Solo la prima squadra in campo
- Anche Casteldebole si preserva. Dopo l’ultimo decreto anche il Bologna si atterrà alle disposizioni. Responsabilmente. Anche ieri in totale sicurezza, evitando contatti e sovraesposizioni, c’è stata una conference call generale tra i dirigenti. C’era già molta accortezza dentro il centro tecnico del Bologna di Casteldebole, e da oggi sarà anche più di così. Nessuno vuole sottovalutare il virus, anche se rinunciare alla normalità è difficile. I dirigenti ieri si sono confrontati, si sta a casa, in attesa di ulteriori sviluppi. Che potrebbero cambiare ancora di più l’ossatura di questa stagione già difficile, travagliata, ma che il club ha saputo gestire con grande orgoglio e capacità. Il virus, però, sta sovvertendo tutti gli equilibri. Casteldebole a mezzo servizio? Con il passare delle ore si capiranno i dettagli. Tutti, comunque, si atterranno alle direttive.
CONTROLLI. Pochissimi e solo gli indispensabili stanno facendo casa-Casteldebole, anche lì il telelavoro ha soppiantato la presenza fisica in ufficio. Ieri c’erano solo i giocatori della prima squadra, i ragazzi del settore giovanile invece sono tutti a casa. Negli spogliatoi tutto gestito con grande attenzione. I giocatori, come sempre, sono controllati con test ed esami. Ma questa non è una novità e non è certo per via del virus. Quello, semmai, ha aumentato il livello di attenzione. Il quartier generale, però, è comunque un luogo a cui prestare la massima attenzione. Dirigenti, dipendenti, ufficio stampa: tutti responsabilmente stanno seguendo le direttive.
RESPONSABILI. Casteldebole non è blindata, ma attenta e decisa a gestire la situazione nel mondo giusto. Lo sanno anche i giocatori, tra loro molto attenti a evitare contatti inutili fuori dal campo. Se n’è parlato, c’è un grande senso di responsabilità. Nei prossimi giorni si studierà comunque un modo per gestire gli allenamenti anche a lungo termine. Nel frattempo molti tifosi hanno scritto alla società. Nessuno aveva pensato al rimborso degli abbonamenti per le partite a porte chiuse, ma ora lo stop al campionato frena anche questo. Certo, il mondo rossoblù è compatto, la gente ha dimostrato ancora una volta un senso di attaccamento al Bologna straordinario. Non tanto nel rifiuto del rimborso, ma per un senso di vicinanza che, come ha scritto uno dei tifosi, dimostra quanto «we are one» non sia solo uno slogan. Con lo sport blindato e chiuso, con il campionato in questa situazione, restare uniti è fondamentale. Anche rispettando le disposizioni, è chiaro.
Anche i dirigenti stanno adottando tutte le misure in totale sicurezza