Zubiria avanza, Petrachi in dubbio
ROMA - Ristrutturazione in corso. Aspettando gli sviluppi sul fronte Friedkin, in tanti si chiedono cosa accadrà tra i nuovissimi saloni della sede dell’Eur e i gloriosi corridoi di Trigoria. La notizia di un possibile ritorno di De Rossi si è già diffusa all’interno della Roma. Ma i cambiamenti saranno tanti, a tutti i livelli o quasi.
IL CAPO. Guido Fienga, in qualità di Ceo della società, ha il mandato degli azionisti a concludere il piano industriale. Il suo lavoro è stato apprezzato da Friedkin che quindi, anche se dovesse acquistare il club prima della fine della stagione, potrebbe lasciarlo al suo posto per gestire con calma il passaggio di proprietà. Poi, dentro un uomo di sua fiducia che potrebbe essere
Marc Watts, presidente del Friedkin Group, oppure un supermanager più esperto di politica sportiva. Del resto lo stesso Fienga, una volta completata la missione di riportare la Roma a galla dal punto di vista finanziario e organizzativo, chiederebbe al padrone di farsi da parte, per non occuparsi più di calcio.
GLI ALTRI. La conferma di Fienga, sia pure temporanea, dovrebbe avere come conseguenza la valorizzazione di Manolo Zubiria,
uscito dalla Roma anni fa da team manager per rientrare con la funzione (non ufficiale ma sostanziale) di direttore generale, e dovrebbe mantenere salda la poltrona di Francesco Calvo, il direttore marketing. Da valutare invece il ruolo di Mauro Baldissoni, che nelle ultime settimane è tornato a occuparsi delle questioni istituzionali: ieri ad esempio era al Coni per rappresentare la Roma. Non è escluso che possa avere un incarico anche nella nuova società, mantenendo le deleghe sullo stadio (che sia a Tor di Valle o altrove).
IL CAMPO. Tutta da definire infine l’area sportiva. Non c’è solo la posizione del direttore sportivo Petrachi in discussione, con discrete probabilità di divorzio a fine stagione, ma molti altri professionisti non conoscono in questo momento il loro futuro. Dal settore giovanile, nel quale dovrebbe entrare come dirigente Alberto De Rossi, al reparto femminile, nel quale ogni ruolo andrà ridiscusso. Il problema, al di là delle persone, è progettuale: le operazioni di costruzione delle squadre, a ogni livello, cominciano molto prima della fine della stagione sportiva. La Roma in questo momento non è nelle condizioni di programmare. Basta un elemento per capire la situazione di precarietà generale: quando i procuratori si affacciano a Trigoria per parlare dei calciatori, si sentono spesso rispondere «aspettiamo di vedere che succede». In campo e negli Usa.
Apprezzato il lavoro di Fienga, in arrivo un uomo di fiducia di Friedkin (Watts?)