Corriere dello Sport

FRIEDKIN, LA FIRMA È IN ARRIVO Roma, Jim e Dan lieto fine obbligato ma resta un nodo

Non ci sono ostacoli, ma la delicata situazione a livello internazio­nale impone alcune riflession­i Si potrebbe chiudere entro domani, al massimo entro il mese Il texano resta determinat­o a investire nel calcio italiano Dietro le quinte: l’affare e i prot

- Di Guido D’Ubaldo Di Giancarlo Dotto

Friedkin può chiudere entro il week end. Anche gli ultimi ostacoli sono stati superati. Le firme possono arrivare entro il fine settimana, dopo l'offerta presentata dal Cda di Friedkin Group. Il magnate texano è deciso ad andare avanti, nonostante la crisi economica internazio­nale che ha coinvolto anche il suo gruppo. Ma le voci di una imminente firma dei contratti ha fatto schizzare in avanti il titolo della Roma in Borsa. Ieri era cresciuto del 12.82 per cento. La Roma è ormai vicinissim­a al cambio di proprietà, da James Pallotta a Dan Friedkin. Mancano le ultime firme, che dovrebbero arrivare entro domani. E’ tutto pronto, dopo aver superato anche alcune perplessit­à su un contratto, sul quale si sono soffermati gli avvocati di Friedkin. Ma la delicata situazione economica internazio­nale impone un’analisi profonda. Si cerca di capire che evoluzione ci sarà in Europa. Non ci sono frenate nè accelerazi­oni, ma le valutazion­i che andranno fatte potrebbero richiedere qualche giorno in più.

RIFLESSION­E. Comunque Friedkin ha già idea di come gestirà la Roma. Formerà il nuovo Consiglio d’amministra­zione con una decina di persone di sua fiducia, compresi il figlio Ryan che dovrebbe assumere la carica di vice presidente e l’avvocato Marc Watts, presidente del gruppo Friedkin. Giovedì sera, quando si accavallav­ano le fake news, Pallotta aveva smentito con un tweet la sua presenza a New York. In ogni caso in queste ore si lavora per arrivare a tutte le firme sui contratti delle dodici società che compongono la galassia Roma. Da quani

Friedkin e Pallotta, alla fine di dicembre, hanno trovato un accordo di massima sulla valutazion­e da dare all’operazione complessiv­a, si lavora sul fair value, il giusto valore da dare all’operazione, cambiato dopo l’accordo trovato tra i due imprendito­ri. Ora bisogna tenere in consideraz­ione che tutto lo scenario internazio­nale è cambiato a causa del Coronaviru­s. Per il signing ogni giorno è buono, in ogni caso arriverà entro marzo. I legali continuano a lavorare rivedendo alcune parti dei contratti più articolati, non ci sono stati ostacoli imprevisti. Proseguono le conference call, il tutto va avanti in un clima di grande collaboraz­ione, tra chi non vende l’ora di vendere e chi è determinat­o ad acquistare. A Pallotta dall’operazione resteranno ottanta milioni, da dividersi con suoi soci.

RIPERCUSSI­ONI. La decisione di far giocare le prossime partite a porte chiuse comporterà un danno economico importante per le società della serie A, in particolar­e per la Roma la perdita è quantifica­bile intorno ai quattro milioni. La squadra gialloross­a all’Olimpico giocherà a porte chiuse contro la Sampdoria e il Siviglia in Eudo

Lei, lui, l’altro. La Lupa, Jim e Dan. Un classico. Con la differenza non banale che lui, l’altro, non lo subisce come accade nei più truci (o sentimenta­li, fate voi) canovacci d’amore, ma se l’è andato, letteralme­nte, a cercare. E, comunque, a pesare sarà più l’umore che l’amore in questa storia condannata al lieto fine.

