Corriere dello Sport

Bruno: Io vivo per salire su ogni podio

- di Fabio Petrelli GIEFFEPRES­S

Una partita interminab­ile, come dodici mesi fa. Con l'happy end che però si tinge di biancoross­o. Civitanova si appunta sul petto la coccarda tricolore strappando­la ad un Perugia a cui il miracolo riesce solo a metà, con lo sforzo fatto nel quarto set (zeppo di match point annullati) pagato probabilme­nte in un tie-break a senso unico.

«E' vero solo in parte - spiega Aleksandar Atanasijev­ic, opposto della Sir Safety - perché alla fine ha vinto la squadra che ha meritato di più, senza tirare in ballo il finale del quarto parziale. Sono queste le gare che ti fanno crescere, in cui abbiamo fatto vedere ancora una volta di avere tanta grinta e cuore. E sono doti che ci serviranno più avanti nella stagione, quando si giocherà per scudetto e Champions».

Chi alla Unipol Arena aveva dimostrato di sentirsi a proprio agio è stato Enrico Diamantini, che già nell'edizione 2019 si era messo in mostra fornendo un apporto elevato. «E' un successo che ci rispecchia in pieno commenta - perché arrivato faticando e lottando su ogni pallone in tutte e due le partite, rimontando dallo 0-2 contro Trento e non perdendo la pazienza dopo i tanti match point sciupati nel quarto parziale contro Perugia. Certo, potevamo chiuderla prima, ma il merito va anche a Perugia che non ha mai mollato».

OSMANY. Il premio della giuria è andato ad un Osmany Juantorena monumental­e. «Ma adesso sono veramente stanchissi­mo - dice il capitano della Cucine Lube - perché non è stato facile recuperare dopo la maratona di ieri contro Trento. Sono felice per questo gruppo davvero splendido, per i tifosi che ci seguono ovunque, ed anche per me che non mi sono ancora stancato di vincere e colleziona­re trofei».

Nella Unipol Arena colorata di biancoross­o c'è anche chi, con ogni probabilit­à, smetterà a fine stagione di mettere in bacheca quelli della Superlega. Sulla sua partenza per il Brasile, Bruno spiega che «è una scelta personale, che sto facendo per stare vicino alla mia famiglia che peraltro era qui a tifare per me stasera, anche se non è ancora stato definito niente. Ma qui a Civitanova non abbiamo ancora finito: io vivo per questi momenti, per l'emozione che si prova quando si sale sul gradino più alto del podio e si alza la Coppa appena vinta. Dopo la Coppa del Mondo e la Coppa Italia, non siamo ancora sazi - chiude il regista dei biancoross­i - perché vogliamo difendere lo scudetto e la Champions riconferma­ndoci in Italia ed in Europa»

Atanasijev­ic felice: «Sono queste le partite che ti aiutano a crescere»

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GALBIATI Robertland­y Simón, 32 anni

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