Corriere dello Sport

Manolas-Maksimovic, muro M&M il dopo Koulibaly è già cominciato

Il greco e il serbo in coppia da quattro partite e la media dei gol subiti si è sensibilme­nte ridotta

- Di Antonio Giordano

Sono trascorse dieci partite: e c’è un momento in cui, anche brutalment­e, bisogna mettersi dinnanzi allo specchio e interrogar­si. E’ una domenica dolente e feroce, in cui non c’è nulla che valga la pena di assaporare: c’è veleno che scorre nelle vene e domande che restano inevase. E’ un tarlo che s’intrufola nel cervello, rovista fino al più spettinato dei pensieri, inquieta perché sembra cancelli anche il domani: quando Napoli-Lecce è finita, Gattuso rimane solo con se stesso, con le proprie ferite, che «sanguinano». Dieci partite su quella panchina, senza riuscire mai ad essere ciò che ha sempre voluto essere: un uomo - cioè un allenatore - assennato, accorto, saggio, capace di fronteggia­re l’alta marea. E invece: quindici reti in dieci partite, come una provincial­e qualsiasi, anzi peggio, e senza neanche recitare in quel modo.

E’ in quella serata buia, ch’emerge completame­nte la frustrazio­ne, che il Napoli esce dalla sua languida ossessione, si spoglia del 4-3-3, si dà una regolata in mezzo al campo, sistema una sagoma dinnanzi alla difesa e alle sue spalle, quelle di Demme, si lancia completame­nte tra le braccia dei nuovi corazzieri: di Maksimovic e Manolas conviene essere amici, osservatel­i bene, hanno un fisico con il quale è preferibil­e evitare d’incrociars­i e pure lo sguardo non è rassicuran­te. Ma non avevano (quasi) mai avuto modo di giocare uno a fianco all’altro: era successo con il Cagliari (ahia!), poi con il Brescia per un tempo e poi basta. Un po’ all’ombra del K2, e ci sta, assai vittime della sorte (infortuni sparsi, qua e là), fino a Inter-Napoli: di là Lukaku, vuoi metter, e di qua un tandem (quasi) nuovo di zecca.

I NUMERI. Il Napoli di Gattuso, in campionato, ha sempre subito gol, tranne che a Cagliari; poi è rimasto imbattuto in coppa Italia, con Perugia e Lazio, e a san Siro ci ha aggiunto una dose di autostima, attraverso una partita di sacrificio, aggrappand­osi a quei due Gulliver della propria difesa, che paiono come un ponte lanciato sul futuro, perché a giugno qualcosa accadrà, intorno a Koulibaly. Nelle ultime quattro partite, e Manolas e Maksimovic le hanno attraversa­te assieme, la media si è abbassata e la paura sembra essere sparita: gol (su angolo) a Brescia, poi la genialata sull’asse Busquets-Semedo-Griezman che ci sta, perché si può finire in Barça per una volta in un’ora e mezza.

LA DIGA DA 61 MILIONI. Manolas e Maksimovic sono i difensori più costosi della storia del Napoli e il greco ha appena (si fa per dire) battuto il serbo: ci sono voluti trentasei milioni di euro per portarlo via a giugno 2019, con pagamento della clausola, alla Roma, undici in più di quanti ne servirono per arrivare al suo «fresco» socio, divenuto «oggetto» di un braccio di ferro con il Torino, che casualment­e ricompare proprio ora sul suo cammino.

E con sessantuno milioni di euro complessiv­i, è stato possibile costruire una diga, risistemar­si l’umore, mica soltanto la difesa, sentirsi più coperto, più impermeabi­le, più vicino alla propria identità, che Gattuso sta ancora inseguendo: ma almeno adesso non sembra ci sia neanche più uno spiffero di vento, nonostante sia sparita quella parete montuosa del K2, che in estate, e ci sta, potrebbe spostarsi altrove. E magari senza accorgerse­ne, Napoli ha aperto ad un’altra era.

Sono i difensori più pagati nella storia del Napoli, ora un ponte sul futuro

 ?? MOSCA ?? Kostas Manolas e Nikola Maksimovic, 28 anni entrambi, blindano la difesa degli azzurri
MOSCA Kostas Manolas e Nikola Maksimovic, 28 anni entrambi, blindano la difesa degli azzurri

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