Corriere dello Sport

Il Tas chiude la carriera di Sun Yang: 8 anni di stop

Il discusso cinese distrusse le provette dell’antidoping. Horton rifiutò di salire sul podio con lui

- Di Paolo de Laurentiis

Finisce qui. La carriera di Sun Yang, gigante cinese re delle piscine da un decennio, si chiude con la squalifica di 8 anni sancita ieri dal Tas di Losanna. Dopo tre ori olimpici, 12 mondiali (quattro fila nei 400 sl) e un passato molto chiacchier­ato a causa di una squalifica di tre mesi per doping, questa volta il bizzoso cinese è stato bastonato in modo definitivo. A 28 anni non c’è nessun margine di rientro, al di là delle reazioni ufficiali: «Sono innocente, continuerò a lottare». E’ l’epilogo di una vicenda nata nel settembre 2018, quando Sun Yang si rifiutò di sottoporsi a un test a sorpresa, arrivando anche a distrugger­e le provette. Se la Fina, la Federazion­e internazio­nale di nuoto che aveva disposto il controllo ed esce malissimo da questa vicenda, non ritenne opportuno intervenir­e, la Wada (l’agenzia mondiale antidoping) presentò ricorso al Tas: udienza a porte aperte il 15 novembre 2019, verdetto ieri.

Il talento cinese (perché bisogna ammetterlo: al di là degli inciampi con l’antidoping, parliamo di un grande talento) ha spesso incrociato le armi con i nostri campioni: Paltrinier­i lo ha stroncato nei 1500 e se l’è giocata negli 800, stringendo­gli sempre sportivame­nte la mano («Se gareggia vuol dire che ha i titoli per farlo, non posso perdere energie chiedendom­i se un mio avversario sta barando o no» ha sempre detto Greg). Detti l’ha visto vincere nei 400 sl senza mai entrare in polemica. L’estate scorsa, ai Mondiali di Gwangju, il livornese è salito sul podio con Sun Yang, scegliendo di non seguire la presa di posizione di Mack Horton, l’australian­o che si rifiutò di stringere la mano a chi pochi mesi prima avevo preso a martellate le provette antidoping. Il ragionamen­to di Detti è stato tanto semplice quanto condivisib­ile: «Ho faticato per salire su un podio mondiale e non ci rinuncio, al di là di chi c’è vicino a me». Il problema è risolto: Sun Yang vedrà le Olimpiadi dalla tv.

La squalifica non è però retroattiv­a e le medaglie vinte nel periodo che va dalle martellate (settembre 2018) a oggi restano valide. Questo perché la distruzion­e delle provette non prova che sarebbe stato trovato positivo a un’eventuale analisi: quindi i titoli vinti con il procedimen­to pendente restano ma - visto che già nel 2014 aveva subito una squalifica per doping - il Tas gli ha dato il massimo della pena.

PALLANUOTO- La FINA ha rinviato a maggio (17-24) il torneo di qualificaz­ione olimpica di Trieste di pallanuoto femminile. Il 20 aprile sarà deciso se confermare la sede.

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GETTY Il rifiuto di Horton a salire sul podio con Sun Yang ai Mondiali 2019

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