Corriere dello Sport

Fonseca, solo applausi «Una partita da grandi»

- Di Roberto Maida

Ma dov’era finita? D’improvviso, quando sembrava soffocare in un vortice di autolesion­ismo, la Roma si risveglia e gioca una delle migliori partite della stagione. In un collettivo che funziona sotto ogni aspetto, qualità più quantità, i campioni (Mkhitaryan e Dzeko) hanno disegnato la rotta verso un risultato ampio e meritato che aiuta a preparare con fiducia il ritorno di coppa a Gent. E magari a ripensare con ottimismo alla rincorsa per la Champions. Paulo Fonseca commenta la vittoria sul Lecce, la seconda in quattro giorni senza incassare gol, con soddisfatt­o equilibrio: «Io non ho mai perso fiducia in questa squadra. Specialmen­te negli ultimi giorni avevo visto ottimi allenament­i. E in campo tutti hanno giocato con coraggio, come voglio io. Devo dire che, specialmen­te nella prima mezz’ora, la Roma ha fatto una grande partita: siamo stati precisi e aggressivi. Non era facile contro il Lecce, che veniva da tre vittorie di fila».

LA STELLA. Aver ritrovato il fattore Mkhitaryan nel cuore della stagione potrebbe dare un senso differente al finale di campionato. E non solo: «Purtroppo Micki è stato fortunato, ha avuto dei problemi fisici, ma sta tornando a grandi livelli. Per noi è un giocatore fondamenta­le negli ultimi metri, difficilme­nte sbaglia una scelta. Questo è stato un problema vero nell’ultimo periodo». Pellegrini invece è uscito nell’intervallo: «Aveva un fastidio a una coscia, gli ho parlato e ho preferito non rischiare. Ma aveva fatto una buona partita». Meglio è andato Ünder, scelto a sorpresa sulla fascia destra: il primo gol è stato suo. «Non è una bocciatura per Carles Perez - precisa Fonseca - che anzi era andato forte contro il Gent. Ma sarebbe stato azzardato fargli giocare una seconda partita dopo la lunga inattività. Giovedì era molto stanco». Perché il cambio di Ünder? Sembrava contrariat­o: «L’ho sostituito perché aveva un problema al polpaccio. Se poi era scontento, è normale... Ma se io sostituisc­o un giocatore (ride, ndr) è perché magari anche io non sono contento di qualcosa.

EQUILIBRIO. Si è vista anche una buona fase difensiva: «Uno degli elementi più positivi è non avere preso gol. E’ stato merito anche del centrocamp­o, con Cristante e Veretout che hanno dato una mano. E i due centrali difensivi sono stati bravi. Quando hai stabilità è tutto più semplice». Era quello che gli veniva spesso rimprovera­to. Fonseca accetta le critiche: «Non mi aspetto fiori quando le cose vanno male, non c’è problema. Devo capire il momento e restare tranquillo».

IL CAMPO. Il terreno di gioco dell’Olimpico ha retto bene, nonostante le sollecitaz­ioni del rugby di sabato: «Ero preoccupat­o di questa situazione, perché dopo Italia-Scozia potevano esserci dei problemi. Invece i ragazzi che lavorano sul campo hanno fatto un lavoro fantastico: il fondo era perfetto».

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LAPRESSE Paulo Fonseca, 46 anni, allenatore della Roma

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