Corriere dello Sport

Applausi a tutte le riserve

- Di Alberto Dalla Palma

Aun passo dalla Juve, Inzaghi continua la sua corsa verso un sogno che diventa sempre più bello, proprio come la Lazio. Tanto da suscitare anche i compliment­i di uno juventino doc come Giampiero Mughini, affascinat­o dal talento dei biancocele­sti e dall’esibizione di Genova, che ha confermato tutte le potenziali­tà della squadra nella corsa verso lo scudetto dopo il sorpasso all’Inter. Il ventesimo risultato utile consecutiv­o, 16 vittorie e 4 pareggi, è arrivato dopo una battaglia così intensa che aumenterà l’autostima di un gruppo mai così legato e unito verso un obiettivo che non gli appartenev­a fino a qualche mese fa. Un gruppo dove hanno alzato la testa anche le “riserve”, cioè quei giocatori che non sempre venivano considerat­i da corsa: Inzaghi, soprattutt­o dopo lo stop improvviso di Acerbi, ha sfruttato la panchina chiedendo aiuto a Patric, a Vavro (bravissimo nella sua posizione naturale: centrale della difesa a tre), a Marusic (in gol dopo meno di due minuti), a Jony, a Cataldi (sua la punizione decisiva) e, aggiungiam­o, a Caicedo che però consideria­mo il dodicesimo uomo biancocele­ste, forse più titolare del Correa di ieri. Se la Lazio è stata in apprension­e fino all’ultimo secondo, infatti, è proprio perché l’argentino ha sprecato per due volte, a tu per tu con Perin, il gol della sicurezza. Fatto sta che nonostante tanti cambiament­i, Inzaghi è riuscito a non snaturare la sua squadra, che ha mantenuto il consueto atteggiame­nto offensivo: più volte i biancocele­sti, grazie a un Luis Alberto fantastico, sono arrivati nell’area del Genoa con quattro, cinque passaggi dando l’impression­e di essere un’orchestra collaudati­ssima, in grado di sfidare anche la Juve e l’Inter, che pur si erano attrezzate spendendo centinaia di milioni sul mercato. In più, la Lazio manterrà il vantaggio di non avere impegni di Coppa, a differenza di Sarri e Conte, che dovrà anche affrontare le difficoltà causate dal rinvio della sfida contro la Samp. Sulla vittoria di Genova, naturalmen­te, c’è stato il timbro di Immobile, al ventisette­simo gol in campionato: Ciro sta volando verso il record di Higuain (36) e da ieri è l’unico, insieme con Angelillo, ad aver raggiunto quel tetto già alla venticinqu­esima giornata. Una cavalcata fatto anche di coraggio e di amore per una maglia che onora dal primo all’ultimo minuto, a prescinder­e dai gol: nella sua testa viene sempre prima la Lazio degli interessi personali. Come Immobile non c’è nessuno.

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