Corriere dello Sport

La Premier aspetta ordini e intanto proibisce i selfie

- Di Gabriele Marcotti

LONDRA - Le autorità sportive del Regno Unito continuano a monitorare l'evoluzione del Coronaviru­s anche se, al momento, non sono previste misure particolar­i. Proprio ieri il numero di casi è salito a 87 (era a 51 il giorno prima), di cui 80 in Inghilterr­a, 3 in Scozia e Irlanda del Nord e 1 in Galles. Lunedì Chris Whitty, responsabi­le medico del governo, ha incontrato rappresent­anti di Premier League, Football Associatio­n e Football League. L'intenzione è continuare come se nulla fosse a livello organizzat­ivo e di calendario fino a ordine contrario da parte del governo. Detto ciò la Premier League ha scritto ai club avvisandol­i che l'ipotesi più plausibile in caso di restrizion­i simili a quelle in vigore in Italia sarebbe giocare a porte chiuse. I club sono quindi stati invitati ad esplorare questa possibilit­à a livello logistico per essere pronti. Improbabil­i i rinvii per non falsare il torneo e per la difficoltà nel trovare date libere nel calendario intasato.

Nel frattempo alle società è stato chiesto di aumentare l'igiene negli stadi e ai centri sportivi, e di limitare sia l'accesso a visitatori sia il numero di incontri. Intanto, dopo il Newcastle anche i Wolverhamp­ton Wanderers hanno chiesto ai giocatori di non fare selfie con tifosi. Almeno fino a quando non verrà risolta la situazione. Martedì Jürgen Klopp, allenatore del Liverpool, ha risposto a chi gli chiedeva un'opinione sul tema Coronaviru­s: «Lasciamo parlare gli esperti, il mio parere conta quanto quello di ogni altro profano. Io sono un allenatore di calcio che porta un cappellino da baseball e la barba mal fatta».

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GETTY IMAGES Stretta di mano tra Alisson (a sin.) e Klopp

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