IL CALCIO IN QUARANTENA «ORA RIAPRITE GLI STADI»
In A rischio di nuovi blocchi per il virus: la soluzione delle porte chiuse. Ma Conte: Valuteremo chiuse. Ma Conte: Valuteremo Rinviata anche Torino-Parma E la Federazione oggi chiederà al governo di far ripartire le gare
Hanno isolato cittadine, chiuso le scuole, svuotato le chiese, bloccato il Carnevale di Venezia. Lo sport non poteva illudersi di sfuggire alla dichiarazione di allarme sanitario. Ma è una misura emotiva che il calcio, oggi in consiglio federale, chiederà di riconsiderare. Spiegando perché il ritorno alla normalità è indispensabile.
Per timore del contagio da Coronavirus sabato a tarda sera sono stati sospesi tutti gli eventi in Lombardia e Veneto. Disposizione stabilita nel vertice di governo, passata attraverso il ministro dello sport e comunicata dal Coni alle società interessate via e-mail e messaggi sui cellulari dei dirigenti. Ha riguardato, naturalmente, anche le partite di Serie A Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari e Inter Sampdoria.
Non è bastato. In Piemonte sono stati rinvenuti focolai d’infezione e così ieri è caduta Torino-Parma. Curioso: il basket di A2 ha giocato, davanti a 2.500 spettatori, mentre un meeting di nuoto è stato interrotto a metà. Già disputate Brescia-Napoli, Bologna-Udinese, Fiorentina-Milan e Spal Juventus, nella domenica quasi senza calcio sono state giocate solo Genoa-Lazio (subito prima che in Liguria decidessero la chiusura delle scuole e che la Virtus Entella fermasse tutta l’attività giovanile) e Roma-Lecce. Il che appesantisce il calendario già ingolfato di un carico di recuperi difficilmente sostenibile. Nel corso di una crisi in piena evoluzione che non consente né certezze né programmazione. Lo stesso premier Giuseppe Conte, interpellato sulla quarantena del calcio, ha risposto: «Non saprei dire se la stessa settimana continueremo con queste misure».
INGORGO. Le partite e altro, è tutto paralizzato e deserto. Oggi il Milan, adeguandosi alle disposizioni della Regione Lombardia, chiude negozio, biglietteria e museo nella sede di Via Aldo Rossi. Mentre è già serrato il museo di San Siro e sono sospesi i tour dell’impianto. Ma a questo si può resistere persino a lungo. Al blocco delle gare no. Negli interstizi tra le giornate di campionato sono inserite anche le ultime fasi di Coppa Italia e le competizioni europee per club. Lungo un percorso che porterà all’avvio dell’Europeo, diffuso in dodici diverse città ma programmato per partire a Roma con Italia-Turchia. Aggiungiamoci, giusto per completezza d’informazione, Cremonese-Ascoli in Serie B e sei gare di C saltate, tra le quali Pro Vercelli-Novara di oggi. Aggiungiamoci pure la cancellazione di tutto o quasi decisa ieri per l’Emilia-Romagna (investita a sua volta dal contagio) dal presidente regionale Stefano Bonaccini: «Sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato, anche di natura culturale, ludica, sportiva». Fino al primo marzo. Ci sarebbero dentro Sassuolo-Brescia e Parma-Spal, cancellata la Bologna Marathon. San Marino, che sta lì in mezzo, ha emesso un provvedimento analogo con scadenza 3 marzo.
SOLUZIONI. Ieri in Lega sono stati ore a discutere sul da farsi. Non hanno trovato neppure il tempo di farsi sentire dal Cagliari, che si è allenato nel centro sportivo del Verona e aspettava una risposta sul recupero della partita mancata. Sperava di giocare domani alle 20.45. Non avendo ricevuto indicazioni, in serata la squadra è tornata in Sardegna, dopo un’assenza di quasi una settimana. E’ che in Lega stavano sudando sull’agenda e cercavano il modo di far disputare le tre partite possibili - non quella dell’Inter, che presumibilmente costringerà allo spostamento della semifinale di Coppa Italia con il Napoli del 5 marzo - prima della prossima sosta del campionato, tra il 22 marzo e il 4 aprile. Per Atalanta-Sassuolo ci si può orientare sulla prossima setti
In Emilia-Romagna stop fino al 1º marzo Almeno tre recuperi prima della sosta
mana. Ma molto dipende dal confronto che si sta sviluppando tra federcalcio e governo.
Perché la federazione vuole sì tornare alla normalità, ma non intende arroventare i rapporti con il ministro Spadafora. Che ieri ha scritto su Facebook: «È necessario agire in maniera seria e determinata, senza alcun allarmismo ma evitando ogni situazione di rischio. Per questo abbiamo sospeso le competizioni nelle aree in cui può esserci anche solo l’eventualità di diffusione del virus».
IPOTESIPORTECHIUSE. Questa mattina a Roma, prima del consiglio federale delle 12, si riunirà la task force dei medici delle Nazionali per ristudiare la programmazione delle rappresentative azzurre. Sono stati rinviati i raduni delle Under 19 maschile, a cui avrebbe dovuto partecipare il ct Roberto Mancini, e femminile. A marzo dovrebbe tenersi l’Europeo di categoria, proprio a Padova e Abano Terme. Potrebbero partecipare alle riunioni anche rappresentanti del ministero, oltre al professor Roberto Cauda, direttore dell’area clinica e dell’unità operativa complessa di microbiologia del Policlinico Gemelli di Roma. Comunque i contatti con il governo sono costanti, l’ipotesi di disputare le partite a porte chiuse è sul tappeto ma il calcio avverte forte l’esigenza di tornare ai suoi ritmi e ai suoi paesaggi. In Giappone, dove la situazione del contagio è paragonabile a quella dell’Italia, hanno sperimentato un espediente strambo: venite alla partita, ha raccomandato il Vissel Kobe ai suoi tifosi prima della partita con lo Yokohama, ma non gridate, non saltate e non sventolate bandiere. Quelli del Vissel hanno obbedito. Quelli dello Yokohama no.