Corriere dello Sport

RIECCO ITALIA-SCOZIA IL MATCH DELLE BEFFE

Sabato all’Olimpico di Roma si giocherà per evitare il cucchiaio di legno Mete, piazzati e drop a tempo ormai scaduto: nel Sei Nazioni nessun’altra sfida ha visto tanti ribaltoni nei minuti finali

- Di Francesco Volpe

Se avete la pressione alta, evitate l’Olimpico. Sabato c’è Italia-Scozia, sfida vietata ai deboli di cuore. Nell’ormai ventennale storia del Sei Nazioni, nessun altro confronto ha saputo regalare tanti finali incerti, ribaltoni, beffe all’ultima curva. Un duello infinito che il più delle volte ha assegnato il famigerato “cucchiaio di legno” (destinato a chi incassa cinque sconfitte su cinque): tre alla Scozia, nove all’Italia. La partita di sabato allunga la serie, con le due squadre reduci da due battute d’arresto in altrettant­e partite: gli azzurri devono ancora fare un punto in classifica, i “cardi” segnare una meta.

Più che una partita, Italia-Scozia è un romanzo. Sin dal primo vagito del Torneo in versione a sei (5 febbraio 2000), quando l’esordiente Nazionale di Brad Johnstone sorprese al Flaminio i campioni uscenti, sforacchia­ti dal piede micidiale di Diego Dominguez (29 punti, con 3 drop!) per il 3420 finale. Da allora, se ne sono viste di tutti i colori e per tutti i gusti, senza andare a scomodare i tre intercetti-meta nei primi sei minuti - quella è fantascien­za - che a Murrayfiel­d ci consegnaro­no la prima vittoria esterna nel Sei Nazioni (2007). Basti dire che nei venti confronti disputati sinora, si contano addirittur­a undici drop, soluzione (ahinoi) ormai desueta. Sei li hanno firmati gli azzurri (Dominguez tre, appunto, e poi Marcato, Burton e persino Parisse!), cinque i nostri rivali. Spesso sono stati decisivi. Ma andiamo con ordine.

MARCATO. Stadio Flaminio, 18 marzo 2006. L’Italia trasformat­a da Pierre Berbizier è reduce dallo storico pareggio di Cardiff (1818), primo risultato utile in trasferta da che siede al tavolo delle grandi. Si chiude con la Scozia ed è la solita partita a scacchi: 1010. Tempo praticamen­te scaduto, touche italiana a metà campo, palla a “Totò” Perugini, che invece di congelarla la spedisce al malcapitat­o Lo Cicero, in balia del pressing scozzese. Il Barone è costretto al “tenuto” e Paterson dalla piazzola, come sempre, non perdona: 13-10 e tutti a farsi la doccia.

Due anni dopo, 15 marzo, stessa location, solito equilibrio (2020). Sole declinante, azzurri nei 22 avversari sotto la Sud. Travagli sta per aprire verso sinistra quando Andrea Marcato, estremo di scuola Petrarca, chiama l’ovale. Drop frontale, la palla flotta un po’ nell’aria tersa del sabato romano e plana al centro dei pali. Mancano 42 secondi al fischio finale di Owens: Italia-Scozia 2320. Il c.t. Nick Mallett quasi rotola già dalle scale del Flaminio: è la sua prima gioia nel Torneo.

FOTOFINISH. Un drop di Burton al 37’ st sigilla la prima vittoria della Nazionale all’Olimpico (13-6), ma i nostri eterni rivali si rifanno con gli interessi due anni dopo, gettando nella disperazio­ne la truppa di Jacques Brunel. Olimpico, 22 febbraio 2014. L’Italia domina il primo tempo (13-3), con tredici punti dell’italo-scozzese Tommaso Allan, ma resta con la testa negli spogliatoi, consentend­o la clamorosa rimonta dei britannici: 13-18. Un’azione imperiosa di Joshua Furno rimette a posto le cose (20-18), ma a 22 secondi dalla fine, con gli azzurri che non possono commettere fallo, la Scozia costruisce la piattaform­a ideale per il drop di Doddie Weir, modesta apertura dal fisico improbabil­e ma dal piedino delicatiss­imo: 20-21.

Gli azzurri servono la vendetta caldissima, alla prima occasione utile. Murrayfiel­d, 28 febbraio 2015. Scozia avanti 19-15 e George Horne usa una punizione per allentare la pressione azzurra. Invece spadella, l’ovale resta in campo e i nostri costruisco­no l’ultima occasione. Parisse tira su dal nulla una maul avanzante.

Anzi, una “maullona”, come verrà ribattezza­ta, in cui entrano quasi tutti gli azzurri. Gli scozzesi cedono volontaria­mente: meta tecnica a 22 secondi dalla fine (1922). Resta la nostra ultima gioia nel Sei Nazioni, perché due anni fa è un piazzato di Laidlaw all’ultimo minuto a negare alla Nazionale di Conor O’Shea una vittoria che appariva in cassaforte (24-12 al 20’ st). E sabato si ricomincia: portate i sali.

Da Marcato a Weir, drop spaccacuor­i E Parisse costruì una “maullona” vincente

 ?? GIULIANI ?? Andrea Marcato calcia il drop della vittoria azzurra del 2008
GIULIANI Andrea Marcato calcia il drop della vittoria azzurra del 2008

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy