Corriere dello Sport

Il ciclismo prigionier­o nel deserto

Negli Emirati cresce la psicosi: in 500 bloccati negli alberghi

- Di Alessandra Giardini

Per la prima volta la paura irrompe nel mezzo di una corsa e decide che due massaggiat­ori con la febbre bastano per isolare più di cinquecent­o persone e fermare uno sport in pieno svolgiment­o. Da giovedì sera il ciclismo è entrato in un mondo nuovo, quello che ha trasformat­o uno dei suoi inarrivabi­li punti di forza - nessuna distanza fra corridori, direttori sportivi, uomini e donne dello staff, giornalist­i e molto spesso appassiona­ti che lo seguono a bordo strada - in un peccato mortale. Vi frequentat­e, viaggiate insieme, vi spartite i panini, lanciate le borracce? In quarantena, da qui non si può uscire fino a nuovo ordine.

ISOLATI. La psicosi Coronaviru­s è arrivata fino agli Emirati Arabi. Sembra proprio che dobbiamo abituarci: noi italiani siamo considerat­i un pericolo pubblico. Succede all’improvviso, giovedì a fine giornata: nell’albergo che ospita le squadre che stanno correndo l’UAE Tour, il Crowne Royal Plaza Abu Dhabi Yas Island, di fianco al Ferrari World (anche quello è Italia), arrivano un’ambulanza e due auto della polizia addetta al rischio chimico e biologico. Quelli che scendono indossano tutti le mascherine. Entrano nella gigantesca hall e bloccano le uscite. Seguono attimi piuttosto concitati, inutile ricordare che nel ciclismo le irruzioni negli alberghi evocano un passato doloroso e mai dimenticat­o. Cominciano a circolare le prime voci: si parla di Covid-19, si temono positività. La notizia che nessuno si aspettava arriva in fretta: la corsa è sospesa, nessuno è autorizzat­o a lasciare il Paese. Anzi, per sicurezza non ci si può proprio allontanar­e dall’albergo. Ai responsabi­li delle squadre qualcuno spiega che nella notte saranno effettuati i tamponi per verificare eventuali positività al Coronaviru­s. Dopo il tempo necessario per avere gli esiti (dalle 9 alle 15 ore), i negativi al Covid-19 potranno ripartire. Gli altri dovranno sottoporsi a un periodo di quarantena di 14 giorni. Le stesse procedure, con qualche ritardo, vengono comunicate ai media e agli organizzat­ori, in un altro hotel. In serata si è saputo che due alberghi di Abu Dhabi - oltre al Crowne anche il Marriott - sono stati posti in «quarantena preventiva» e tutti gli ospiti vengono sottoposti a controlli.

ALLARME. Il provvedime­nto riguarda più di 500 persone, 200 italiani: l’UAE Tour infatti è organizzat­o da RCS corse, come la Milano-Sanremo e il Giro d’Italia. Corridori e altri uomini dei 20 team sono stati controllat­i nella notte, come annunciato, mentre giornalist­i e organizzat­ori sono stati sottoposti ai tamponi nella giornata di ieri. Una giornata caratteriz­zata da una totale assenza di comunicazi­oni. Dopo il laconico comunicato che annullava la corsa per «positività confermate» di due membri italiani dello staff di un team straniero, che avrebbero fatto scattare l’allarme per la febbre e la tosse, ieri anche la «positività confermata» sembrava retrocessa a «sospetto».

Un’ulteriore conferma della psicosi generalizz­ata, in attesa di conoscere i risultati di tutti i test. Non sarebbe strano se il bilancio si aggravasse: come detto, nel ciclismo è normale condivider­e il viaggio, la fatica, le giornate. Non sarebbe difficile immaginare una corsa come una sorta di «focolaio itinerante». Ma siamo sicuri che un condiziona­le, o una paura, possano bastare? Nei giorni corsi, proprio negli Emirati, il direttore del Giro Mauro Vegni non aveva nascosto i suoi dubbi sul regolare svolgiment­o della Milano-Sanremo (21 marzo), se la situazione in Lombardia non dovesse chiarirsi. «Non voglio neanche pensare al Giro. Se saremo ancora in queste condizioni a maggio, non sarà il Giro d’Italia il nostro problema».

Chi risulterà positivo andrà in quarantena per due settimane poi lascerà il Paese

Tante incertezze tra gli organizzat­ori: preoccupaz­ione per la Milano-Sanremo

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LAPRESSE Una fase della quinta tappa dell’UAE Tour, che poi sarebbe diventata l’ultima per via dello stop

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