CALCIO IN CHIARO È SCONTRO
Il ministro Spadafora chiede di rendere visibili a tutti le partite in tv, ma arriva il no delle società: «Norme e contratti non lo permettono»
Ieri, nel giorno in cui la Lega ha diramato il calendario fino alla sosta, c’è stato un nuovo scontro tra calcio e politica. Il Governo, appoggiato dalla Figc, ha chiesto che le gare di domani di A siano trasmesse in chiaro, ma la Lega ha risposto picche. Il tema era già stato posto la scorsa settimana per Juventus-Inter e la risposta era stata la stessa.
SPADAFORA CI RIPROVA. Il ministro per le politiche giovanili e lo sport ieri pomeriggio ha inviato al numero uno della Figc Gravina e alla Lega una lettera nella quale ha sottolineato che «nell’attuale fase di emergenza sanitaria lo sport sta subendo inevitabili conseguenze e il mondo del calcio è certamente tra i settori più esposti. Chiarito il quadro delle misure vigenti nelle prossime settimane (le porte chiuse, ndr) le chiedo, in questa delicata contingenza, di verificare se esistono favorevoli condizioni, rispettose della normativa vigente e degli accordi in essere, che possano eventualmente consentire la libera fruizione televisiva delle gare di cui si prevede la disputa a porte chiuse. Ciò costituirebbe un bellissimo segnale verso tutti gli italiani, ma anche un modo per limitare i disagi associati alle misure di contenimento in essere».
NO DI VIA ROSELLINI. La risposta negativa della Lega non si è fatta attendere: «Pur comprendendo e condividendo le finalità alla base della richiesta del Ministro Spadafora, un’iniziativa volta, in un momento di massima emergenza per il Paese, a valutare la possibilità di consentire la libera fruizione televisiva del campionato, la Lega Serie A rileva che il quadro normativo vigente, e gli obblighi contrattuali già assunti, non consentono di potervi aderire» si legge nella nota. Tradotto: niente campionato per tutti visto che la Lega non ha i diritti in chiaro delle partite e non li ha venduti. Sky aveva dato la scorsa settimana la disponibilità alla trasmissione di Juve-Inter.
ANTICIPI AL VENERDI’. Capitolo calendario: ieri ufficializzate le prossime due giornate, con date e orari. Il programma chiaramente è molto diverso da quello precedente e ha tenuto conto dei recuperi di mercoledì 18 (Hellas-Cagliari alle 15 e non alle 18,30) e della Champions. Hellas-Napoli e Bologna-Juventus sono state posizionate entrambe venerdì per favorire azzurri e bianconeri impegnati tra una decina di giorni contro Barcellona e Lione. Un favore quello dell’anticipo al venerdì che non era stato fatto all’Atalanta (senza lo slittamento del calendario sarebbe stata impegnata stasera contro la Lazio). Perché? Quando a gennaio era stato fatto il calendario di anticipi e posticipi, la Dea e Lazio erano entrambe in corsa per la Coppa Italia e potenzialmente potevano qualificarsi per le semifinali. Giocare il sabato e non il venerdì era obbligatorio. Per anticipare di 24 ore il match in un secondo momento sarebbe servito l’ok della Lazio. In questo caso non c'era bisogno del via libera di Verona e Bologna che comunque c'è stato.
TV E GIORNALISTI. Per le gare di domani a porte chiuse indicazioni precise per i registi: inquadrature più strette del solito sui protagonisti e su chi ha la palla, replay per valorizzare i gesti tecnici, grande attenzione alle panchine e zero (o quasi) immagini degli spalti. Abolite le interviste in campo, sia all’intervallo sia a fine incontro, e quelle in mixed zone; niente immagini nello spogliatoio nel pre gara. Gli allenatori parleranno solo con i broadcast (ci sarà un microfono per mantenere la distanza di sicurezza usato al cinema, il “Boom”) e non faranno conferenza. A distanza dalle panchine anche il bordocampista. I numero dei giornalisti ammessi sarà ridotto rispetto alla capienza della tribuna stampa.
«Norme e obblighi contrattuali non consentono di poter aderire all’iniziativa»
Il vademecum delle gare a porte chiuse: i tecnici non faranno conferenza stampa