Eriksen titolare? Conte verso il no
Eriksen o non Eriksen? Come essere o non essere. Il parallelo ci sta perché, se Eriksen è un centrocampista ed Amleto un principe, sono comunque entrambi danesi. Il dubbio, invece, è tutto di Conte. Sempre che il tecnico nerazzurro, nella sua testa, non abbia già deciso. Da fuori la sensazione è che Eriksen comincerà dalla panchina, con Barella e Vecino ad affiancare Brozovic in mediana, per diventare poi la carta da giocare nella ripresa. Sia nella migliore delle ipotesi, ovvero con un’Inter nella necessità di gestire un risultato positivo; sia in quella peggiore, vale a dire se ci sarà da recuperare uno svantaggio. Già perché Eriksen può dare una mano a controllare il pallone e a dettare il ritmo, ma è in grado pure di inventarsi la giocata o le giocate che fanno saltare il banco.
DOPPIA FASE. E allora viene da chiedersi: perché dovrebbe restare fuori? In questo momento il suo contributo si nota in fase di possesso e non altrettanto quando si tratta di difendere. Anzi, quando il pallone è tra i piedi degli avversari, Eriksen ancora non riesce a garantire il lavoro e l’applicazione che gli chiede Conte. L’Inter ha una sua identità, sviluppa un certo tipo di gioco e ha precisi codici di comportamento a seconda delle varie situazioni. Significa che tutti devono portare il proprio “mattone” in ogni circostanza. Ebbene, quello del danese sembra non essere ancora sufficientemente solido e resistente.
TEST E PROVE. Il tecnico nerazzurro non vuole ritagliare l’Inter addosso all’ex Tottenham, ma vuole che sia lui a integrarsi nel sistema. Ecco perché insiste nel fargli fare la mezz’ala. Anche se, in Bulgaria, nella ripresa, lo ha spostato sulla trequarti in un inedito 4-3-1-2, mentre l’altra sera a San Siro, sempre nella seconda parte, lo ha fatto partire largo a sinistra, ma con l’indicazione di accentrarsi, in un 4-4-2. In sostanza, Conte ha voluto immagazzinare una serie di dati su quello che gli può garantire adesso Eriksen. In base all’elaborazione di quei dati, sceglierà se e come impiegarlo contro la Juventus. Per giocare dall’inizio, però, ad ora resta in vantaggio Vecino. Se non altro perché, andando a giocarsi lo scudetto in casa della capolista, è probabilmente meglio partire puntando sullo spartito più sicuro, ricorrendo a chi può fare la differenza anche improvvisando solo a gara in corso. Attenzione, però, alle sorprese.
Vecino avvantaggiato per giocare accanto a Brozovic-Barella E crescono i quesiti