L’importanza di riavere Sansone E Mihajlovic ora pretende di più
Il Bologna può di nuovo contare sulla sua corsa e sulla qualità. Il tecnico però si aspetta continuità
Nicola Sansone è uno di quelli che li noti di più quando non ci sono. Ne avverti l’assenza, ne senti la mancanza. Infatti all’Olimpico per più di un tempo il Bologna lo cercava nel suo essere rapido, veloce, incredibile, e lui stava in panchina ad aspettare il suo turno. Poi, al minuto 13 del secondo tempo, il ritorno in campo dopo tre partite saltate per via di un infortunio. Trentadue minuti di velocità, corsa, incursioni, eleganza e dribbling. Sansone è una somma dell’attaccante modernissimo. Anche se la sua stagione non è ancora decollata, troppo piena di alti e bassi, sullo scacchiere di Mihajlovic, Sansone è un uomo importante. I suoi strappi sono ossigeno al gioco. Nel bene e nel male, l’utilità di Sansone è totale. Attenzione. Mihajlovic pretende di più. Ma già i minuti dell’Olimpico hanno fatto vedere come Sansone sia in grado di gestire gli ingressi roboanti. Ieri per il Bologna doppio allenamento a Casteldebole con molti Primavera. Oggi riposo, domani la ripresa.
GOL E VELOCITA'. Non giocava da tre partite, aveva un problema al bicipite femorale e si era dovuto fermare. Partite in cui Sansone era rimasto a guardare l’ascesa di Barrow, che ne aveva preso il posto sulla corsia di sinistra, e di un Bologna capace di fare buone partite anche senza risultato. A sinistra, però, la necessità di Sansone si è percepita sempre. Barrow contro la Roma non solo aveva segnato i gol del successo ma anche dato spazio alla creatività, ma la sua continuità in quella porzione di campo vive ancora di momenti interpretativi forti: non sempre è sul pezzo. Sansone, invece, nonostante molte partite le abbia giocate sottotono, in qualche caso sbagliate totalmente, è un elemento fondamentale e che soddisfa tutto quello che Mihajlovic chiede. Corsa, rapidità, ripiegamento. Ma anche dribbling e soluzioni di passaggio diverse. E poi i gol: ne ha segnati 4 fin qui (come Bani), terzo marcatore della squadra dopo Orsolini (7) e Palacio (6). Ha un grado di incidenza alto, se non per numero di gol realizzati per mole di gioco creata. E’ la costanza che manca davvero a Sansone: spesso dentro la partite, altre volte perso nei suoi blackout.
INCIDENZA ALTA. Può fare di più? Sì, lo sa anche Mihajlovic. Ma è evidente che Sansone, da quando è qui, cioè dallo scorso gennaio, ha imparato a prendersi la scena e a dare quel contributo feroce che Sinisa vuole nel corso dell’incontro. A volte ci riesce, altre molto meno. Ed è un aspetto che Sansone ha provato a migliorare nel corso della sua avventura a Bologna, riuscendo a essere per lunghi tratti quel velocipede in grado di spezzare le partite e creare una situazione di imprevedibilità. Per esempio con la Lazio è riuscito a rendersi pericoloso anche con le conclusioni (2), che però è un lato su cui Sansone può ancora crescere molto. La media delle conclusioni in porta, infatti, non è altissima: circa due a gara, con alcuni picchi (come la partita contro il Lecce, 6 in tutto). Gol e conclusioni. Quando Sansone ha concluso 4 volte (o più) nella porta avversaria ha sempre fatto un gol o un assist. Era successo a Brescia (4 tiri, un assist), a Roma (3 tiri, un gol), a Napoli (5 tiri, un gol), contro il Milan (4 tiri, un gol), e contro il Lecce (6 tiri, 2 assist). La sfida contro il Genoa a Marassi è l’eccezione che conferma la regola: 5 tiri, un rigore (sbagliato).
Tra alti e bassi ha fin qui realizzato 4 gol, terzo marcatore tra i bolognesi