«Ci vogliono imbrogliare»
Il portavoce del club: «Il presidente non si fa imbrogliare Tommasi voleva impedire Juve-Inter, c’era interesse a rinviarla». La società: «Arturo ha parlato a nome suo»
E’ un portavoce dipendente e indipendente, quando parla bisogna chiedere se lo fa a nome suo o di Lotito. Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della Lazio come da dicitura del sito ufficiale del club (ma senza tesseramento, aggiungiamo noi), portavoce del presidente da nomina conosciuta e riconosciuta, direttore del portale l’Opinione delle Libertà, titolare di un blog a lui intitolato e di un profilo Facebook, ieri ha sparato a zero nei confronti di Tommasi (presidente dell’Assocalciatori), di ministri e dirigenti non precisati denunciando ombre. L’attacco iniziale è stato digitale: «Non sarà facile imbrogliare il presidente Lotito da parte di ministri demagoghi e dirigenti irresponsabili che non capiscono come fermare il campionato significherebbe far saltare tutti i diritti televisivi e condannare al fallimento la gran parte delle società calcistiche italiane!». Il secondo attacco è stato radiofonico, Diaconale l’ha lanciato attraverso i microfoni di Radio Punto Nuovo: «Tommasi si è svegliato storto e voleva impedire che si giocasse anche Juventus-Inter perché c’erano degli interessi affinché quella partita potesse essere rinviata e chissà come sarebbe andata a finire, ma non voglio andare oltre...». Lotito, da noi interpellato, ha chiarito che le dichiarazioni di Diaconale non lo rappresentano. Il presidente della Lazio esporrà la posizione sua e della Lazio oggi, lo farà durante il Consiglio federale. Si era pensato subito a sussuri presidenziali. Diaconale, successivamente, è intervenuto a Radio Radio: «Parlo a nome mio».
I FATTI. Le prime parole del portavoce erano rimbalzate dalla rubrica “Taccuino Biancoceleste”, ieri dedicata all’articolo “Il sogno dei due scudetti”: «Da fronteggiare non c’è solo la paura da coronavirus. Almeno per quanto riguarda i tifosi della Lazio - ha scritto Diaconale - c’è una seconda preoccupazione che serpeggia sempre più insistente e che, tanto per rimanere nel clima da emergenza sanitaria in atto, potrebbe venire definita come il frutto della sindrome da scudetto negato del 1915. La paura, in altri termini, è che il campionato in corso faccia la fine di quello interrotto dallo scoppio della Grande Guerra... una eventuale interruzione dell’attuale campionato a causa del coronavirus possa impedire alla Lazio di oggi di conquistare quello scudetto verso cui viene al momento proiettata dai brillanti risultati che l’hanno portata al vertice della classifica ad un solo punto dalla Juventus». Diaconale ha paragonato lo scudetto interrotto del 1915 (rivendicato dai laziali) e lo scudetto sospeso (per ora) del 2020, il paragone epidemico forse era meglio risparmiarlo: «Questa sindrome da scudetto negato del 1915 si va diffondendo quasi quanto l’epidemia dell’influenza proveniente dalla Cina. Perché fa scattare l’antico timore che, in una situazione di massima incertezza provocata dall’emergenza sanitaria che paralizza il Paese, gli interessi dei grandi club possano scattare ai danni della società biancoceleste. Così come non bisogna cedere al panico per il coronavirus, non ci si deve abbandonare al panico per sindrome da scudetto negato». Diaconale è per una pausa solo momentanea del campionato: «...Potrebbe essere chiusa ad emergenza eccezionale superata, consentendo la ripresa delle partite e la conclusione regolare del campionato. Magari nel mese dedicato agli Europei...». Diaconale avrà parlato a suo nome, ma ha anche tirato in ballo la Lazio e Lotito direttamente: «Di certo ci sono due evidenze. Da un lato la ferma volontà della società, della squadra e di tutti i tifosi di pretendere la regolarità del torneo scongiurando il rischio di ripetere il 1915. Anzi, di battersi fino in fondo per fare in modo che nel 2020 si possa festeggiare non uno ma due scudetti: quello antico e quello presente! Dall’altro la consapevolezza che non sarà facile imbrogliare il presidente Lotito...».
«Chissà come sarebbe finita Juventus-Inter se fosse stata rinviata e non voglio andare oltre»
«Ministri e dirigenti irresponsabili non capiscono che fermare la A farà saltare i diritti tv. A rischio tanti club italiani»
«Gli interessi dei grandi club non scattino ai danni dei biancocelesti Non ripetiamo il caso dello scudetto negato nel torneo 1915»