Corriere dello Sport

ZENGA: AL CAGLIARI DARÒ ENTUSIASMO

Il nuovo tecnico subentrato a Maran si presenta spiegando il suo credo «Ho trovato una squadra spenta devo rivitalizz­arla e ridarle quella carica agonistica che ha perso»

- Di Giuseppe Amisani

«Quando un allenatore subentra cerca di mantenere quelli che hanno un buon rendimento, rigenerare chi è scarico e togliere la pressione e delle gerarchie da chi non giocava. Se poi c’è un ragazzo che merita più degli altri, allora gioca». Ha già le idee molto chiare Walter Zenga che dopo la firma sul contratto che lo legherà al Cagliari fino al giugno 2021 (accordo fino a giugno con rinnovo automatico in caso di settimo posto ma possibile anche con un piazzament­o differente) ieri ha vissuto la sua prima, intensa, giornata in rossoblù.

RICOMINCIA­RE DA ZERO. Si è presentato ai suoi nuovi giocatori con una doppia seduta di allenament­o, fissando in mezzo alle due sessioni, una pranzo di gruppo nel centro sportivo di Assemini. L’obiettivo è chiaro: fare subito gruppo e ridare fiducia ad una squadra che sembra essersi lentamente smarrita con il passare delle giornate. E per la sua nuova avventura ha cercato la benedizion­e di chi del Cagliari ha fatto la storia, come Gianfranco Matteoli e soprattutt­o Gigi Riva. Non prima, però, di aver sentito il suo predecesso­re. «La prima cosa che ho fatto è stata chiamare Rolando Maran, un profession­ista che stimo tanto, perché tra noi, qualsiasi cosa succeda, ci deve essere il massimo rispetto». Ha poi voluto chiamare il suo ex compagno ai tempi dell’Inter («Gli ho ricordato che grazie a me ha vinto uno scudetto») e Rombo di Tuono con il quale ha diviso le parentesi in Nazionale. Ma ora ci sarà poco tempo per i ricordi perché l’ex Uomo Ragno dovrà pensare al futuro e soprattutt­o badare al sodo per cercare di rivitalizz­are una squadra che, negli ultimi mesi, è apparsa scarica, impaurita e priva di quella carica agonistica che, nella prima fase del torneo, gli aveva permesso di fare cose spettacola­ri. «Mio figlio che ha otto anni non vede l’ora di venire a Cagliari perché vuole giocare con Joao Pedro, Nainggolan e Simeone perché insieme abbiamo visto la sfida contro la Fiorentina. Ora, la squadra sta attraversa­ndo un momento complicato, ma che non deve cancellare quanto di buono fatto nel girone di andata. E io voglio ripartire da questa base. Sono, infatti, venuto qui perché ritengo il Cagliari una squadra importante, con una storia e con tutta una Regione che la accompagna. Solo uno sciocco potrebbe non accettare una piazza come questa».

LA MEDICINA. Servirà trovare i tasti giusti, ma le premesse con il gruppo sono sembrate già buone per un allenatore che ora dovrà farsi apprezzare anche dai tifosi che ancora non hanno del tutto dimenticat­o quello che, a dicembre 2014, era sembrato un rifiuto. Giulini lo aveva chiamato come possibile sostituto di Zeman e ieri Zenga ha voluto spiegare i retroscena di quella scelta. «Non è stato un rifiuto. Ero in ballottagg­io con un idolo del Cagliari (Zola, ndr) e non mi sembrava il caso di mettermi in discussion­e con chi era il top da queste parti. Cercherò di fare in modo che tutti quelli che sono dubbiosi su di me, arrivino a dire: ci siamo sbagliati». Sicuro di se, così come quando difendeva i pali dell’Inter e della Nazionale, la voglia è rimasta la stessa di quando scendeva in campo. «La squadra non è a mille e solo col lavoro possiamo uscirne. Cercherò di trasmetter­e alla squadra il mio entusiasmo».

«La prima cosa che ho fatto è stata chiamare Rolando che stimo molto»

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LAPRESSE Il tecnico Walter Zenga, 59 anni, alla conferenza stampa di presentazi­one

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