INESORABILE EVANS
Il neozelandese s’impone in carta carbone come a Roma un anno fa Il pilota della Jaguar brucia Lotterer al via e nessuno lo prende più: vittoria e leadership
Trattasi a tutti gli effetti di un monologo e forse non c’è modo migliore per definire quella che è stata la prestazione messa in scena in Messico. Giù il cappello di fronte al dominio di Mitch Evans, che al volante della Jaguar cattura tutti i riflettori, facendo bottino pieno sul tracciato Hermanos Rodriguez. Se fosse stato un gran premio della MotoGP, ci verrebbe in mente Jorge Lorenzo, capace di vittorie in solitaria. Per l’occasione il neozelandese ha saputo fare qualcosa di molto simile, lasciando alla concorrenza nemmeno le briciole. E’ quasi strano vedere un trionfo così netto in una serie come quella elettrica, che nel tempo ci ha abituati a testa a testa incandescenti fino all’ultimo giro.
SUPREMAZIA. Stavolta è andata diversamente. Già, perché dopo aver bruciato il poleman Lotterer al via, il portacolori Jaguar ha fatto il vuoto, senza che nessuno riuscisse a mettergli i bastoni tra le ruote: «Credo sia stata una giornata perfetta - ha commentato Evans - Abbiamo svolto un lavoro impeccabile con la squadra, dal momento che ero consapevole di poter avere un grande ritmo. Fin dall’inizio del weekend ho trovato la giusta fiducia e dentro di me sapevo di avere un’occasione da non sprecare. Ho cercato di essere deciso alla partenza, poi ho puntato tutto sulla costanza».
Oltre al successo, Evans conquista la leadership: «Siamo soltanto all’inizio della stagione e credo sia presto per dire la parola titolo - ha aggiunto - Essere primi è importante, ma nella Formula E conta la regolarità, dato che tutto cambia velocemente». A quanto pare la vittoria di Evans, la seconda nella serie, era scritta nel destino. La mente torna infatti all’E-prix dello scorso anno a Roma, quando il neozelandese scattò al fianco del poleman Lotterer, come accaduto ieri in Messico, per poi trionfare nella Capitale.
Di sicuro l’alfiere Porsche è rimasto con l’amaro in bocca. La tappa sudamericana sembrava l’occasione giusta per regalare il primo successo alla Casa tedesca, invece è stato costretto ad alzare bandiera bianca a seguito del contatto iniziale con Evans e di quelli seguenti che hanno danneggiato la monoposto. Sul podio sale quindi Da Costa, seguito da Buemi, quest’ultimo di nuovo a punti dopo tre gare senza aver visto la bandiera a scacchi.
LUCI E OMBRE. Chi resta, invece, giù dal podio è Jean Eric Vergne, quarto davanti alla BMW di Sims, autore di una super rimonta che lo vedeva scattare addirittura diciannovesimo. Messico per la Mercedes, dal momento che nessuno dei due piloti è arrivato al traguardo. Mastica amaro soprattutto Stoffel Vandoorne, che perde la leadership.
Il belga è uscito di scena all’ultimo giro dopo un incandescente testa a testa con Sims per la top five. Il suo compagno, invece, il giovane De Vries ha pensato bene di rendersi protagonista di una manovra azzardata che ha coinvolto anche il connazionale Frijns: entrambi sono finiti fuori dai giochi.
Tra i ritirati spicca anche Felipe Massa, così come la Virgin di Sam Bird. Manca invece l’appuntamento con la top ten Maximilian Günther, vincitore a Santiago del Cile un mese fa e autore questa volta di un weekend anonimo.