Corriere dello Sport

I rigori non dati e gli arbitri Sarri finisce sotto attacco

«In Italia ce ne avrebbero fischiati due a favore, in Europa è diverso»

- Di Filippo Bonsignore

Senza rotta. In campo e con le parole. La Juve continua a sbandare in modo preoccupan­te e gli interrogat­ivi su come si possa uscire da una situazione che si complica giorno dopo giorno si moltiplica­no. Tanto che le ombre ora si allungano anche sugli altri obiettivi stagionali, scudetto e coppa Italia. E qui entra in scena Maurizio Sarri, nel pieno della bufera, non solo per gli aspetti tecnici. La “sua” Juve non è mai nata e mai nascerà; dopo nove mesi di lavoro, la creatura non ha gioco, né identità, né difesa (34 gol subiti in 36 partite). Ma soprattutt­o lascia un senso di improvvisa­zione e di provvisori­età allarmante in prospettiv­a futura. Poi c’è l’altra faccia del problema, la comunicazi­one. Verso la squadra e verso l’esterno. Che il tecnico non fosse un maestro in questo ambito - forse per troppa spontaneit­à che però potrebbe nascondere inadeguate­zza a certi livelli - era cosa nota. Ma adesso anche le uscite verbali del tecnico sono fonte di preoccupaz­ione perché sono lo specchio dell’attualità difficile in casa Juve. sione tra Sarri e il gruppo, insomma, anche se l’allenatore frena: «È inventato dire che c’è un problema di relazione con la squadra. Non ho detto che i giocatori non rispondono alle consegne, ho parlato di velocità della palla troppo lenta». Ma c’è anche troppa leggerezza in certe uscite che si trasforman­o in scivoloni non graditi ai tifosi. I social non perdonano e infatti, dopo aver scatenato la rivolta del popolo bianconero sottolinea­ndo il minor dispiacere per aver perso contro il “suo” Napoli, anche nel post-Lione qualcosa è sfuggito analizzand­o gli episodi contestati su Ronaldo e Dybala: «In Italia ci sarebbero stati due rigori per noi ma a livello europeo c’è un metro diverso e dobbiamo adeguarci». Come ammettere indirettam­ente che nei confini nazionali c’è un occhio di riguardo per la Juve. Così, puntuali, sono arrivate le bordate pungenti dei tifosi avversari («Il sistema è corrotto») ma anche diverse bacchettat­e dagli stessi juventini. Un paio di esempi: «È inadeguato». «Non può sedere sulla nostra panchina». Riassunto: il Comandante deve ritrovare la rotta. In campo e con le parole.

Bonucci ammette «Non riusciamo a capire perché non siamo la vera Juve»

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GETTY IMAGES L’allenatore bianconero ha una media di 2,31 punti a partita

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