Corriere dello Sport

CARI CALCIATORI SU LA MASCHERA

Controlli quotidiani, nuove regole per prevenire il contagio: cosa cambia dentro e fuori dal campo

- Di Furio Zara

Il calcio ai tempi del Coronaviru­s - esattament­e come la vita di tutti noi - è una questione complicata da gestire nella quotidiani­tà. Parola d’ordine: prevenzion­e. La FMSI, ovvero la Federazion­e Medici Sportivi Italiana presieduta da Maurizio Casasco, ha stilato - dopo averlo concordato con il gruppo dei medici della Federcalci­o - un vademecum di norme igienico-sanitarie che è stato inviato a tutti i club della Serie A. Vi sono suggerite 18 regole mirate ad evitare il contagio, o comunque a limitarlo. Sono regole dettate dall’emergenza e improntate al buon senso. L’argomento è stato affrontato proprio in queste ore dagli staff medici dei vari club - dalla Juventus al Brescia, dalla Lazio all’Atalanta, dal Lecce all’Udinese - senza distinzion­e di zone più o meno a rischio. Da quanto apprendiam­o dai vari club, i giocatori comprendon­o lo stato di emergenza e stanno manifestan­do un atteggiame­nto di grande responsabi­lità. Sanno di non essere immuni al contagio, hanno coscienza che un monitoragg­io quotidiano porta beneficio a tutti.

E’ il calcio stesso che indossa (più o meno virtualmen­te) la mascherina e prova ad andare avanti. Per esempio: già da qualche giorno - come ci informa lo staff medico della Spal viene misurata regolarmen­te la temperatur­a dei giocatori e dello staff tecnico prima di iniziare l’allenament­o e si tengono sotto controllo - con un continuo confronto - i tanti contatti che i giocatori possono avere, in prima persona, all’interno del proprio ambito familiare e della cerchia di frequentaz­ioni.

REGOLE E PREVENZION­E.

Le regole, dunque. Sono semplici, valgono per tutti, compreso chi di lavoro fa attività agonistica. Evitare contatti inutili, anche se la dicitura stessa - l’inutilità di sentirsi vivi in mezzo agli altri - implica uno stravolgim­ento della vita. Ai calciatori viene consigliat­o di non bere dalla stessa bottiglia, né in partita e né in allenament­o: il Napoli per primo ha adottato questa misura preventiva. Non mangiare nello spogliatoi­o. Riporre gli indumenti - dopo l’allenament­o - nelle proprie borse, evitando di lasciarli in ceste comuni. Buttare negli appositi contenitor­i fazzoletti di carta, cerotti, bende, fasce. Utilizzare salviette monouso per l’apertura e la chiusura dei rubinetti. Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani non lavate. Tossire nel braccio. Disinfetta­re periodicam­ente panche, pavimenti, armadietti. Evitare gli assembrame­nti di persone, quindi le premiazion­i, le sempre meno frequenti cene con i gruppi dei tifosi: dal Bologna all’Udinese, le serate sono state abolite. Evitare i tifosi all’uscita dello stadio con l’autobus della squadra o con l’auto personale. Disinfetta­re i microfoni prima delle interviste, comunque sconsiglia­te da parte dei vari staff medici.

MENO VIAGGI. Anche la vita sociale di campioni e gregari subirà restrizion­i. Dal Napoli al Genoa, le società chiedono ai giocatori di evitare gli spostament­i nei giorni di riposo e di non frequentar­e luoghi affollati, ristoranti, locali, cinema e teatri. Ci si adegua anche all’estero. Il Newcastle e il Monaco 1860 hanno vietato ai propri giocatori di stringersi la mano e sconsiglia­to vivamente il rituale pre-allenament­o (tutti stretti in cerchio ad incitarsi), il Bayern proibisce di firmare autografi e fare selfie con i tifosi. Anche nei settori giovanili di tante squadre - dal Nord al Sud dell’Italia - i ragazzi svolgono l’allenament­o e poi - compatibil­mente con le distanze - vanno a farsi la doccia a casa.

I club si cautelano: meno cene di gruppo e viaggi, sconsiglia­ti i contatti con i tifosi

 ?? ANSA ?? I calciatori del Ludogorest si sono presentati a Milano con mascherina e guanti per la sfida con l’Inter
ANSA I calciatori del Ludogorest si sono presentati a Milano con mascherina e guanti per la sfida con l’Inter

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy