STOP LO SPORT SI FERMA CON TUTTO IL PAESE
L’Italia diventa zona protetta, da oggi vietati gli spostamenti Scuole e università chiuse fino al 3 aprile Alt ai campionati per tutte le discipline ma si continueranno a giocare le partite di Champions e di Europa League
C’è un calcio che va avanti in Europa (per quanto tempo ancora?) e un calcio che si ferma in Italia insieme con tutto il Paese. Tremenda condizione - la nostra - di faro del mondo. Tutti ci osservano tenendo d’occhio i pochi fasci di luce che solcano il buio di un periodo tragico. Alcuni ci considerano gli untori del Continente perché dopo la Cina il virus ha scelto di colpire proprio l’Italia. Abbiamo ancora il maggior numero di contagiati e di morti soltanto perché - affermano gli esperti - da noi Covid-19 è arrivato prima.
Il calcio e lo sport italiano si fermano. In blocco. Fino al 3 aprile. A deciderlo è stato il Governo, che ha emanato un nuovo decreto contenente tutte le misure previste per il Paese, comprese quelle per il mondo del pallone, in vigore da oggi. Ieri sera, al termine di una giornata nella quale purtroppo in Italia i contagiati da Corovirus sono aumentati a dismisura, ad anticipare il contenuto del provvedimento è stato il premier Conte, che ha recepito in pieno le indicazioni arrivate dal ministro dello sport Spadafora e dal Coni. Il calcio italiano si dovrà adeguare anche se qualche dirigente in via Rosellini non era convinto e fino a ieri mattina aveva provato a far riflettere la politica. Il Consiglio Federale straordinario che andrà in scena oggi alle 14 in conference call, dunque, sarà svuotato di ogni compito decisionale riguardo allo stop della A. Rischi di vedere partite (con conseguenti polemiche) il prossimo week-end non ce ne sono. Siccome sono stati stoppati anche i campionati di B e C, quello Primavera e quello femminile, da qui al 3 aprile le uniche competizioni che rimangono in calendario sono la Champions League e l’Europa League. Il decreto del Governo darà la possibilità alle nostre squadre ancora in corsa in Europa di giocarle nei loro stadi, a porte chiuse. Sarà l’unica eccezione. Un discorso a parte lo meritano le amichevoli delle Nazionali durante la pausa di marzo, argomento che trattiamo in un altro articolo.
LA SPINTA DI MALAGÒ. Il ministro Spadafora aveva già detto che non si doveva giocare né domenica né ieri (Sassuolo-Brescia), ma il dpcm era dalla parte di Figc e Lega che non hanno fatto passi indietro. Per “convincerle” Spadafora ha avuto l’aiuto del Governo. L’imminente svolta l’aveva fatta intuire il ministro degli esteri Di Maio che su Facebook alle 12.30 aveva spiegato: «Il ministro Spadafora sta cercando di convincere tutto il mondo del calcio che è meglio non giocare perché se ci sono dei calciatori positivi a loro volta contagiano altri giocatori che tornano a casa e contagiano altri cittadini». Parole e musica per Malagò, che domenica sera era stato molto critico con la scelta del calcio professionistico di non fermarsi, a differenza di quanto fatto per esempio dai Dilettanti o dal basket. Il numero uno del Coni nel pomeriggio ha riunito i 17 presidenti delle federazioni di sport di squadra (c’era anche Gravina) e all’unanimità è stato invitato il Governo a «emanare un apposito dpcm che possa superare quello attuale in corso di validità» in modo da fermare il calcio. E’ stato Malagò a informare Spadafora e Conte, naturalmente soddisfatti della presa di coscienza dello sport. Il primo ministro in serata ha poi chiarito: «Non c’è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive e le gare del campionato di calcio. I tifosi devono prenderne atto, anche se dispiace dirlo». Il Coni invece non ha potuto dare indicazioni di stop alle competizioni internazionali, come per esempio le coppe europee, e anche ai tornei per ottenere un pass per le Olimpiadi (Malagò si sta spendendo perché i nostri atleti partecipino anche all’estero, a patto di fare una quarantena).
SOLDI E CLASSIFICA. In un Paese che da oggi sarà tutto “bloccato”, garantire gli spostamenti per esempio agli arbitri delle partite (ed evitare loro successive quarantene) sarebbe stato impossibile. Stesso discorso per le squadre. E poi è stato valutato il discorso degli eventuali infortuni più seri, quelli che potevano necessitare di cure mediche in ospedali già al collasso a causa del Coronavirus. I potenziali problemi creati all’Italia sarebbero stati troppi. Adesso il “comparto sport” costretto a fermarsi entrerà nel programma di aiuti che il Governo ha previsto. Già stanziati per i danni economici che l’Italia sta subendo 7,5 miliardi, ma la cifra potrebbe aumentare. Anche il calcio ne beneficerà. Nel consiglio federale di oggi, intanto, si inizierà a parlare pure di quello che può succedere se i campionati non fossero completati: sarà necessario
Malagò e i presidenti federali avevano già votato lo stop a tutta l’attività sportiva
stabilire criteri per l’assegnazione dello scudetto, dei posti nelle coppe europee e delle retrocessioni. Materia spinosa che potrebbe prestarsi a cause.
DOPPIA ASSEMBLEA. Ieri infine si è riunita, in conference call, la commissione diritti tv della Lega. C’è stato qualche problema di collegamento, con alcuni ritardatari che non hanno potuto partecipare causa intasamento del sistema. Domani ci sarà il bis e i tecnici hanno promesso che risolveranno il problema, altrimenti potrebbero esserci complicazioni pure per le due assemblee di giovedì, all’interno della quale si discuterà anche del nuovo bando per la vendita dei diritti tv per il triennio 2021-24, e di lunedì, che avrà come argomento il Coronavirus. La compilazione del nuovo bando dovrebbe essere completata domani e poi ci sarà l’esame dei club. Probabile che, con i nuovi pacchetti, ci sia un ulteriore sbilanciamento verso le esclusive per il prodotto. Attenzione, però, perché c’è già stato un avvertimento dell’Antitrust, pronta a vigilare affinché l’utente finale non si ritrovi costretto a sottoscrivere troppi abbonamenti. La speranza, inoltre, è che aumenti l’interesse delle ott, magari con l’ingresso in partita di Amazon, i cui vertici sono stato incontrati da Dal Pino nel recente viaggio in America.