AVANTI, CALCIO!
Coronavirus: altra giornata di tensioni, poi la svolta con il decreto del governo In campo senza pubblico fino al prossimo 3 aprile Si ricomincia nel weekend con le partite rinviate
Con le nuove regole nulla è come prima La situazione nelle coppe e in Europa
Fava, Giardini Guadagno Marota Palliggiano Piergianni e Zara
Calcio a porte chiuse fino al 3 aprile. Lo ha ufficializzato ieri sera il governo attraverso un decreto, che prevede anche lo stop a manifestazioni ed eventi di qualsiasi natura che prevedano assembramenti di persone, mentre scuole e università resteranno chiuse fino al 15 marzo. A ruota è arrivata anche la Federcalcio, che «ha disposto con apposito provvedimento, fino a nuova determinazione, che si giochino a porte chiuse tutte le gare organizzate dalla Lega Serie A». Oggi, via Rosellini comunicherà il programma del week-end, con i sei recuperi della scorsa giornata, e di qualche altro turno (fino alla sosta per le Nazionali?), sempre che si trovino gli incastri giusti con le finestre televisive.
Per il resto del calendario, invece, occorrerà aspettare. Ad ogni modo, solo grazie alla Figc è stato messo un punto fermo, perché nemmeno l’emergenza ha rasserenato gli animi dentro la Serie A. Tanto che Dal Pino si è ritrovato costretto a chiedere la presa di posizione di Gravina per far accettare ai club le porte chiuse. Come previsto, infatti, l’assemblea non si è tenuta per mancanza del numero legale dei club. Ma il consiglio che la precedeva è stato letteralmente infuocato, con lo stesso Dal Pino disposto a rimettere il suo mandato e dimissioni poi respinte in mancanza di accordo.
QUATTRO ORE DI DISCUSSIONI. Al Palazzo del Coni nella Capitale, oltre ai consiglieri, si sono presentati pure Baldissoni (Roma), Pradè e Barone (Fiorentina), Carnevali (Sassuolo) e Romei (Sampdoria). Ed è anche per causa loro che si è infiammata la discussione, nonostante i 18 pareri favorevoli alla nuova ipotesi di calendario già raccolti. Il governo ancora non si era esposto ufficialmente, così un Lotito agitatissimo, oltre ad entrare in rotta di collisione con Percassi per il collocamento di Atalanta-Lazio, ha anche provato a insistere per le porte aperte, laddove possibile (quindi pure a Roma), facendo valere le disposizioni dei prefetti locali. Ad un certo punto è pure tornato in ballo il recupero di Inter-Sampdoria, da fissare prima di Juve-Inter. Poi, finalmente, è stato recepito che l’unica possibilità per concludere il campionato era quella delle porte chiuse. Quindi, avuta certezza del rinvio della semifinale di Coppa Italia con l’Inter, anche De Laurentiis si è allineato. E, alla fine, si è adeguato pure Marotta, pur facendo mettere a verbale una serie di contestazioni. Calcio e Lega, tuttavia, chiederanno un contributo economico al governo per attenuare l’impatto dei mancati incassi.
ZHANG. All’uscita della riunione, l’ad nerazzurro ha spiegato che «lo strumento delle porte chiuse potrebbe essere l'unico per portare a termine il campionato. Ma occorre indire di nuovo un’assemblea per delineare una strategia precisa a salvaguardia del fenomeno sportivo e dei singoli club». Mentre in serata c’è stato l’intervento anche di Zhang jr.: «Giocare a porte chiuse è la scelta più giusta per far sì che la gente non rischi - ha affermato alla Bbc -. La salute pubblica passa sopra ogni cosa. È difficile immaginare gli stadi chiusi, ma in questo momento è l'unica opzione percorribile».
COPPA ITALIA. Come premesso, oggi verrà ufficializzato il programma del prossimo week-end, per cui non è ancora certo se Juve-Inter si disputerà domenica sera (soluzione più probabile) o lunedì. E’ stato confermato che si procederà con lo slittamento delle giornate, mentre resta in sospeso
il recupero di Inter-Sampdoria, ora più che mai legato al destino nerazzurro in Europa. Devono essere ricollocate anche le semifinali di Coppa Italia. Sulla
Quattro ore di litigi anche dopo il rinvio di Napoli-Inter di Coppa Italia
Zhang: «L’unica scelta possibile» E i club chiedono soldi alla politica
carta quella tra Juve e Milan potrebbe essere programmata già per la prossima settimana. Mentre per privilegiare la contemporaneità, ad oggi, l’unica finestra utile sarebbe quella del 20 maggio. A quel punto la finale verrebbe disputata a campionato concluso. Altra ipotesi, una sorta di “Final Four”, con semifinale e finale concentrate in due o tre giorni.
RISCHIO. Tornando al decreto del Governo, viene anche specificato che «le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus Covid-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano». Beh, si può già immaginare che, qualora venisse trovato un positivo tra i club, diventerebbe impossibile concludere il massimo campionato. Intanto l’Uefa istituirà un comitato di lavoro per l’emergenza Coronavirus, con un rappresentante per ciascuna Lega. Quello per la serie A sarà De Siervo.