Corriere dello Sport

E Lucilla torna subito nel garage

- Di Stefano Ferrari

Sebastian Vettel rispetta la tradizione: anche per il 2020 ha dato un soprannome alla sua monoposto. La sua Ferrari SF1000 si chiamerà Lucilla, «sempliceme­nte perché il nome mi piaceva» ha detto. E chissà che non abbia ragione Toto Wolff il quale di... Lucilla e dell’altra macchina di Charles Leclerc non si fida, sostenendo che la Ferrari in inverno abbia bluffato: per il manager austriaco della Mercedes, quando si potrà correre la Rossa andrà forte.

Intanto, in queste settimane che saranno di attesa, Vettel potrà apporre idealmente sulla scocca della vettura numero 5 il nuovo nome. L’idea di dare un soprannome a ogni sua vettura è una sorta di rito: Vettel prima di cominciare l'annata è solito radunare la squadra e prima ancora di comunicarl­o alla stampa, fa sapere ai suoi tecnici e ai suoi meccanici con chi dovranno avere a che fare per un anno. Ed è quello che è accaduto a Melbourne prima del “rompete le righe”, deciso dalle autorità australian­e.

Di questo divertisse­ment tutto suo abbiamo memoria dal 2008, tredici stagioni fa, al suo ultimo anno alla Toro Rosso, quando Seb chiamò la sua Str3 Julie, portandola alla pole e allo storico successo di Monza. Julie gli diede, insomma, parecchie soddisfazi­oni. Passato alla Red Bull, Seb chiamò Kate la Rb5, rimasta però incidentat­a e così scelse di rinominare il secondo telaio Kate's Dirty Sister, ovvero la sorella sporcaccio­na di Kate. Andrà così anche l'anno successivo, con la Rb6 del 2010 che prese prima il nome di Luscious Liz e poi di Randy Mandy, ed è con quest'ultima che il tedesco vinse il suo primo Mondiale. Nel 2011 toccò a Kinky Kyle e proprio a bordo dell'"eccentrica" Kyle, Seb coglierà 15 pole e 11 vittorie, oltre al secondo titolo iridato.

L’anno dopo è stata la volta di Abbey, omaggio all'album preferito del pilota, Abbey Road dei Beatles, mentre nel 2013 sarà Hungry Heidi a dominare la stagione cogliendo il quarto titolo di fila. Meno fortunata l'ultima Red Bull di Vettel, la Rb10, battezzata Suzie, con cui il tedesco visse la peggior stagione nel team di di Chris Horner prima del passaggio in Ferrari dove lo accolse Eva: essendo la prima Rossa di Seb si trattò di un omaggio alla prima "donna" della storia.

Eva vinse tre volte, niente male. Nel 2016 è stata la volta di Margherita, monoposto incapace di vincere una gara e che Seb non ha mai apprezzato, mentre nel 2017 ecco Gina, soprannome della SF70H, probabilme­nte la sua Rossa preferita con cui Seb vinse cinque gran premi. Stesso bottino della SF71H del 2018, ribattezza­ta Loria, mentre nel 2019 la SF90 prende il nome di Lina, che con Seb vince a Singapore. Ora Lucilla: chissà di che pasta sarà fatta.

La tradizione di Seb: la sua prima Ferrari fu Eva. Ma per scoprire questa ci vorrà tempo

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