MOTORI MERCEDES MA COSA SUCCEDE?
Cinque diversi problemi, uno dei quali ha fermato Hamilton dopo pochi giri. E la Ferrari di Vettel è in testa a fine giornata. Oggi chiusura con Leclerc
Aguardare il dato cronometrico, non ci sono grossi motivi per esaltarsi troppo, ma allo scoccare del quinto giorno di test barcellonesi fa davvero piacere vedere una Ferrari chiudere, finalmente, con il miglior tempo. E pazienza se si tratta di un 1:16.841 ottenuto con le C5, la mescola più morbida in assoluto, da un Sebastian Vettel che rimane distante dall’1:15.732 trovato da Vattleri Bottas venerdì scorso. La pista apparsa parecchio umida in mattinata e, poi, schiaffeggiata ininterrottamente da fastidiosissime raffiche di vento, non permetteva molto di più, come sottolineato da un Seb che, in cuor suo, sperava in un contesto più favorevole.
«Le condizioni, purtroppo, non erano le ideali. La pioggia caduta di notte, unita al vento, non hanno permesso di segnare tempi così rilevanti», la riflessione di Vettel una volta deposto il volante. «Anche se non abbiamo il miglior tempo della pista, comunque, non c’è motivo per essere nel panico. Siamo solo all’inizio. Capisco che le aspettative, in un team come il nostro, siano sempre altissime, ma ora è più opportuno pensare a lavorare e ad arrivare nelle migliori condizioni possibili in Australia».
GUAI MERCEDES. Il pilota tedesco, ad ogni modo, è riuscito a svolgere il suo programma, completando 145 tornate (solo la Williams di Lafiti, con 160 giri, ha percorso più chilometri). Prove di qualifica movimentate da un innocuo testacoda, prima di pranzo, per il tedesco, che ha provocato la terza delle quattro bandiere rosse di giornata, dopo i fuoripista di Giovinazzi, che ha danneggiato l’ala posteriore, e Max Verstappen.
Ciò che ha richiamato davvero l’attenzione, in realtà, è stata la quarta bandiera rossa, che ha caratterizzato la giornataccia di Lewis Hamilton, che nel suo brevissimo pomeriggio ha potuto completare appena 14 passaggi sotto il traguardo, per poi vedersi tradire dal motore. Si tratta del quinto contrattempo su power-unit Mercedes nel corso di questi test del Montmelò. La scorsa settimana il propulsore aveva tradito Bottas. Due volte è successo sulla Williams di Latifi. Ieri, poi, ha lasciato qualche perplessità pure la chiusura anzitempo della mattinata dello stesso Bottas, sceso dalla monoposto con un certo anticipo. A quanto pare è iniziato subito un lavorio sulla power-unit della W11 che avrebbe dovuto garantire un proficuo pomeriggio al sei volte iridato, che in realtà è potuto scendere in pista solo una buona ora dopo lo sventolio della bandiera verde delle 14. Una manciata di giri e poi la resa. Un’anomalia alla pressione dell’olio, la spiegazione ufficiale.
Oggi ultima giornata pre-mondiale, con la SF100 affidata a Charles Leclerc.
L’ORA DELLE DECISIONI. Nel frattempo, continua a tenere banco l’emergenza coronavirus. I team, in particolare, sono piuttosto preoccupati per l’accoglienza che potranno trovare nei luoghi stabiliti per i primi tre appuntamenti della stagione. Difficile capire, tra quindici giorni, quale sarà la reale situazione in Australia, dove è fissata la grande ouverture, ma c’è il serio rischio che persone provenienti da zone geografiche considerate a rischio contagio, a iniziare dalla moltitudine di italiani che animano il circus, possano trovarsi la frontiera sbarrata. E le cose potrebbero non essere così differenti neppure in Bahrain e in Vietnam, le tappe successive. Di qui la decisione di un incontro, in serata, tra rappresentanti di tutte le scuderie in cui sarebbe stata definita una linea condivisa da proporre al patron Chase Carey.
Il presidente della Formula 1, in realtà, nelle ultime ore ha già fatto capire che spingerà per far rispettare il calendario prestabilito, sebbene l’ultima parola spetti alle singole autorità locali. «Andremo a Melbourne, a Sakhir e ad Hanoi, sebbene dovremo vedere come evolveranno le cose», l’auspicio di Carey. «Ovviamente dovremo fare i conti con problemi di logistica, però confido nella nostra flessibilità e nella nostra capacità di sapere risolvere le questioni che man mano dovremo affrontare».
Allerta e riunioni sul coronavirus: sono ore decisive per i primi GP