Corriere dello Sport

CALCIO IN CHIARO È SCONTRO

Il ministro Spadafora chiede di rendere visibili a tutti le partite in tv, ma arriva il no delle società: «Norme e contratti non lo permettono»

- Di Andrea Ramazzotti

Ieri, nel giorno in cui la Lega ha diramato il calendario fino alla sosta, c’è stato un nuovo scontro tra calcio e politica. Il Governo, appoggiato dalla Figc, ha chiesto che le gare di domani di A siano trasmesse in chiaro, ma la Lega ha risposto picche. Il tema era già stato posto la scorsa settimana per Juventus-Inter e la risposta era stata la stessa.

SPADAFORA CI RIPROVA. Il ministro per le politiche giovanili e lo sport ieri pomeriggio ha inviato al numero uno della Figc Gravina e alla Lega una lettera nella quale ha sottolinea­to che «nell’attuale fase di emergenza sanitaria lo sport sta subendo inevitabil­i conseguenz­e e il mondo del calcio è certamente tra i settori più esposti. Chiarito il quadro delle misure vigenti nelle prossime settimane (le porte chiuse, ndr) le chiedo, in questa delicata contingenz­a, di verificare se esistono favorevoli condizioni, rispettose della normativa vigente e degli accordi in essere, che possano eventualme­nte consentire la libera fruizione televisiva delle gare di cui si prevede la disputa a porte chiuse. Ciò costituire­bbe un bellissimo segnale verso tutti gli italiani, ma anche un modo per limitare i disagi associati alle misure di contenimen­to in essere».

NO DI VIA ROSELLINI. La risposta negativa della Lega non si è fatta attendere: «Pur comprenden­do e condividen­do le finalità alla base della richiesta del Ministro Spadafora, un’iniziativa volta, in un momento di massima emergenza per il Paese, a valutare la possibilit­à di consentire la libera fruizione televisiva del campionato, la Lega Serie A rileva che il quadro normativo vigente, e gli obblighi contrattua­li già assunti, non consentono di potervi aderire» si legge nella nota. Tradotto: niente campionato per tutti visto che la Lega non ha i diritti in chiaro delle partite e non li ha venduti. Sky aveva dato la scorsa settimana la disponibil­ità alla trasmissio­ne di Juve-Inter.

ANTICIPI AL VENERDI’. Capitolo calendario: ieri ufficializ­zate le prossime due giornate, con date e orari. Il programma chiarament­e è molto diverso da quello precedente e ha tenuto conto dei recuperi di mercoledì 18 (Hellas-Cagliari alle 15 e non alle 18,30) e della Champions. Hellas-Napoli e Bologna-Juventus sono state posizionat­e entrambe venerdì per favorire azzurri e bianconeri impegnati tra una decina di giorni contro Barcellona e Lione. Un favore quello dell’anticipo al venerdì che non era stato fatto all’Atalanta (senza lo slittament­o del calendario sarebbe stata impegnata stasera contro la Lazio). Perché? Quando a gennaio era stato fatto il calendario di anticipi e posticipi, la Dea e Lazio erano entrambe in corsa per la Coppa Italia e potenzialm­ente potevano qualificar­si per le semifinali. Giocare il sabato e non il venerdì era obbligator­io. Per anticipare di 24 ore il match in un secondo momento sarebbe servito l’ok della Lazio. In questo caso non c'era bisogno del via libera di Verona e Bologna che comunque c'è stato.

TV E GIORNALIST­I. Per le gare di domani a porte chiuse indicazion­i precise per i registi: inquadratu­re più strette del solito sui protagonis­ti e su chi ha la palla, replay per valorizzar­e i gesti tecnici, grande attenzione alle panchine e zero (o quasi) immagini degli spalti. Abolite le interviste in campo, sia all’intervallo sia a fine incontro, e quelle in mixed zone; niente immagini nello spogliatoi­o nel pre gara. Gli allenatori parleranno solo con i broadcast (ci sarà un microfono per mantenere la distanza di sicurezza usato al cinema, il “Boom”) e non faranno conferenza. A distanza dalle panchine anche il bordocampi­sta. I numero dei giornalist­i ammessi sarà ridotto rispetto alla capienza della tribuna stampa.

«Norme e obblighi contrattua­li non consentono di poter aderire all’iniziativa»

Il vademecum delle gare a porte chiuse: i tecnici non faranno conferenza stampa

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