PRIMO CONTAGIATO MILANO SI BLINDA
Italia terza per numero di casi accertati (oltre 150) A Cremona la terza vittima: una donna di 68 anni Sei regioni hanno chiuso scuole e università
Terzo morto, una 68enne, già malata di tumore, che era ricoverata a Cremona, e, a ieri sera, oltre 150 contagiati dal corona virus, la grande maggioranza dei quali in Lombardia. E ieri c’è stato anche il primo positivo a Milano, un dermatologo del Policlinico. L’Italia è diventata la terza nazione al mondo per numero di contagiati, secondo i dati della Johns Hopkins University. La Cina con quasi 77 mila casi resta il Paese più colpito, seguito dalla Corea del Sud con 602.
QUATTROMILA CONTROLLI. «Sono rimasto sorpreso da questa esplosione di casi che sono stati tenuti sotto controllo fino a poco tempo fa – ha ammesso il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte -. Dobbiamo perseguire la linea della massima precauzione. Stiamo cercando di individuare e circoscrivere i focolai, faremo di tutto per contenere i contagi. Abbiamo già fatto 4mila controlli con il tampone. Siamo il primo paese in Europa che ha deciso controlli più rigorosi e accurati. Non è da escludere che negli altri Paesi, a fronte di altrettanti controlli rigorosi, i numeri possano aumentare».
SCUOLE E UNIVERSITÀ CHIUSE. Prima la Lombardia e, poi a seguire, anche Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Liguria hanno deciso di sospendere, da oggi, l’attività didattica negli atenei e in tutte le scuole di ordine e grado. Inoltre, ieri, sono stoppati cancellati di Carnevali di Venezia e Ivrea. Più generale, sono state ridotte e limitate le manifestazioni pubbliche. Stop diffusi per musei cinema, teatri e palestre. Chiuso ai turisti anche il Duomo di Milano. E, sempre in Lombardia, bar, pub e discoteche devono chiudere le saracinesche alle 18. Intanto, scaffali dei supermercati svuotati dalla gente, preoccupata di fare score in casa. «Non c'è preoccupazione per l’approvvigionamento alimentare», ha garantito Conte.
AUSTRIA E ROMANIA. Ieri sera, un treno proveniente da Venezia è stato bloccato alla frontiera del Brennero dalle autorità austriache: due casi sospetti a bordo. Da lì in poi a nessun altro convoglio è stato consentito il passaggio. In Romania, invece, è stata disposta la quarantena obbligatoria per tutte le persone in arrivo dalla Lombardia e dal Veneto o che siano stati nelle due regioni italiane negli ultimi 14 giorni.
IN FUGA DAL VIRUS. Ieri pomeriggio è stato completato l’isolamento dei paesi del Lodigiano identificati come focolai del virus. Sono presidiati dalle forze dell’ordine e a nessuno è consentito né di entrare né di uscire. Prima della chiusura, un fratello e una sorella, residenti a Codogno, per paura, hanno raggiunto il loro paese originario, Lauro, in provincia di Avellino, nonostante le indicazioni delle autorità sanitarie disponessero di restare in casa almeno per due settimane. Al momento, comunque, non risultano positivi.
QUARANTENA. Una famiglia di Casalpusterlengo (Lodi), che, prima delle restrizioni, ha raggiunto Rosignano Marittimo (Livorno) si è sottoposta volontariamente a quarantena. E’ accaduto lo stesso con un’altra famiglia di Codogno, arrivata venerdì in Valsesia: devono restare nella loro abitazione ed evitare contatti diretti con altre persone.
DECRETO. Chiunque sia passato nelle zone considerate focolaio del virus, in Lombardia e Veneto, ha l’obbligo di comunicarlo alle Asl «ai fini dell'adozione, da parte dell'autorità sanitaria competente, di ogni misura necessaria, ivi compresa la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva». E' quanto previsto dal decreto attuativo firmato dal presidente del Consiglio.
STOPPATI, ANZI NO. I sindaci dei comuni dell’isola di Ischia avevano vietato gli sbarchi dei turisti provenienti da Lombardia e Veneto. Poi, il prefetto di Napoli ha annullato tutto, sottolineando i «profili di illegittimità» rilevati nell'ordinanza.
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