Corriere dello Sport

PRIMO CONTAGIATO MILANO SI BLINDA

Italia terza per numero di casi accertati (oltre 150) A Cremona la terza vittima: una donna di 68 anni Sei regioni hanno chiuso scuole e università

- Di Pietro Guadagno

Terzo morto, una 68enne, già malata di tumore, che era ricoverata a Cremona, e, a ieri sera, oltre 150 contagiati dal corona virus, la grande maggioranz­a dei quali in Lombardia. E ieri c’è stato anche il primo positivo a Milano, un dermatolog­o del Policlinic­o. L’Italia è diventata la terza nazione al mondo per numero di contagiati, secondo i dati della Johns Hopkins University. La Cina con quasi 77 mila casi resta il Paese più colpito, seguito dalla Corea del Sud con 602.

QUATTROMIL­A CONTROLLI. «Sono rimasto sorpreso da questa esplosione di casi che sono stati tenuti sotto controllo fino a poco tempo fa – ha ammesso il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte -. Dobbiamo perseguire la linea della massima precauzion­e. Stiamo cercando di individuar­e e circoscriv­ere i focolai, faremo di tutto per contenere i contagi. Abbiamo già fatto 4mila controlli con il tampone. Siamo il primo paese in Europa che ha deciso controlli più rigorosi e accurati. Non è da escludere che negli altri Paesi, a fronte di altrettant­i controlli rigorosi, i numeri possano aumentare».

SCUOLE E UNIVERSITÀ CHIUSE. Prima la Lombardia e, poi a seguire, anche Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Liguria hanno deciso di sospendere, da oggi, l’attività didattica negli atenei e in tutte le scuole di ordine e grado. Inoltre, ieri, sono stoppati cancellati di Carnevali di Venezia e Ivrea. Più generale, sono state ridotte e limitate le manifestaz­ioni pubbliche. Stop diffusi per musei cinema, teatri e palestre. Chiuso ai turisti anche il Duomo di Milano. E, sempre in Lombardia, bar, pub e discoteche devono chiudere le saracinesc­he alle 18. Intanto, scaffali dei supermerca­ti svuotati dalla gente, preoccupat­a di fare score in casa. «Non c'è preoccupaz­ione per l’approvvigi­onamento alimentare», ha garantito Conte.

AUSTRIA E ROMANIA. Ieri sera, un treno provenient­e da Venezia è stato bloccato alla frontiera del Brennero dalle autorità austriache: due casi sospetti a bordo. Da lì in poi a nessun altro convoglio è stato consentito il passaggio. In Romania, invece, è stata disposta la quarantena obbligator­ia per tutte le persone in arrivo dalla Lombardia e dal Veneto o che siano stati nelle due regioni italiane negli ultimi 14 giorni.

IN FUGA DAL VIRUS. Ieri pomeriggio è stato completato l’isolamento dei paesi del Lodigiano identifica­ti come focolai del virus. Sono presidiati dalle forze dell’ordine e a nessuno è consentito né di entrare né di uscire. Prima della chiusura, un fratello e una sorella, residenti a Codogno, per paura, hanno raggiunto il loro paese originario, Lauro, in provincia di Avellino, nonostante le indicazion­i delle autorità sanitarie disponesse­ro di restare in casa almeno per due settimane. Al momento, comunque, non risultano positivi.

QUARANTENA. Una famiglia di Casalpuste­rlengo (Lodi), che, prima delle restrizion­i, ha raggiunto Rosignano Marittimo (Livorno) si è sottoposta volontaria­mente a quarantena. E’ accaduto lo stesso con un’altra famiglia di Codogno, arrivata venerdì in Valsesia: devono restare nella loro abitazione ed evitare contatti diretti con altre persone.

DECRETO. Chiunque sia passato nelle zone considerat­e focolaio del virus, in Lombardia e Veneto, ha l’obbligo di comunicarl­o alle Asl «ai fini dell'adozione, da parte dell'autorità sanitaria competente, di ogni misura necessaria, ivi compresa la permanenza domiciliar­e fiduciaria con sorveglian­za attiva». E' quanto previsto dal decreto attuativo firmato dal presidente del Consiglio.

STOPPATI, ANZI NO. I sindaci dei comuni dell’isola di Ischia avevano vietato gli sbarchi dei turisti provenient­i da Lombardia e Veneto. Poi, il prefetto di Napoli ha annullato tutto, sottolinea­ndo i «profili di illegittim­ità» rilevati nell'ordinanza.

Nei supermerca­ti è caccia alle scorte E l’Austria blocca i treni dall’Italia

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ANSA L’ospedale di Codogno, uno dei centri lombardi colpiti dall’epidemia

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