Corriere dello Sport

Sonetti: Grande Sinisa, è una nuova “belvaggine”

- C.ben.

- Nedo Sonetti da Piombino, cinque promozioni dalla B alla A con Atalanta, Udinese, Ascoli, Lecce e Brescia, e allenatore del Bologna nell’annata 91-92, la chiamava «belvaggine». Sonetti racconta oggi cosa intendeva dire allora. «La belvaggine è la risultante di quella fame e di quella frenesia che ti vengono dal buzzo, dalla pancia, da dentro per capirci meglio, e che ti danno forza, coraggio e una rabbia straordina­ria. Le mie squadre dovevano sempre averla addosso perché la belvaggine ci consentiva di non aver mai paura di niente e di nessuno. De’ (per dirla alla livornese), il Bologna di Sinisa ce l’ha la belvaggine, addosso, dentro, da tutte le parti. Io lo guardo sempre il Bologna e non solo perché a Bologna sono stato bene, nonostante avessi in quella squadra anche qualche “delinquent­ello”, oltre a tanti bravi giocatori. Il Bologna di Sinisa mi piace perché gioca con rabbia, vuole sempre vincere, anche contro le grandi del campionato non cambia mai il suo atteggiame­nto. Si vede che questa squadra porta le idee, il carattere, la voglia di buttare anche il cuore oltre l’ostacolo del proprio allenatore. Come persona Sinisa mi ha entusiasma­to ma anche come allenatore lo stimo molto. Salutamelo, digli che è un grande e che io farò sempre il tifo per il suo Bologna».

LA BELVAGGINE DI SINISA. Domanda: qual è il tuo pensiero sul Bologna che sul piano dei cartellini è la squadra più «cattiva» d’Europa? «Mi sembra una colossale sciocchezz­a. Gioca con decisione, è intenso, aggressivo ma è anche propositiv­o nel gioco, va in campo sempre per costruire e mai per distrugger­e. Se il Bologna è cattivo, altre squadre hanno due o tre Belzebù. Cos’è la cattiveria nel calcio? E’ il giocatore che in taluni momenti della partita entra sull’avversario per fare male, ma nel Bologna non ci sono giocatori del genere. Magari a qualcuno può capitare di intervenir­e con i tempi sbagliati, ma non lo fa di proposito. E poi ve l’ho detto, al di là di quello che è il suo carattere forte e al di là anche della sua grande determinaz­ione sia nella vita che nel calcio, Sinisa pretende che il Bologna privilegi sempre il gioco, che vada sempre alla ricerca della vittoria. Tutte le volte che l’ho visto giocare, mai che sia stato speculativ­o, anche quando è stato in vantaggio il Bologna ha sempre continuato a portare avanti la sua mentalità vincente». L’ultimo punto è da sempre un cavallo di battaglia di Sonetti. «E poi il calcio è anche scontro di gioco, scontro fisico, contesa della palla, io in tutti i modi voglio fare gol e tu in tutti i modi cerchi di non farmelo fare. Chi non si vuole sporcare pantalonci­ni e maglietta, se ne resti a casa. Con me o avevi la belvaggine addosso o stavi a guardare. E anche con Sinisa è così, sarei pronto a mettere tutte e due le mie mani sul fuoco».

«Fame e frenesia che ti vengono da dentro e ti danno forza e coraggio»

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LAPRESSE Nedo Sonetti, 79 anni, ha allenato il Bologna nel 1991-92

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