Tra emergenza e tamponi, la Formula 1 parte per l’Australia e trema per il Bahrain
Carey, il boss del Mondiale, allo scoperto: «Abbiamo bisogno di correre a Melbourne»
Semaforo verde per l’Australia! Il 15 marzo, come fissato dal calendario iridato, il Mondiale di Formula 1 partirà regolarmente. Almeno questa, al giorno d’oggi, è la posizione dei team, che nel corso della giornata hanno avuto modo di confrontarsi con il patron Chase Carey, apparso sul tracciato di Montmelò per un confronto con le varie scuderie su diverse questioni, ad iniziare da quella più delicata degli effetti dell’emergenza planetaria coronavirus sul regolare andamento della stagione motoristica. Nel corso del suo pellegrinaggio tra le hospitality dei vari team, lo stesso Carey ha concesso, ai microfoni della televisione spagnola Cuatro, una fulminante battuta che la dice lunga sulle intenzioni del grande boss: «Abbiamo bisogno di correre in Australia!».
SOTTO CONTROLLO. Dopo i dubbi e l’agitazione dei giorni scorsi, sembra tornare a regnare una certa tranquillità all’interno delle scuderie. La sensazione rimane quella di navigare un po’ a vista, ma allo stato delle cose, il già stabilito trasferimento del circus a Melbourne si farà. Ovviamente
Controlli ancora più severi sono attesi per il secondo GP dell’anno a Manama
toccherà accettare di buon grado le procedure stabilite dallo stato di Victoria per tutti i cittadini provenienti dai Paesi a rischio coronavirus, ad iniziare dal ricchissimo manipolo di persone provviste di passaporto italiano.
Tutto si prospetta un po’ macchinoso, con le ormai consuete misurazioni delle temperature e le lungaggini derivante dall’esame dei tamponi, che obbligheranno più di un viaggiatore a quattro o cinque ore di sosta nelle aree appositamente predisposte per le analisi all’interno dello scalo australiano, ma una volta ottenuto l’ok per l’accesso, tutto dovrebbe svolgersi nella più assoluta normalità.
PROVE GENERALI. Le medesime procedure saranno replicate, la settimana successiva, in Bahrain, dove sono già state predisposte alcuni reparti degli ospedali di Manama per ospitare i pazienti che dovessero risultare positivi alle analisi. Qui le misure dovrebbero essere anche più severe, con lunghe attese previste all’arrivo in aeroporto.
Una sorta di prova generale si è realizzata in queste ultime ore, in coincidenza con l’arda rivo dei team di Formula 2, che a partire da sabato daranno il via alla prevista tre giorni di test sul tracciato locale. Al momento, non ci sono stati grossi problemi per i viaggiatori provenienti dai Paesi considerati a rischio. L’unico a non aver potuto raggiungere la capitale del Bahrain è stato il malcapitato Christian Lundgaard, pilota danese dell’Art Grand Prix, reduce un training-camp a Tenerife organizzato dalla Renault Driver Academy. Per sua sfortuna, era alloggiato in un hotel in cui un turista italiano è risultato positivo ai controlli ed è stato messo in quarantena.
In Vietnam, infine, si corre il 5 aprile. Difficile oggi prevedere quale sarà la situazione tra un mese abbondante.
Intanto la F.2 è già in Medio Oriente: il danese Lundgaard messo in quarantena