Cancellate le finali di Cortina La Brignone perde una coppetta
Non potrà avere quella di superG ma è leader nella Coppa generale. «Avrei voluto chiudere da noi in Italia»
sarebbe dunque la mancanza di partecipanti. E un problema forse preliminare si avrebbe per la partenza fuori dall’Italia: al momento l’Ungheria è uno dei Paesi che non hanno ancora preso provvedimenti restrittivi nei confronti di chi arriva dall’Italia (si limitano a effettuare controlli sanitari all’ingresso nei confronti dei cittadini italiani), ma anche questo potrebbe cambiare. E comunque un Giro è molto di più: nel 2019 le squadre erano 22, i corridori al via 176, senza contare gli uomini degli staff; 1735 i media accreditati, 50.000 i bambini coinvolti col progetto Biciscuola, 9775 gli spettatori soltanto all’ultimo traguardo dell’Arena, provate a moltiplicarli per i 3.537 chilometri del percorso. Fare previsioni in questo momento è impossibile, ma è chiaro che se la situazione degli ospedali non dovesse migliorare, sarà impossibile assicurare un’assistenza a chi volesse venire nel nostro Paese a correre, a lavorare, o a godersi lo spettacolo. Da quando il Giro d’Italia esiste, soltanto le due guerre lo hanno fermato. Dobbiamo sperare che questa non lo sia.
Il coronavirus cancella le finali di Cortina. Salta, dunque, l’appuntamento di chiusura della stagione dello sci alpino, che doveva essere un test in vista dei Mondiali del prossimo anno sulle stesse nevi che nel 2026 ospiteranno poi anche l’Olimpiade invernale. Al termine di un lunghissimo Consiglio di emergenza della Fis (il massimo organo mondiale) sull’argomento, infatti, la proposta di disputare la manifestazione a porte chiuse, avanzata dalla Fisi (la Federsci azzurra) e supportata da Ministero dello Sport, Coni, Regione Veneto e Comune di Cortina è stata bocciata all’unanimità: l’unico voto favorevole era quello dell’Italia. Alla Fisi non è restato altro che formalizzare l’annullamento dell’evento, come poi annunciato dalla Fis nella serata ieri.
VIETATO RISCHIARE. In questo momento di allerta sanitaria mondiale, dunque, nessuno se la sentiva di rischiare viste le tante misure restrittive per i viaggi già in vigore in Europa. A parte l’Italia, che non ci sta. «È con grande rammarico che ho preso atto di questa decisione - ha dichiarato il Presidente della Fisi, Flavio Roda -, ma ogni membro del Consiglio ha motivato la propria decisione di cancellare le Finali con le limitazioni che i rispettivi governi hanno loro imposto in relazione all’epidemia di coronavirus. Tutto ciò si è però concretizzato in una grave penalizzazione per il mondo dello sport, che avrà pesanti ricadute economiche sia per la Federazione che per la Fondazione Cortina 2021, che è l’organizzatore dei prossimi Mondiali. È una decisione che penalizzerà però tutto l’indotto della montagna italiana, in tutte le varie realtà imprenditoriali e associative che hanno deciso di supportare il movimento degli sport invernali con investimenti importanti e coraggiosi».
La stagione maschile, dunque, dopo l’attuale weekend veloce di Kvitfjell, si chiuderà a Kranjska Gora (14-15/3) con un gigante e uno slalom, mentre alle donne restano soltanto le tre gare di Aare: slalom parallelo il 12 marzo, gigante il 13 e slalom il 14. Amareggiata la leader di Coppa del Mondo Federica Brignone (1378 punti) che, dopo aver gareggiato a porte “socchiuse” nella sua La Thuile, dovrà difendersi in Svezia dall’assalto di Mikaela Shiffrin (1225) e Petra Vlhova (1189) per la sfera di cristallo assoluta.
NIENTE COPPETTA. Con la cancellazione di Cortina, inoltre, la carabiniera valdostana vede già sfumare la coppetta di superG per l’inezia di 19 punti. «Sono dispiaciuta, avremmo voluto correre davanti ai nostri tifosi per concludere nel migliore dei modi una grande stagione che ha visto tutta la squadra esprimersi ai massimi livelli. Si tratta di quattro gare in meno che condizioneranno inevitabilmente l'esito della Coppa, il rammarico aumenta se penso che in questo periodo stavo sciando molto bene e ogni gara era buona per fare risultato - commenta Fede - È un modo inconcludente di finire una stagione, mi spiace anche perché in questo modo chiudo al secondo posto la classifica di superG dietro a Corinne Suter, a causa di quel centesimo che mi è costato la vittoria sabato scorso a La Thuile. Per la generale, invece, può invece succedere di tutto». Persino che, in questo pazzo inverno, diventi la prima azzurra della storia a mettere le mani sulla Coppa del Mondo.