Siviglia trema e non vuole tifosi giallorossi
Gli ultimi dati parlano di 21 casi di Coronavirus in Andalusia, 5 dei quali a Siviglia. Tra i positivi al test, un ragazzo di 23 anni che di recente è stato in Italia. Poi, c’è un sessantaduenne che ha partecipato, a Malaga, a un grande meeting per imprese, in cui erano presenti diversi rappresentanti del Bel Paese, che a quanto sembra avrebbe contagiato a sua volta i due medici che lo hanno accolto al pronto soccorso dell’Ospedale Virgen del Rocio. Per il quinto caso, una donna di 37 anni, invece, l’origine della malattia è più confusa. 4 su 5, comunque, paiono in qualche modo relazionati all’Italia e, a Siviglia, si inizia a guardare con una certa preoccupazione all’invasione dei 2mila tifosi abbondanti giallorossi che sono attesi in città per l’andata degli ottavi di Europa League giovedì prossimo.
PERPLESSITÀ. Dal punto di vista dei cittadini di Siviglia, in effetti, la situazione appare piuttosto paradossale. Se uno dei principali epicentri del contagio, in questo momento, è l’Italia, ha senso impedire agli aficionados biancorossi di andare a Roma, quando i tifosi giallorossi potranno accomodarsi tranquillamente sulle gradinate del Sanchez Pizjuan, dopo aver visitato l’aeroporto cittadino e i locali pubblici della zona? Di qui la crescita della considerevole fazione di coloro che consigliano di attuare le medesime misure adottate per Getafe-Inter e ValenciaAtalanta, che si disputeranno a porte chiuse. Al giorno d’oggi, invece, anche Barça-Napoli, esattamente con Siviglia-Roma, dovrebbe giocarsi con il pubblico regolarmente sugli spalti. Alla vigilia dello scontro diretto di Liga con l’Atletico Madrid, ha detto la sua sulla questione anche l’allenatore degli andalusi, Julen Lopetegui. «Non possiamo far altro che attenerci a quello che ci indicano i responsabili della sanità».