Lei, naturalmen­te, è la Roma, lui, of course, Pallotta e l’altro, anche questi “di corsa” (anche se al momento trotterell­a), si chiama Friedkin, sì, come il regista dell’Esorcista. Il prete salvifico? Lo dicono di questi tempi impegnato in un gigantesco safari nel sud dell’Africa, a cavare il demonio casomai dagli enormi rinoceront­i che da quelle parti pestano la terra con la stessa furia per niente cieca dei bostoniani rampanti.

Qualcuno s’illudeva fosse amore, qualcun altro non dubita sia un calesse, lei intanto, nel mezzo, bella (ma non se la vedi al risveglio) Sora Camilla, aspetta sull’uscio di Trigoria. Lui, Jim, è molto deluso. Non tanto da lei, quanto dalla scuola alla quale è stata “educata”. La città infrequent­abile dei “culaltrist­i” (traduzione dallo slang yankee), di quelli cioè che pontifican­o da mane a sera indisturba­ti sul fondoschie­na degli altri, sapendo sempre tutto e non sapendo niente. Lei, la Lupa, ciclicamen­te sedotta ed abbandonat­a, aspetta, tra mille dolori e languori, anche se con tutti questi dottori che berciano al suo capezzale, che manco Pinocchio, avrebbe una voglia matta di darsela a gambe e, come Anna Magnani, in Fellini, chiudere il portone di casa. “Ciao, buonanotte!”. Ma alla fine aspetta, che poi è quello che gli riesce meglio, il prossimo e promesso sposo.

L’altro, Dan, si è già promesso di essere il prossimo, ma, come tutti i sani di mente alla vigilia delle proprie nozze, qualche dubbiarell­o non se l’è fatto mancare. I media, intanto, vengono “briffati”, un po’ dall’uno e po’ (tanto) dall’altro, in attesa di ricevere le partecipaz­ioni di nozze.

Circola dunque contagiosa, assieme ad altri virus, la parolina magica, “fair value”, il valore corretto, che alla fine non vuol dire niente in una storia che è anche, soprattutt­o, storia d’amore e di disamore (e qualche coltello). Lui, Jim, sta vendendo una cosa che pensava di amare alla follia, e forse non era proprio così, magari gli piaceva di più l’idea di mostrare che ci avrebbe saputo fare. Comunque sia, rinunciand­o all’idea, la pupa (o era la lupa?) gli è andata di traverso. Pur di disfarsene, rinuncia ai “lauti” guadagni che, per convincerl­i, aveva promesso ai suoi compagni di viaggio, diversi e quasi tutti di grosso calibro, quasi tutti amici personali del Boss. Così amici che chiedergli ogni volta i piccioli per le continue ricapitali­zzazioni era diventato nel tempo più complicato che per Fonzie chiedere scusa.

L’altro, Dan, affetto, probabilme­nte, dalla medesima smania testostero­nica di voler mostrare quanto ci sa fare, capisce ed approfitta della situazione giocando al ribasso e ogni giorno s’avanza una cosuccia che non c’era il giorno prima (con venti legali a lavorarci sopra è il minimo). Il Corona, con il suo diktat paralizzan­te, ha fatto il resto. Tutti fermi, o comunque rallentati. Rimane il fatto che il “fair value” sarà fair a seconda di chi lo guarda, chi vende e chi compra. Non serve essere strabici per vedere che non può essere uno solo. I due, Jim e Dan, sono uomini pragmatici. Di sicuro il bostoniano, che ha di sé un’opinione altissima e tende per questo allo sprezzo dell’umano genere, rispetta il texano. Detto ciò, e salvo clamorose code bizzose, questo matrimonio s’ha da fare. Perché lui, Jim, è stanco e l’altro, Dan, è compromess­o (s’è spinto parecchio oltre tra incontri e promesse, di sicuro ha ascoltato Malagò e Totti).

Tranquilli dunque, tifosi. Si farà. Anche perché, per dirla alla De Gregori, il compromess­o sposo non è “impazzito”.

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BARTOLETTI James Pallotta, 63 anni, attuale presidente della Roma impegnato nella cessione del club

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