LAZIO DA RECORD PRIMATO IN BALLO
Inzaghi: «Penso solo alla mia squadra e a come battere Mihajlovic. Noi lassù da due mesi e mezzo, non da ieri»
La grande bellezza è nel senso di identificazione del popolo biancoceleste rinato intorno a Inzaghi. Neppure può essere un caso se l’amatissimo Mihajlovic, altro campione d’Italia nel Duemila sotto la guida di Eriksson, oggi si ripresenterà all’Olimpico con il Bologna. C’è proprio il vecchio Sinisa, più forte di una quercia, a separare la Lazio dalla possibilità di balzare al primo posto in attesa di Juve-Inter. Accadrebbe se Simone vincesse anche oggi, infilando il ventunesimo risultato utile di fila e l’undicesimo successo interno da inizio campionato. Un evento unico. La Lazio non si trova in vetta alla classifica (tolti sporadici episodi nelle prime giornate di campionato) esattamente dalla stagione dell’ultimo scudetto. Sono passati vent’anni ma Inzaghi, ieri a Formello, ha cercato di sviare il discorso, com’era ovvio e giusto. «Negli ultimi giorni ho pensato al Bologna più che al primo posto. Una partita non semplice, scomoda, hanno totalizzato 34 punti nonostante i tantissimi infortuni e nell’ultimo periodo sono andati forte in trasferta. Sarà molto difficile».
ABITUDINE. La pressione appartiene a Sarri e Conte. Inzaghi e la Lazio dovranno conservare fame e entusiasmo. Oggi servirà la solita spensieratezza per allentare la tensione del risultato. «Non è più da una o due partite che ci troviamo in un’ottima posizione, ma siamo lassù da due mesi e mezzo. Vogliamo continuare in questo modo». Certo battere il Bologna significherebbe aggiungere peso e preoccupazioni alle rivali. «Forse sì - ha risposto Inzaghi - ma Juve e Inter sono costruite in un determinato modo e abituate ai ritrovarsi ai vertici, sanno gestire le pressioni. Alla partita di Torino non penso. Spero solo sia divertente per i telespettatori visto che si giocherà a porte chiuse. Noi dobbiamo fare il nostro all’Olimpico e con una buona cornice di pubblico, tenendo presente il Bologna. Abbiamo visto cosa sono stati capace di fare qui all’Olimpico 25 giorni fa con la Roma. Mancheranno Acerbi, Lulic e Marusic. Dobbiamo essere pronti a tutto».
AFFETTO. La simbiosi con il popolo sta trascinando la Lazio. Forse è il periodo più entusiasmante della carriera di Inzaghi, in crescita esponenziale da quattro anni. «Veniamo da una serie lunghissima di risultati, è un bellissimo momento, mancano 13 partite e sappiamo come i giudizi cambiano, restano i tre trofei vinti e altre sensazioni, come le giornate memorabili festeggiando accanto ai nostri tifosi. Domenica a Genova è stata una di queste». Simone all’Olimpico riabbraccerà Sinisa. «Ero sicuro che lo avrei ritrovato, è un caro amico, abbiamo condiviso tanto qui alla Lazio, ci sentiamo, mi informo sempre, spesso capita di vedersi con la moglie Arianna. Sarà un piacere ritrovarlo, lo conosco come compagno e amico, so quello che riesce a dare alle proprie squadre. Il Bologna rispecchia Sinisa».
DIFFICOLTÀ. Tornando a preparare una partita a settimana, ci sono stati degli infortuni. «L’indolenzimento di Marusic ci ha sorpreso, cercheremo di vedere come sta, con tante partite da qui alla fine non prenderemo rischi eccessivi. Quando è venuto a mancare Lulic, perdendo fisicità, abbiamo compensato con Marusic. Anche Lukaku, sperando che la sua condizione possa aumentare, può darci una mano». Percassi, in vista del ritorno degli ottavi Champions a Valencia, chiedeva l’anticipo al venerdì. La Lega non ha mai disposto d’ufficio senza un’intesa preventiva tra le società. E’ prassi trovare un accordo. Lotito ha detto no. «Se ne sta occupando la società, abbiamo un po’ di problemi con Acerbi e Marusic e un paio di giorni in più fanno la differenza. Mi tengo l’opzione per recuperare nel migliore dei modi», ha spiegato Simone. L’interesse dell’Atalanta è chiaro e comprensibile, ma non coincideva con l’interesse della Lazio. Perché Inzaghi, in corsa scudetto, dovrebbe preparare peggio la partita di Bergamo?
«L’Atalanta vuole giocare venerdì? Un giorno in più fa la differenza»