanza, dopo che Reginaldo aveva portato un po' di pepe nell'attacco calabrese, finita fra le braccia del portiere etneo. Alla fine della contesa, il pareggio sembra accontentare entrambe le contendenti che si sono affrontate a viso aperto e senza troppi tatticismi.