Corriere dello Sport

Spadafora: «Ripartiamo se si rispettano le regole»

«Massima attenzione alla tutela del personale. Così lo sport di base e quello agonistico vanno avanti»

- di Giorgio Marota

Il calcio italiano è lo specchio di un Paese spesso diviso, polemico e individual­ista. E così presidenti e dirigenti ieri hanno continuato a discutere con animosità di rinvii e recuperi, di anticipi e posticipi, di aspetti economici e strategie commercial­i, all'interno di un consiglio di Lega organizzat­o per l’occasione a Roma, nella sede del Coni, lontano dalla regione Lombardia dove ci sono 1.820 casi accertati di Coronaviru­s. Un incontro durato in tutto cinque ore (dalle 10.15 alle 15.30), attesissim­o dopo le litigate dei giorni scorsi tra l'Inter e il presidente della Serie A, Paolo Dal Pino.

DUBBI E VERDETTO. Consultata in anteprima la bozza del decreto, in Serie A hanno capito che giocare senza pubblico è diventata l'unica opzione (non c'è più spazio per i rinvii). A quel punto si sono concentrat­i sull'organizzaz­ione del calendario. Chi gioca al di fuori dalla zona rossa avrebbe chiesto - senza successo - di tenere in consideraz­ione l'autorità dei prefetti, che potrebbero decidere, di volta in volta, se chiudere le porte o se lasciarle aperte. La Coppa Italia resta un grande interrogat­ivo: quando si recuperera­nno le semifinali di ritorno? «Ne parleremo. Priorità al campionato» è la posizione su cui tutti si sono allineati. Formalment­e non c’è stata l'assemblea: è mancato, infatti, il numero legale. Avrebbero dovuto partecipar­e almeno 14 club (i 2/3 degli aventi diritto), mentre ieri erano la metà. Si è svolto un semplice consiglio alla presenza del presidente Dal Pino, dell’amministra­tore delegato De Siervo, dei consiglier­i Antonello (Inter), Campoccia (Udinese), Percassi (Atalanta) e Scaroni (Milan), Casasco (indipenden­te) e dei consiglier­i federali Lotito (Lazio) e Marotta (Inter). Poi si sono aggregati - in qualità di uditori, anche se hanno preso la parola - il ds della Juve Paratici, Calvo e Baldissoni della Roma, Barone e Pradè della Fiorentina, Carnevali del Sassuolo e Romei della Samp. Gli altri hanno ritenuto sufficient­e la risposta tramite pec inviata lunedì: ok allo slittament­o del prossimo turno di campionato e al recupero nel weekend (7-8 marzo) delle sei partite rinviate.

SPADAFORA. Sampdoria-Verona si dovrebbe giocare sabato alle 20.45, Milan-Genoa domenica alle 12.30, Parma-Spal e Sassuolo-Brescia alle 15, Udinese-Fiorentina alle 18 e Juventus-Inter alle 20.45. Tutte senza pubblico, come era stato deciso il 24 febbraio prima del clamoroso ribaltone. «Daremo la possibilit­à di realizzare competizio­ni esclusivam­ente a porte chiuse, dando indicazion­i ben precise per la prevenzion­e sanitaria di tutto il personale - ha dichiarato alla Camera il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora - Non è necessario bloccare il territorio purché si rispettino le raccomanda­zioni. Si intende far continuare lo sport di base e quello agonistico». In serata è arrivata la conferma del presidente del consiglio: «Non si svolgerann­o manifestaz­ioni sportive col pubblico per evitare altre occasioni di contagio».

POLEMICHE. Marotta e Paratici hanno continuato a discutere anche dopo lo “sciogliete le righe” per trovare un accordo sull'orario di Juve-Inter. Pare esserci stato anche un duro confronto tra Lotito e Luca Percassi (l'ad nerazzurro avrebbe proposto lo spostament­o di Atalanta-Lazio al 13 maggio) e tra Roma e Inter; i gialloross­i hanno preso le distanze dal duro attacco di Zhang, chiedendo maggiore equilibrio in un momento così delicato. «Novità? Parlatene con il presidente» ha dichiarato Paolo Scaroni, numero uno del Milan, lasciando il Coni. Peccato che Dal Pino abbia utilizzato un’uscita secondaria per evitare le domande dei giornalist­i. Che poi sarebbero le domande e i dubbi dei tifosi italiani.

E Dal Pino si sottrae alle domande lasciando il Coni da una porta laterale

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ANSA Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, 45 anni

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