INZAGHI STREGATO: FIRMA
Pippo rinnova per un altro anno col suo staff. Vigorito irrompe in sala stampa per l’annuncio ufficiale
Una piacevole irruzione. L'usuale conferenza stampa di Pippo Inzaghi si colora di un prologo suggestivo da parte del presidente Vigorito. Il patròn si siede al tavolo col suo allenatore e annuncia ufficialmente il rinnovo del contratto tra la società giallorossa e Superpippo. «L'avevamo deciso ben prima di Natale, anzi forse l'abbiamo deciso ancor prima che ci conoscessimo. La verità è che avrei voluto annunciarlo prima, perchè ora potrebbe sembrare che la decisione arrivi per via dei risultati ottenuti. Invece non è così: ci siamo accorti che il mister e il suo staff sono un pezzo di mosaico che mancava in questa società. I contratti sono stati sottoscritti già da mesi, non lo sapeva nessuno. Mi è sembrato giusto annunciarlo in un momento così difficile per lo sport così come per la vita di tutti noi per via dell'epidemia virale».
INZAGHI. Conoscendolo avrebbe voluto parlare della partita con lo Spezia, ma il protocollo gli impone di spiegare il perchè di una scelta condivisa senza batter ciglio: «Sono tre anni che il Benevento mi vuole e forse ho anche tardato fin tropsolo po ad arrivarci». La sua squadra si è presa la scena europea a furia di record e uno come Pippo Inzaghi non poteva lasciare indifferente il grande calcio. Eppure il tecnico piacentino non ha avuto il minimo dubbio nel rimanere ancora all'ombra della Dormiente: «Al di là dell'inseguimento di Foggia nei miei confronti, ho sempre avvertito la totale fiducia in me e nel mio staff. Per me queste sono le cose fondamentali. Ci sono due aneddoti che fanno capire a tutti come io mi sia legato a questa società. Il primo si riferisce al ritiro di Pinzolo: eravamo da una ventina di giorni in Trentino e il presidente sentì l'esigenza di ringraziare me e il mio staff per come stavamo lavorando. A lui erano bastati 20 giorni, avrebbe anche potuto lasciar perdere, invece ci fece subito sentire importanti, risaltando la passione che ci mettevamo. Per me quella è stata la prima svolta. La seconda è la proposta di rinnovo arrivata ad ottobre. Non avevamo ancora fatto nulla: certo, eravamo in corsa per i primi posti, ma non così come ora. Il rinnovo era automatico in caso di A, ma il presidente si è fidato molto prima. E ci ha dato una carica incredibile. Detto questo, tra di noi si sarebbe anche potuto non firmare nulla: siamo persone che quando dicono una cosa poi la fanno».
CONNUBIO VINCENTE. Vigorito ha parole di elogio per il suo allenatore. «Quella sera in cui ci conoscemmo a Posillipo capii che avevamo inserito il tassello giusto per tornare in A. Eravamo a cena, ma lui e Foggia non fecero altro che parlare di tattiche e moduli di gioco, spostando bicchieri e bottiglie. Il nostro direttore è stato bravissimo a rimodulare in maniera armonica il gruppo dello scorso anno: non si arriva in A con una squadra, si arriva con un progetto. E io credo che l'arrivo di Inzaghi ci abbia fatto imparare più velocemente quello che avremmo appreso in un tempo maggiore. Avevo sempre detto, dopo essere retrocessi dalla A che avremmo avuto bisogno di tre anni per ritornarvi: poi è venuto questo allenatore che va di fretta... ».
IL RITORNO IN A. Questa volta ci si avvicina alla massima divisione in maniera diversa: «Oggi – dice il presidente – la città è più matura. Quello che deve maturare è il tessuto industriale, commerciale e istituzionale: non vorremmo essere un’oasi in città. Ci piacerebbe essere come il delta del Po, che si ramifica e raccoglie tutto. Quando presentammo le maglie dissi che saremmo tornati in A insieme. Ora quella parola è ancora a metà della sua scrittura... ».