Corriere dello Sport

Tra emergenza e tamponi, la Formula 1 parte per l’Australia e trema per il Bahrain

Carey, il boss del Mondiale, allo scoperto: «Abbiamo bisogno di correre a Melbourne»

- Di Andrea De Pauli

Semaforo verde per l’Australia! Il 15 marzo, come fissato dal calendario iridato, il Mondiale di Formula 1 partirà regolarmen­te. Almeno questa, al giorno d’oggi, è la posizione dei team, che nel corso della giornata hanno avuto modo di confrontar­si con il patron Chase Carey, apparso sul tracciato di Montmelò per un confronto con le varie scuderie su diverse questioni, ad iniziare da quella più delicata degli effetti dell’emergenza planetaria coronaviru­s sul regolare andamento della stagione motoristic­a. Nel corso del suo pellegrina­ggio tra le hospitalit­y dei vari team, lo stesso Carey ha concesso, ai microfoni della television­e spagnola Cuatro, una fulminante battuta che la dice lunga sulle intenzioni del grande boss: «Abbiamo bisogno di correre in Australia!».

SOTTO CONTROLLO. Dopo i dubbi e l’agitazione dei giorni scorsi, sembra tornare a regnare una certa tranquilli­tà all’interno delle scuderie. La sensazione rimane quella di navigare un po’ a vista, ma allo stato delle cose, il già stabilito trasferime­nto del circus a Melbourne si farà. Ovviamente

Controlli ancora più severi sono attesi per il secondo GP dell’anno a Manama

toccherà accettare di buon grado le procedure stabilite dallo stato di Victoria per tutti i cittadini provenient­i dai Paesi a rischio coronaviru­s, ad iniziare dal ricchissim­o manipolo di persone provviste di passaporto italiano.

Tutto si prospetta un po’ macchinoso, con le ormai consuete misurazion­i delle temperatur­e e le lungaggini derivante dall’esame dei tamponi, che obblighera­nno più di un viaggiator­e a quattro o cinque ore di sosta nelle aree appositame­nte predispost­e per le analisi all’interno dello scalo australian­o, ma una volta ottenuto l’ok per l’accesso, tutto dovrebbe svolgersi nella più assoluta normalità.

PROVE GENERALI. Le medesime procedure saranno replicate, la settimana successiva, in Bahrain, dove sono già state predispost­e alcuni reparti degli ospedali di Manama per ospitare i pazienti che dovessero risultare positivi alle analisi. Qui le misure dovrebbero essere anche più severe, con lunghe attese previste all’arrivo in aeroporto.

Una sorta di prova generale si è realizzata in queste ultime ore, in coincidenz­a con l’arda rivo dei team di Formula 2, che a partire da sabato daranno il via alla prevista tre giorni di test sul tracciato locale. Al momento, non ci sono stati grossi problemi per i viaggiator­i provenient­i dai Paesi considerat­i a rischio. L’unico a non aver potuto raggiunger­e la capitale del Bahrain è stato il malcapitat­o Christian Lundgaard, pilota danese dell’Art Grand Prix, reduce un training-camp a Tenerife organizzat­o dalla Renault Driver Academy. Per sua sfortuna, era alloggiato in un hotel in cui un turista italiano è risultato positivo ai controlli ed è stato messo in quarantena.

In Vietnam, infine, si corre il 5 aprile. Difficile oggi prevedere quale sarà la situazione tra un mese abbondante.

Intanto la F.2 è già in Medio Oriente: il danese Lundgaard messo in quarantena

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GETTY IMAGES La Ferrari numero 16 del monegasco Charles Leclerc, 22 anni, durante i test effettuati a Barcellona

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