F1, Ferrari sotto tiro
ACCORDO MARANELLO-FIA: MERCEDES E ALTRI 6 TEAM MINACCIANO AZIONI LEGALI
Il primo missile giunge su Maranello alle 11.03 e proviene da Milton Keynes, sede della Red Bull. Ne pioveranno in rapida successione altri sei, il più pesante dei quali è firmato Mercedes. Tutti i team di Formula 1 - esclusi ovviamente il Cavallino e i suoi due clienti, Alfa Romeo e Haas - sono entrati congiuntamente in guerra, sferrando un’offensiva senza precedenti contro la Ferrari e la Federazione Internazionale dell’Auto.
La questione rimasta aperta è quella della regolarità dei motori di Maranello nel Mondiale 2019, l’innesco di questa bomba il comunicato emesso venerdì dalla FIA appena due ore dopo la conclusione dei test invernali, un modo palese e goffo di cercare la minor diffusione possibile. Poi in quattro giorni Toto Wolff ha contattato le squadre non-Ferrari e ha creato un fronte comune, che ieri si è fatto sentire con un comunicato, questo non opaco e reticente come quello federale, ma durissimo e chiaro, in cui si minacciano anche richieste di risarcimento.
ORDINE ALFABETICO. Il testo: «I team sottoscritti sono rimasti sorpresi e scioccati dal comunicato FIA diffuso venerdì 28 febbraio riguardante la conclusione delle indagini svolte sulla power unit Ferrari. Un ente preposto alla regolarità sportiva internazionale ha la responsabilità di agire con i più alti standard di governance, integrità e trasparenza. Dopo mesi di indagini intraprese dalla FIA solo a seguito di domande sollevate da altre squadre, ci opponiamo fermamente al fatto che FIA chiuda la questione con un accordo di transazione confidenziale con la Ferrari. Pertanto dichiariamo pubblicamente il nostro impegno comune a perseguire la piena e corretta divulgazione sul caso, per garantire che il nostro sport tratti tutti i concorrenti correttamente e con equità. Andremo avanti per i tifosi, i partecipanti e gli azionisti della Formula 1. Ci riserviamo inoltre il diritto di chiedere un risarcimento legale presso i tribunali competenti». Firmato in rigoroso ordine alfabetico da McLaren, Mercedes, Racing Point, Red Bull, Renault, Scuderia Alpha Tauri, Williams.
SILENZIO. Fermo no comment dalla Ferrari: non gli cavi una parola neanche con le tenaglie. Silenzio dalla Federazione Internazionale, che dopo la tragica scomparsa di Charlie Whiting ormai quasi un anno fa - successe in Australia - è incappata in infortuni clamorosi. L’ultimo in ordine di tempo la nota di venerdì scorso, brutta da leggersi, con cui la FIA di Jean Todt annuncia di aver «concluso le indagini sul motore Ferrari», di aver «raggiunto un accordo con la Ferrari» e, sommo atto di arroganza, che «i dettagli dell’accordo rimarranno riservati». Così, senza che figuri una colpevolezza o un’assoluzione, senza mai citare il tema chiaro dei limiti di flusso del carburante e di consumo di olio extra (sono stati aggirati o no?), con la Ferrari spedita ai servizi sociali che ora dovrà anzi dovrebbe - siamo su un terreno magmatico - «assistere la FIA in campo normativo e nelle sue attività di ricerca sulle emissioni di carbonio e combustibili sostenibili». Ma cosa vuol dire? Non fu tanto peggiore del buco neanche la toppa del multone imposto a Maranello dopo il GP di Abu Dhabi: 50.000 dollari per aver trovato 4,88 chili di benzina (7 litri) di troppo prima della partenza sel serbatoio di Leclerc. Anche quella una sanzione misteriosa.
MAI IN QUARANT’ANNI. Lo stato dell’arte è dunque una Formula 1 precipitata in una guerra come non si vedeva dai tempi di FISA contro FOCA, Federazione contro Costruttori, team legalisti (Ferrari in testa) contro team inglesi (sprezzantemente definiti da Enzo Ferrari «assemblatori», quando non «garagisti»). Anno 1981, quattro decenni fa.
Ora questa bomba proprio alla partenza del Mondiale, in un momento che dovrebbe teoricamente essere di festa, e già faticava a esserlo per le mille
Toto Wolff ha creato un’alleanza fra tutti i team che non hanno motori di Maranello
No comment della Ferrari (che era già nel mirino), silenzio anche dalla FIA
Finita l’amicizia tra i due top team E in prima linea si è schierata la Red Bull
incognite legate al coronavirus, con cambi di calendario e dubbi addirittura sul GP Australia che si corre, si dovrebbe correre, tra due domeniche. Cosa succede dunque? Il Mondiale 2020 vivrà su una parallela guerra nei tribunali ordinari, con richieste di risarcimento plurimilionarie?
Di certo è finita l’amicizia tra Ferrari e Mercedes. E soprattutto oggi il Cavallino è in una posizione difficile, messo all’angolo da un fronte alleato arrabbiato e nettamente maggioritario.