Corriere dello Sport

«Le mascherine? Un gesto forte»

- Di Giancarlo Febbo

- Un gesto simbolico forte, impattante, che può aiutare a riflettere. Un gesto che, tramite tivvù, inizialmen­te è entrato nella case non di tutti gli italiani, ma solo di quelli a cui interessav­a una partita di serie B dall’esito scontato, cioè Benevento-Pescara (per la cronaca 4-0 per la capolista), ma poi, come un catarifran­gente, è stato spammato ovunque diventando la prima protesta di una squadra di calcio italiana “costretta” a giocare nonostante l’emergenza Coronaviru­s. L’ha fatta il Pescara, con i giocatori biancazzur­ri che sono scesi in campo (prima abbondante­mente inquadrati dalle telecamere di Dazn nel sottopassa­ggio) con le mascherine protettive in volto. Hanno fatto l’ingresso, hanno salutato il pubblico che non c’era e poi le hanno tolte, perdendo tranquilla­mente la partita. Ma questo diventa un fatto secondario, visto che prima conta la salute e gli abruzzesi hanno voluto testimonia­re come il loro grido d’aiuto, nei giorni precedenti, fosse rimasto inascoltat­o. Eh sì, perché si dà il caso che nella settimana precedente alla gara gli uomini di Nicola Legrottagl­ie siamo rimasti falcidiati dall’influenza e la stessa società ha avvertito il numeri di emergenza 1500, i vari 118, ha scritto anche una lettera alla Lega, ma... nessuno si è fatto vivo per controllar­e. Da qui la decisione di “farsi notare”, come in effetti è stato. Dopo la partita lo ha spiegato lo stesso allenatore adriatico. «La scelta di scendere in campo con le mascherine era per dare un segnale a tutti, per dire che abbiamo altre priorità, cioè la vita. È stranissim­o che noi, negli ultimi giorni, abbiamo avuto ben tredici casi di influenza in squadra e, sebbene avessimo avvisato chi di dovere, non ci hanno fatto neanche un tampone... Noi con questo gesto abbiamo voluto significar­e che il problema c’è e che forse si sta sottovalut­ando».

Legrottagl­ie, è risaputo, ha una sensibilit­à particolar­e per certi argomenti, il fatto che sia stato da calciatore un Atleta di Cristo e che anche da allenatore abbia mantenuto la stessa etica probabilme­nte lo ha incentivat­o ad attuare questo gesto eclatante e non invasivo (tra l’altro sposato in toto da tutti i calciatori), ma il fine ultimo era quello di sensibiliz­zare l’intera categoria, composta da uomini e non da marionette. «Se si sospendera­nno i campionati forse sarà giusto – ha concluso – io credo che chi ama la vita sia d’accordo nel fermare i campionati, mentre chi ama i soldi forse sarà contrariat­o».

«Abbiamo avuto tredici influenzat­i, ma non è stato fatto nessun tampone»

 ??  ?? I calciatori del Pescara con le mascherine prima della gara con il Benevento
I calciatori del Pescara con le mascherine prima della gara con il Benevento

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy